Agguato a Montesilvano: "Hanno sparato a Carlo ma la madre non lo sa"
In arrivo dal Venezuela i genitori dell’ingegnere in coma. La sorella Adele Pavone: "Dovremo dir loro che è stato arrestato l’amante di sua moglie"
PESCARA. «Come si fa a dire a una madre che hanno sparato al figlio per una storia di corna? Pensavo che queste cose esistessero solo nei film e invece questa è la nostra vita». Sta preparando la casa per accogliere gli anziani genitori in arrivo dal Venezuela e toccherà a lei, Adele Pavone, spiegare alla madre perché suo fratello Carlo è in coma profondo da sette mesi.
Dietro il dramma di una famiglia ci sarebbe, come ha ricostruito il gip, un’ordinaria storia di corna: sarebbe stata la gelosia a spingere Vincenzo Gagliardi a sparare, secondo l’accusa, al rivale Pavone sposato con Raffaella D’Este. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri, è stato interrogato in carcere rigettando le accuse mentre l’amante D’Este – non indagata ed estranea all’inchiesta – è chiusa in casa in silenzio. Sono questi i tasselli che Adele Pavone dovrà spiegare ai genitori anziani, alla mamma di 75 anni invalida e al papà di 84 anni rimasti a Caracas in questi mesi e che Adele ha preferito non turbare avvertendoli soltanto che Carlo era entrato in coma in seguito a una collutazione. Ma dopo la svolta nelle indagini la donna ha chiamato i genitori che domani arriveranno a Pescara insieme all’altro fratello Rocco Pavone.
E’ una piccola palazzina in via De Gasperi a Montesilvano il cuore della tragedia non solo perché quella è la via dove Carlo Pavone è stato raggiunto da un colpo di fucile mentre gettava la spazzatura ma anche perché al primo piano abita D’Este, la moglie di Pavone, e al secondo piano la cognata Adele con il marito Ugo Longo. Due famiglie che, da quando Gagliardi è finito in carcere, non comunicano più. «Non parlo con Raffaella, non ci parlo da quel giorno né lei è venuta a dirci qualcosa», racconta tra le lacrime Adele, la donna che in questi mesi ha fatto la spola tra la casa di via De Gasperi e l’istituto marchigiano dov’è ricoverato il fratello. «Non sapevo nulla della relazione tra D’Este e Gagliardi ma era stato mio fratello Carlo, poco prima dell’agguato, a mandarmi un messaggio mentre ero in Venezuela per avvertirmi che la moglie lo tradiva. Dissi a Carlo le solite cose che si dicono in questi casi, gli dissi di vedere cosa poteva fare perché c’erano di mezzo i bambini. Ma no, chi poteva aspettarsi una cosa del genere. Una relazione extraconiugale è una cosa che può capitare ma non si può entrare in coma per questo». E’ su Adele Pavone che sono piombate tutte le incombenze tra cui anche quella di preparare una casa che possa ospitare l’anziana mamma rimasta invalida in seguito a un’operazione. «Quello che mi ha fatto più male è sapere che Raffaella ha continuato la relazione con Gagliardi anche dopo quello che è accaduto, con il marito in coma: ma come si fa?», si domanda la donna. «Sono forse io ad avere una mentalità antica perché sono sposata da 32 anni?», si chiede ancora Pavone. «Posso capire una sbandata ma non quello che è accaduto. E se Raffaella non avesse avuto quella relazione?», continua ancora la donna negli interrogativi che la tormentano da quando Gagliardi è stato arrestato con l’accusa di aver sparato all’ingegnere di 42 anni. D’Este non è coinvolta in questa vicenda ma per i familiari di Pavone è stata un’amara scoperta sapere che sarebbe stato il suo amante, secondo l’accusa formulata dal pm Anna Rita Mantini, a sparare a Pavone. «Sono grata ai carabinieri per quello che hanno fatto ma io voglio giustizia. Ricomincerò a vivere solo quando sarà fatta giustizia. Noi eravamo una famiglia normale», prosegue, «noi siamo gente tranquilla. Non posso credere che la nostra vita sia stata distrutta, non posso credere che Carlo lotti tra la vita e la morte per una storia di corna».
L’inchiesta va avanti e i carabinieri hanno inviato ai Ris i due fucili sequestrati e nel frattempo Adele Pavone, assistita dagli avvocati Marino Di Felice e Massimo Galasso, è stata nominata procuratrice speciale del fratello. Quando sarà necessario, ad esempio nel caso di un incidente probatorio o nel processo, sarà lei a fare le veci del fratello.
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