PESCARA
Addio all'infermiere buono, per tutti era "Marcolone": una vita al servizio degli altri
Marco Di Francesco aveva 61 anni: sindacalista della sanità e operatore del 118. Dall’istituzione del servizio in città era volontario della Misericordia. Il dolore di amici e colleghi
PESCARA. Nei giorni scorsi aveva chiesto di rientrare a Pescara, dopo un intervento chirurgico subìto a Roma, perché voleva stare il più vicino possibile ai suoi cari e ai colleghi - ma anche amici - del 118. E così è stato.
È tornato nella sua città, in ospedale, e sembrava che stesse meglio, ma non c'è l'ha fatta. Ieri notte è morto Marco Di Francesco, 61 anni, che è stato non solo infermiere del 118 e volontario della Misericordia ma anche sindacalista, in rappresentanza dei lavoratori della sanità.
La malattia non gli ha dato scampo e in qualche mese se l'è portato via, lo ha strappato ai suoi affetti e ai suoi tanti amici, che si preparavano a rivederlo, a riabbracciarlo.
Restano i ricordi, belli, indelebili. E poi le immagini scolpite nella memoria e nel cuore di “Marcolone”, come lo chiamavano tutti, sulla sua adorata motocicletta e in mezzo ai tanti amici. Ne parla Matilde Zulli, dal 118, amica oltre che collega. «Era un personaggio, sempre con la sigaretta in bocca», dice con affetto. «Un buono, un lavoratore. Ha fatto parte della prima squadra del 118, cioè quella che ha istituito il servizio qui a Pescara, ed era operativo anche con l’elisoccorso. È stato tra i primi ad arrivare a Rigopiano», dopo la valanga che ha travolto l'hotel, nel 2017.
Era una persona «di grandissimo cuore», dice Berardino Fiorilli, ex governatore della Misericordia di Pescara. «Sapevamo che stava male e speravamo in un decorso diverso», commenta Fiorilli. «La mancanza si sentirà perché era davvero una persona particolare», nel senso positivo del termine. «Gli piaceva stare in compagnia, era simpatico, molto simpatico». Di lui colpivano «la spontaneità, la genuinità. Era uno diretto, senza filtri, e per questo era un grande amico».
Al dolore di queste ore per la sua scomparsa si aggiunge quello di non potergli dire addio e «di non poter stare vicino ai suoi cari», primo tra tutti il figlio Marco junior, Marcolino, anche lui volontario della Misericordia, e l’altra figlia, Beatrice. E così l'addio viaggia su Facebook, sulla bacheca di Di Francesco, che ieri si è riempita di messaggi di stima e di affetto, ma anche di stupore per questa morte improvvisa che ha colto tutti impreparati.
Fra tutti quello di Geremia Mancini, ex segretario della Ugl, che scrive: «Marco è stato un prezioso e bravo sindacalista. Per anni si è battuto nell'interesse dei suoi colleghi. Senza mai badare a bassi tornaconti personali. Uomo sempre profondamente leale. Perdo un vero e caro amico», aggiunge Mancini. E poi ci sono gli amici di moto, quelli che hanno condiviso con lui la grande passione per le due ruote.
«Le moto», scrive una di loro, «ci hanno permesso di fare tanti chilometri insieme, vivere momenti felici e farci tante risate. Hai lottato fino all'ultimo come un Cobra che si attorciglia con forza alla vita. Non vai via solo, porti con te il nostro amore», conclude il messaggio con l'augurio a Di Francesco di fare «buona strada». E c'è chi ora lo immagina «volare con le note della sua musica preferita», di Vasco Rossi.
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