Anziano e disperato tenta di raggiungere il fratello in Sicilia: soccorso a Pescara
Trovato dalla Polfer sul treno senza biglietto: voleva andare a trovare il fratello di 92 anni con una valigia fatta di sogni e poesie
PESCARA. Viaggiava senza biglietto e senza un euro in tasca, portandosi dietro due valigie piene di poesie e il desiderio di arrivare in Sicilia, dove vorrebbe riabbracciare il fratello di 92 anni. È partito da Grottammare e sperava di giungere quanto prima a destinazione, nel timore che il fratello possa morire a breve, ma per l’anziano il viaggio si è fermato a Pescara, quando si è scoperto che non aveva pagato nulla per salire sul treno.
Una volta riscontrata l’irregolarità, la polizia ferroviaria ha fatto scendere il passeggero in stazione e lo ha accolto in ufficio, avendo capito che nella vita non se la passa poi così bene, viste le condizioni in cui era ridotto: sporco, malnutrito e anche claudicante.
Un po’ alla volta è emersa la verità, nei locali della Polfer, mentre l’uomo continuava a recitare poesie, quelle che lui stesso scrive e che riempiono la sua esistenza. Gli agenti, diretti da Davide Zaccone, hanno appurato che ha 77 anni, risiede a Grottammare ed è in cura a San Benedetto del Tronto per i disturbi di cui soffre a livello psicologico. C’è un amministratore di sostegno che lo segue, un avvocato che si occupa dei suoi averi, considerato che è stata certificata la sua incapacità di curare i propri interessi. Ma a quanto sembra nessuno si è accorto del suo viaggio alla volta della Sicilia.
Parlando di sé ha ammesso di non aver soldi e di essere fuggito via per raggiungere il fratello, prima che muoia. E quando ha abbandonato la provincia di Ascoli Piceno si è preoccupato di infilare in un trolley di colore rosa e in uno zainetto tutto ciò che gli sta davvero a cuore: le sue poesie. Nei due bagagli la Polfer non ha trovato niente che possa far pensare a un lungo viaggio: nessun capo di abbigliamento, niente per l’igiene personale. C’erano solo quaderni in quantità, tutti scritti a mano, e sfogliandoli si è scoperto che contengono le poesie composte dall’uomo. Lui vive di questo, in un mondo tutto suo, e lo dimostra il fatto che l’altro giorno ha continuato a recitare a lungo i suoi versi, fino a quando è rimasto in compagnia della polizia, senza fermarsi mai. Ma non scrive solo per se stesso: vorrebbe tanto vendere le sue “opere”, e forse è proprio per questo che se le porta dietro.
In gioventù faceva l’idraulico e ha avuto qualche guaio con la giustizia ma ora è difficile andare avanti, al punto che «sugno tre anni che non mangio una bistecca», ha ammesso candidamente. I poliziotti che lo ascoltavano hanno provveduto (a loro spese) a comprare qualcosa da mangiare e lo hanno rifocillato, poi hanno pensato a una sistemazione per lui e lo hanno accompagnato alla Caritas. Sperando che qualcuno venga a Pescara e lo riporti a casa.
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