Addio ai manager, Di Vincenzo in lacrime
In migliaia ai funerali di Cardano e Costantin, il dolore di Toto e Pierangeli.
PESCARA. Ha aspettato l’ultimo arrivo dei suoi amici di una vita chiuso dentro l’ufficio al secondo piano della Sipes. Quando le salme dei manager Gaetano Cardano e Giampaolo Costantin sono arrivate nel piazzale dell’azienda, Dino Di Vincenzo è uscito dal palazzo, ha poggiato la mano destra sulle bare e ha pianto: «Non ho perso due colleghi, non ho perso due amici, ho perso di più», ha detto davanti al gotha dell’imprenditoria, a cominciare da Carlo Toto. I manager Gaetano Cardano, 69 anni originario di Atessa, amministratore e socio del gruppo Di Vincenzo, e Giampaolo Costantin, 68 anni, direttore tecnico della Sipes nato a Manoppello, sono morti in un incidente sull’A14 tra San Benedetto del Tronto e il casello di Val Vibrata nel territorio di Martinsicuro. L’auto, di ritorno da un cantiere a Torino nella notte tra martedì e mercoledì, dopo aver tamponato un tir, è diventata un groviglio di lamiere: per i due imprenditori, l’ammiraglia Bmw è diventata la scatola della morte. Resta in condizioni gravi l’autista E.C., 52 anni di Pescara, ricoverato all’ospedale di San Benedetto del Tronto.
Ieri, il mondo dell’imprenditoria si è fermato per stringersi intorno alle famiglie colpite dal lutto: abbracci alla moglie di Cardano, Rosaria Della Vecchia, ai figli Paolo e Luca e alla moglie di Costantin e ai suoi cinque figli. In lacrime, Dino Di Vincenzo, presidente della Camera di Commercio di Chieti, socio della Sipes e amico storico di Cardano e Costantin: «La perdita di Cardano e Costantin è un guaio», ha detto l’imprenditore. L’addio ai manager è stato un andirivieni commosso di imprenditori, professionisti e amministratori, prima nella camera ardente allestita nell’impresa Sipes a San Giovanni Teatino e poi nella chiesa di Sant’Andrea a Pescara. «Li ho conosciuti 35 anni fa, all’inizio della nostra carriera», ha detto Carlo Toto, patron di Air One, arrivato in chiesa insieme al figlio Stefano, «davanti a questa tragedia non ci sono parole».
Presenti anche gli imprenditori Luigi Pierangeli e Lorenzo Spatocco, Raffaele Di Giovanni, Carlo Cericola, Francesco Mancini, il titolare delle Naiadi Luciano Di Renzo, l’ex prefetto di Pescara Andrea Gentile, il primario di Ematologia di Pescara Giuseppe Fioritoni, il direttore regionale dei vigili del fuoco Dante Ambrosini, gli avvocati Giuliano Milia con il figlio Ugo e Alfonso Vasile. Anche il presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa è intervenuto con i consiglieri comunali Stefano Cardelli, Vincenzo Dogali e l’ex sindaco Carlo Pace. Sul sagrato della chiesa di Sant’Andrea, sono arrivati anche Carmine De Nicola, rettore dell’Iri School College, e il suo collaboratore Antonio Di Ianni. A spiegare il perché di tanta partecipazione e affetto è stato l’ex deputato Arnaldo Mariotti: «Chi ha conosciuto Cardano e Costantin gli ha voluto bene come si fa con un genitore e non come un datore di lavoro».
In lacrime per la scomparsa anche i dipendenti della Sipes e del gruppo Di Vincenzo. Le macchine dell’azienda, ieri, sono rimaste ferme: ruspe con la benna abbassata, camion con il motore spento, macchinari in stand by. È calato il silenzio sulla ditta. I funerali sono stati officiati da padre Mario Francesco Merlo: «Perché ce li hai tolti?», ha detto riferendosi alla frase detta dal papa Paolo VI durante i funerali di Aldo Moro. La risposta, ha detto il parroco, sta nel mistero della fede. L’ultimo saluto agli imprenditori è passato sotto il segno della solidarietà: «Il ricavato delle offerte», ha spiegato il parroco, «sarà donato alla sezione pescarese dell’Ail mentre la questua servirà per aiutare una famiglia in difficoltà». Il parroco ha visitato anche la camera ardente: «Lì ho visto come ci si vuole bene e ho capito quanto di buono Cardano e Costantin hanno fatto». Una folla silenziosa ha gremito la chiesa di Sant’Andrea: la chiesa dalla pianta circolare si è dimostrata troppo piccola per contenere tutti. Ai funerali ha partecipato anche il mondo della movida pescarese che si è stretto intorno a Luca Cardano, il figlio minore dell’imprenditore: per abbracciarlo sono arrivati Ezio Romanelli, Leo Sfamurri, Giuseppe Di Vincenzo e i deejay delle notti infinite.
Ieri, il mondo dell’imprenditoria si è fermato per stringersi intorno alle famiglie colpite dal lutto: abbracci alla moglie di Cardano, Rosaria Della Vecchia, ai figli Paolo e Luca e alla moglie di Costantin e ai suoi cinque figli. In lacrime, Dino Di Vincenzo, presidente della Camera di Commercio di Chieti, socio della Sipes e amico storico di Cardano e Costantin: «La perdita di Cardano e Costantin è un guaio», ha detto l’imprenditore. L’addio ai manager è stato un andirivieni commosso di imprenditori, professionisti e amministratori, prima nella camera ardente allestita nell’impresa Sipes a San Giovanni Teatino e poi nella chiesa di Sant’Andrea a Pescara. «Li ho conosciuti 35 anni fa, all’inizio della nostra carriera», ha detto Carlo Toto, patron di Air One, arrivato in chiesa insieme al figlio Stefano, «davanti a questa tragedia non ci sono parole».
Presenti anche gli imprenditori Luigi Pierangeli e Lorenzo Spatocco, Raffaele Di Giovanni, Carlo Cericola, Francesco Mancini, il titolare delle Naiadi Luciano Di Renzo, l’ex prefetto di Pescara Andrea Gentile, il primario di Ematologia di Pescara Giuseppe Fioritoni, il direttore regionale dei vigili del fuoco Dante Ambrosini, gli avvocati Giuliano Milia con il figlio Ugo e Alfonso Vasile. Anche il presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa è intervenuto con i consiglieri comunali Stefano Cardelli, Vincenzo Dogali e l’ex sindaco Carlo Pace. Sul sagrato della chiesa di Sant’Andrea, sono arrivati anche Carmine De Nicola, rettore dell’Iri School College, e il suo collaboratore Antonio Di Ianni. A spiegare il perché di tanta partecipazione e affetto è stato l’ex deputato Arnaldo Mariotti: «Chi ha conosciuto Cardano e Costantin gli ha voluto bene come si fa con un genitore e non come un datore di lavoro».
In lacrime per la scomparsa anche i dipendenti della Sipes e del gruppo Di Vincenzo. Le macchine dell’azienda, ieri, sono rimaste ferme: ruspe con la benna abbassata, camion con il motore spento, macchinari in stand by. È calato il silenzio sulla ditta. I funerali sono stati officiati da padre Mario Francesco Merlo: «Perché ce li hai tolti?», ha detto riferendosi alla frase detta dal papa Paolo VI durante i funerali di Aldo Moro. La risposta, ha detto il parroco, sta nel mistero della fede. L’ultimo saluto agli imprenditori è passato sotto il segno della solidarietà: «Il ricavato delle offerte», ha spiegato il parroco, «sarà donato alla sezione pescarese dell’Ail mentre la questua servirà per aiutare una famiglia in difficoltà». Il parroco ha visitato anche la camera ardente: «Lì ho visto come ci si vuole bene e ho capito quanto di buono Cardano e Costantin hanno fatto». Una folla silenziosa ha gremito la chiesa di Sant’Andrea: la chiesa dalla pianta circolare si è dimostrata troppo piccola per contenere tutti. Ai funerali ha partecipato anche il mondo della movida pescarese che si è stretto intorno a Luca Cardano, il figlio minore dell’imprenditore: per abbracciarlo sono arrivati Ezio Romanelli, Leo Sfamurri, Giuseppe Di Vincenzo e i deejay delle notti infinite.