Acqua, salta l’assemblea sugli aumenti
Manca il numero legale alla riunione dei sindaci sulle nuove tariffe, sit-in di protesta dei movimenti davanti alla Provincia
PESCARA. Il pericolo di un aumento delle tariffe dell’acqua è stato scongiurato, almeno per il momento. Ieri pomeriggio l’assemblea dei sindaci dell’Assi e i soci dell’Aca che avrebbe dovuto deliberare i rincari prodotti dall’applicazione del nuovo Metodo tariffario transitorio (Mtt), deciso dall’Autorità per l’energia e il gas, non si è potuta svolgere per mancanza del numero legale. Si sono presentati all’appuntamento solo gli amministratori di 20 Comuni su 65 e così la riunione è saltata. Con grande soddisfazione dei partecipanti al sit-in di protesta, organizzato dal Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua, che si è svolto davanti alla Provincia nelle stesse ore dell’assemblea dei sindaci. Sit-in cui hanno preso parte anche Rifondazione comunista, Sel e Movimento 5 Stelle.
La protesta, annunciata già da alcuni giorni, è servita probabilmente a convincere alcuni sindaci a disertare l’assemblea sulle nuove tariffe che, a detta di Rifondazione comunista, sarebbero dovute aumentare del 10 per cento, rispetto a quelle attualmente in vigore e del 19 per cento, se confrontate con quelle del 2012.
Ma le cifre sono discordanti. Ci sono forti dubbi sul sistema da utilizzare per calcolare le nuove tariffe, al punto che gli stessi esponenti del Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua hanno ammesso di non sapere con precisione l’entità degli aumenti. Si tratterà, comunque, di tariffe provvisorie soggette a nuovi incrementi sulla base delle decisioni che prenderà in futuro l’Autorità per l’energia e il gas.
Insomma, per adesso non cambia nulla. Ma il rischio di aumenti resta dietro l’angolo. Sarà convocata, quasi certamente, una nuova assemblea, anche se il fronte dei sindaci appare fortemente diviso. L’assessore Marcello Antonelli, presente alla riunione dell’Assi in rappresentanza del Comune di Pescara, ha ribadito più volte di essere contrario a qualsiasi ipotesi di aumento tariffario. «L’assemblea non si è fatta, ma sicuramente non avremmo votato le nuove tariffe», ha ammesso Antonelli, «non si può votare un nuovo sistema tariffario che non si sa come cambierà. I cittadini devono sapere se ci saranno aumenti o diminuzioni, per questo abbiamo richiesto all’ente d’ambito di farci uno schema con le tariffe per capire cosa andremo a votare».
Un appello a bloccare ogni decisione è giunto, sin dai giorni scorsi, anche dal Forum abruzzese per i movimenti per l’acqua e da Rifondazione comunista. «I sindaci facciano il loro dovere bloccando gli aumenti e impediscano la violazione della volontà popolare scaturita dal referendum», ha affermato il segretario provinciale di Rifondazione Corrado Di Sante, «è indecente che si continui ad aumentare la tariffa dell’acqua, a fronte delle reiterate inadempienze e disservizi dell’Aca, nonostante anche il commissario abbia mosso una serie di dubbi sulla “veridicità” delle voci di bilancio 2011 prodotto dall’azienda acquedottistica». Dubbi sollevati in una lettera dal segretario generale dell’Ato Fabrizio Bernardini. «È incredibile», ha proseguito Di Sante, «che quegli stessi dati, poco veritieri e incompleti siano utilizzati come base per il calcolo della nuova tariffa».
«I disservizi dell’Aca hanno nome e cognome», ha osservato il segretario di Rifondazione, «quello della cattiva politica che ha trasformato il servizio idrico in un carrozzone clientelare. Da un lato, sono stati assunti un esercito di raccomandati e direttamente esponenti politici, mogli, figli, parenti; dall’altro, si affidano i servizi all’esterno, moltiplicando i costi. L’azienda, dal 2003, ha sempre avuto come presidenti e come maggioranza del cda esponenti del Pd, o dei partiti che ne hanno dato origine».
Da qui, la dura critica al tentativo di ritoccare all’insù le tariffe. «Aumenti superiori al 10 per cento o del 19 per cento, rispetto al 2012», ha sottolineato, «in un periodo di crisi sono davvero uno schiaffo a quanti si ritrovano senza lavoro e senza stipendio, mentre nell’Aca crescono le consulenze e i premi di produzione».
Dello stesso tenore le dichiarazioni giunte dal Forum abruzzese dei movimenti: «Ai sindaci domandiamo che fine hanno fatto gli impegni presi appena un anno fa, quando era stato promesso di avviare un maggiore, stringente controllo e monitoraggio dei costi di gestione di Aca, nonché di attivare il percorso di ripubblicizzazione dell’attuale soggetto gestore».
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