Antennone a San SilvestroL'Arta dice sì: «Non inquina»
L'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente ha certificato che l'antennone alto 275 metri non solo non inquina ma «risulta efficace per l'abbattimento delle esposizioni ai campi elettromagnetici della popolazione»
PESCARA. Il maxi ripetitore sulla collina di San Silvestro non produce inquinamento elettromagnetico e non comporta alcun rischio per l'ambiente. A riportare in auge il tanto contestato progetto di una torre di servizio, che concentri in un unico sito tutte le antenne delle 57 emittenti radiotelevisive che preoccupano da vent'anni i residenti, è uno studio dell'Arta commissionato dall'associazione San Silvestro per la vita. L'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente ha certificato che l'antennone alto 275 metri non solo non inquina ma, come spiega, «risulta efficace per l'abbattimento delle esposizioni ai campi elettromagnetici della popolazione e di tutte le aree urbanizzate e non».
Dopo le battaglie ventennali dei residenti per lo spostamento dei tralicci e le ultime rassicurazioni per la delocalizzazione in mare su una piattaforma al largo della costa pescarese, l'idea di un unico, grande ripetitore situato sulla collinetta di San Silvestro assume nuova forza.
Lo studio, costato 10 mila euro e firmato dal fisico Lorenzo Carnesale, dal tecnico Piero Pellegrini e dalla direttrice distrettuale Angela Del Vecchio dimostra che la soluzione dell'antennone produrrebbe un abbassamento delle emissioni elettromagnetiche di oltre il 50% del limite consentito dalla legge.
Su un valore massimo di 6 volt per metro stabilito dal ministero, si passerebbe quindi a oscillazioni medie di 2 volt per metro, con punte di 2,7. Un'ulteriore diminuzione ci sarebbe poi con il passaggio al digitale terrestre. «Non chiamiamolo più antennone, ma torre di servizio», afferma con decisione Mario Di Pasquale, vicepresidente dell'associazione San Silvestro per la vita, «sarà autosufficiente dal punto di vista energetico e un'attrazione turistica per chi viene da fuori. Esempi simili ci sono in tante realtà come Barcellona, Madrid o Berlino. E' l'unica soluzione realistica per risolvere a breve termine il problema dell'elettrosmog ed evitare di prendere in giro le famiglie con ipotesi suggestive e irrealizzabili».
Il riferimento è allo spostamento delle antenne in mare, condiviso dalla Regione, dal Comune e dal comitato antiantenne, che comporta però una dilatazione dei tempi e la disponibilità di milioni di euro di fondi pubblici per finanziare il progetto. La torre di servizio, invece, entrerebbe in funzione nel giro di sei mesi al massimo poiché, come assicura il vicepresidente Di Pasquale, ci sono banche e finanziarie pronte a investire.
Dopo le battaglie ventennali dei residenti per lo spostamento dei tralicci e le ultime rassicurazioni per la delocalizzazione in mare su una piattaforma al largo della costa pescarese, l'idea di un unico, grande ripetitore situato sulla collinetta di San Silvestro assume nuova forza.
Lo studio, costato 10 mila euro e firmato dal fisico Lorenzo Carnesale, dal tecnico Piero Pellegrini e dalla direttrice distrettuale Angela Del Vecchio dimostra che la soluzione dell'antennone produrrebbe un abbassamento delle emissioni elettromagnetiche di oltre il 50% del limite consentito dalla legge.
Su un valore massimo di 6 volt per metro stabilito dal ministero, si passerebbe quindi a oscillazioni medie di 2 volt per metro, con punte di 2,7. Un'ulteriore diminuzione ci sarebbe poi con il passaggio al digitale terrestre. «Non chiamiamolo più antennone, ma torre di servizio», afferma con decisione Mario Di Pasquale, vicepresidente dell'associazione San Silvestro per la vita, «sarà autosufficiente dal punto di vista energetico e un'attrazione turistica per chi viene da fuori. Esempi simili ci sono in tante realtà come Barcellona, Madrid o Berlino. E' l'unica soluzione realistica per risolvere a breve termine il problema dell'elettrosmog ed evitare di prendere in giro le famiglie con ipotesi suggestive e irrealizzabili».
Il riferimento è allo spostamento delle antenne in mare, condiviso dalla Regione, dal Comune e dal comitato antiantenne, che comporta però una dilatazione dei tempi e la disponibilità di milioni di euro di fondi pubblici per finanziare il progetto. La torre di servizio, invece, entrerebbe in funzione nel giro di sei mesi al massimo poiché, come assicura il vicepresidente Di Pasquale, ci sono banche e finanziarie pronte a investire.
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