Ancona, morto il bimbo curato con l’omeopatia per l'otite
Il piccolo di 7 anni era ricoverato all'ospedale pediatrico Salesi e non è mai uscito dal coma. Donati gli organi. Il nonno annuncia: denuncerò il medico
ANCONA. Francesco non ce l'ha fatta. Un'otite batterica bilaterale curabile con antibiotici se l'è portato via all'età di 7 anni dopo 15 giorni persi dietro a terapie a base di preparati omeopatici e un ricovero tardivo in ospedale. Non è servito l'intervento neurochirurgico disperato condotto dai sanitari dell'Ospedale pediatrico "Salesi" di Ancona subito dopo il ricovero, avvenuto il 24 maggio. «La situazione era già di coma importante» ha spiegato il dottor Fabio Santelli, direttore del Reparto di Anestesia e Rianimazione del Salesi. «Si è fatto un tentativo di aspirazione dell'ascesso e di riduzione dell'ipertensione endocranica», ma il pus «dall'orecchio era arrivato al cervello, e l'infezione era troppo estesa». Alle 12:50 di ieri il bollettino che annunciava il decesso del piccolo, e l'avvio della procedura di osservazione di morte cerebrale, al termine della quale i genitori hanno autorizzato la donazione degli organi. Francesco si sarebbe quasi certamente salvato se il padre e la madre, commercianti a Cagli, non si fossero affidati - come hanno raccontato - soltanto al medico Massimiliano Mecozzi, che fino a due giorni prima della corsa in ospedale ha somministrato al bimbo preparati omeopatici, sostenendo che «farmaci tradizionali l'avrebbero fatto diventare sordo o indotto in coma epatico», secondo quanto ha riferito uno dei nonni del bimbo. Omicidio colposo è l'ipotesi di reato a carico di ignoti al vaglio della procura di Urbino, che disporrà l'autopsia e acquisirà le cartelle cliniche. A rischio la posizione di Mecozzi, 54 anni, ambulatori a Pesaro e Fano. Ma anche i genitori di Francesco, che hanno altri due figli minori, potrebbero essere indagati. Il bambino, ha raccontato il nonno che ha annunciato una denuncia nei confronti del medico curante, non prendeva mai antibiotici, e pur essendo vaccinato, non ha più fatto i richiami successivi.
«Ringraziamo moltissimo questi genitori per la scelta della donazione - afferma il direttore del Centro Nazionale Trapianti, dr. Alessandro Nanni Costa - che testimonia, oltre alla loro generosità e all'attenzione verso i piccoli pazienti in attesa di organi, anche la fiducia nel sistema sanitario e nei medici che hanno preso in carico il loro figlio». Il bambino è morto ieri al Salesi di Ancona, dove era stato trasportato in condizioni disperate il 24 maggio scorso.