Amputato il piede alla studentessa La mamma: realizzerà i suoi sogni
Oltre 12 ore in sala operatoria non sono bastate a salvare l’arto della 17enne gravemente ferita nell’incidente La madre della ragazza: «Mia figlia è viva, è questo che conta. Vuole viaggiare e danzare e io l’aiuterò a farlo»
PESCARA. Dopo oltre dodici ore di sala operatoria ha subito l’amputazione del piede destro, poco sotto il ginocchio, e due dita tranciate del piede sinistro sono state ricostruite chirurgicamente. Ha la clavicola fratturata, l’arcata sopraccigliare spaccata, una ferita tra la guancia e il collo e il setto nasale rotto. Per questa ragione, ieri mattina, la studentessa 17enne di Pianella rimasta gravemente ferita a Caprara, nello spaventoso incidente dell’autobus della Tua che nella tarda mattinata di martedì, con altri 40 passeggeri a bordo, la stava riportando a casa dopo la scuola a Pescara, è dovuta tornare di nuovo sotto i ferri per alcune ore.
In gravissime condizioni, ma non in pericolo di vita, R.M. è ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale civile, ma è viva. Questo si ripete la madre della ragazza al terzo anno dell’Alberghiero e con la passione per la danza, al capezzale della figlia.
La signora N., residente a Pianella e originaria del Foggiano, madre di altri due figli, soffre insieme alla sua primogenita che è intubata, sedata e che, fino a ieri pomeriggio, ignorava ancora che cosa le era accaduto. Con gli occhi lucidi, provata ma non disperata, con una forza da leonessa, accompagnata da alcune persone care, mentre si spalancavano le porte della Rianimazione, al piano terra del Santo Spirito, la signora N. (su sua richiesta non pubblichiamo il nome per esteso) ha voluto dirlo ad alta voce: «Mia figlia è viva, è questo che conta. E quando uscirà da questo incubo, realizzerà tutti i suoi sogni: studierà, ballerà, viaggerà».
Ci vuole credere questa mamma che si fa coraggio perché presto «dovrà trovare le parole» per dire alla figlia quello che è successo ma anche per convincerla che la vita deve andare avanti comunque.
L’arto potrà essere ricostruito con le nuove tecnologie e la ragazza, ne è certa la mamma, potrà tornare a volare. Ma intanto, entrambe, mamma e figlia, con i loro familiari, stanno vivendo le ore più brutte della loro vita. La studentessa di Pianella è la passeggera, tra i 29 feriti dopo lo schianto, ad aver riportato i traumi più pesanti dopo il maledetto incidente di martedì, schiacciata tra l’albero e la poltroncina del mezzo dove sedeva in prima fila.
«Non avrebbe dovuto prendere quel bus», rivela la madre, «ma è stata costretta da un ritardo a scuola». La ragazza è salita sul mezzo, forse, con un po’ di angoscia nel cuore. «Forse un presentimento» azzarda la mamma, «perché il giorno prima, durante il tragitto sulla stessa linea mi aveva mandato un messaggio sul telefono per dirmi: mamma sto tornando a casa. Ieri, invece, non lo ha fatto». O non ha fatto in tempo. L’impatto dell’autobus, prima con la macchina e poi con l’albero che ha sventrato il mezzo proprio dove si trovava la 17enne, è stato violentissimo. La ragazza forse non ha avuto neanche il tempo di realizzare quello che stava accadendo. E ora sta lottando su un letto d’ospedale. È soltanto l’inizio ma, ripete la madre, «ce la farà, ce la faremo».
E la famiglia ringrazia tutti i soccorritori e il sindaco Sandro Marinelli per l’aiuto e la solidarietà offerti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
In gravissime condizioni, ma non in pericolo di vita, R.M. è ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale civile, ma è viva. Questo si ripete la madre della ragazza al terzo anno dell’Alberghiero e con la passione per la danza, al capezzale della figlia.
La signora N., residente a Pianella e originaria del Foggiano, madre di altri due figli, soffre insieme alla sua primogenita che è intubata, sedata e che, fino a ieri pomeriggio, ignorava ancora che cosa le era accaduto. Con gli occhi lucidi, provata ma non disperata, con una forza da leonessa, accompagnata da alcune persone care, mentre si spalancavano le porte della Rianimazione, al piano terra del Santo Spirito, la signora N. (su sua richiesta non pubblichiamo il nome per esteso) ha voluto dirlo ad alta voce: «Mia figlia è viva, è questo che conta. E quando uscirà da questo incubo, realizzerà tutti i suoi sogni: studierà, ballerà, viaggerà».
Ci vuole credere questa mamma che si fa coraggio perché presto «dovrà trovare le parole» per dire alla figlia quello che è successo ma anche per convincerla che la vita deve andare avanti comunque.
L’arto potrà essere ricostruito con le nuove tecnologie e la ragazza, ne è certa la mamma, potrà tornare a volare. Ma intanto, entrambe, mamma e figlia, con i loro familiari, stanno vivendo le ore più brutte della loro vita. La studentessa di Pianella è la passeggera, tra i 29 feriti dopo lo schianto, ad aver riportato i traumi più pesanti dopo il maledetto incidente di martedì, schiacciata tra l’albero e la poltroncina del mezzo dove sedeva in prima fila.
«Non avrebbe dovuto prendere quel bus», rivela la madre, «ma è stata costretta da un ritardo a scuola». La ragazza è salita sul mezzo, forse, con un po’ di angoscia nel cuore. «Forse un presentimento» azzarda la mamma, «perché il giorno prima, durante il tragitto sulla stessa linea mi aveva mandato un messaggio sul telefono per dirmi: mamma sto tornando a casa. Ieri, invece, non lo ha fatto». O non ha fatto in tempo. L’impatto dell’autobus, prima con la macchina e poi con l’albero che ha sventrato il mezzo proprio dove si trovava la 17enne, è stato violentissimo. La ragazza forse non ha avuto neanche il tempo di realizzare quello che stava accadendo. E ora sta lottando su un letto d’ospedale. È soltanto l’inizio ma, ripete la madre, «ce la farà, ce la faremo».
E la famiglia ringrazia tutti i soccorritori e il sindaco Sandro Marinelli per l’aiuto e la solidarietà offerti.
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