Anziano rapinato in casa, cittadini di Elice sotto choc: «Ora difendeteci dai ladri»
L’84enne ricoverato con la mandibola fratturata e una prognosi di 40 giorni Il sindaco De Massis: «Siamo tutti sconvolti per la ferocia, servono più pattuglie»
PESCARA. Quando ha aperto gli occhi, riverso in un letto di ospedale a Pescara con la mandibola fratturata e una prognosi di quaranta giorni, Rocco Lupinetti è riuscito a farfugliare poche parole. Il pensionato di 84 anni di Elice è come paralizzato dalla violenza inaudita subita da balordi senza scrupoli che lo hanno picchiato, legato e rapinato nella sua villetta in contrada Colle d’Odio, nella notte tra sabato e domenica. Sotto choc sono anche i suoi due figli e l’intera comunità di Elice che, attraverso le parole del sindaco Gianfranco De Massis, si interroga sulla sicurezza e sulla necessità di potenziare i controlli delle forze dell’ordine in un territorio geograficamente ampio e impervio.
I carabinieri del nucleo operativo di Montesilvano e di Città Sant’Angelo sono sulle tracce di tre banditi, probabilmente dell’Europa dell’Est, che hanno fatto irruzione nella casetta gialla in aperta campagna, disposta su due livelli, dopo aver forzato una finestra con un arnese da scasso. Cercavano soldi e oggetti di valore, ma nel loro muoversi furtivamente hanno fatto rumore e svegliato il proprietario dell’immobile, un anziano di 84 anni che abita da solo ed è andato a controllare cosa stesse accadendo. L’uomo si è ritrovato faccia a faccia con i banditi. È stato allora che è scattata la reazione violenta e i ladri si sono trasformati in rapinatori: uno di loro ha scagliato un pugno in pieno volto contro il pensionato che è caduto a terra e ha perso conoscenza. Quello che è successo dopo, fino all’arrivo del figlio Fabrizio che abita a circa 500 metri di distanza dal padre, il pensionato non riesce a ricordarlo. Ai militari che si occupano delle indagini è riuscito a raccontare a fatica di essersi svegliato e ritrovato immobilizzato, legato con delle fascette da elettricista dopo non si sa quanto tempo. Ma allo stesso tempo di essere riuscito a trovare dentro di sé la forza per liberarsi, prendere il cellulare e chiamare il figlio, il quale ha immediatamente allertato forze dell’ordine e soccorritori mentre si precipitava sul posto con il cuore a mille. Ora, con il padre in ospedale ricoverato con la mascella fratturata nel reparto di chirurgia maxillo-facciale dell’ospedale civile, l’uomo ripete ai militari di essere arrabbiato e dispiaciuto per una violenza così brutale commessa per un bottino di circa 500 euro.
«È una tragedia, è successa una cosa orribile e inaspettata, in paese siamo tutti sconvolti per una tale ferocia», rimarca il sindaco De Massis, «se la sono presa con una persona anziana, fragile, con problemi di salute in parte legati all’età. Non aveva fatto del male a nessuno, non meritava questo trattamento. Questo povero vecchietto è ora ricoverato, in attesa di essere operato, non riesce nemmeno a parlare e non è in condizioni di ricevere visite. Mi sono sentito con il figlio fino a poco fa. Mi ha confermato il coraggio e la forza enorme che ha avuto il padre, che è riuscito a prendere il telefonino e a premere il pulsante per chiamarlo tra sofferenze immani».
La speranza è adesso riposta nel lavoro delle forze dell’ordine, che sono sulle tracce dei tre rapinatori, probabilmente improvvisati, fuggiti nella notte tra le colline di Elice. «Spero che li prendano e li mandino in galera, devono pagare per il male che hanno fatto», insiste De Massis.
Il discorso si sposta poi sul tema della sicurezza. La villetta gialla di Lupinetti, in contrada Colle D’Odio, è isolata e in aperta campagna, come tantissime abitazioni a Elice: un territorio vastissimo che si snoda da Castilenti, nella provincia di Teramo, a Montesilvano Marina, in provincia di Pescara. «Certo che c’è un problema di sicurezza», conferma il sindaco, «ma non è colpa delle forze dell’ordine, loro fanno quello che possono. Ma con una sola pattuglia incaricata di sorvegliare tutto il territorio cosa potrebbero fare di più? Tra l’altro il sabato sera, quando i carabinieri sono impegnati anche nei controlli sulle strade all’uscita dei locali. Su un territorio così ampio ci vorrebbe non una, ma dieci pattuglie. Noi come amministrazione segnaliamo i problemi, possiamo chiedere l’installazione di più telecamere, ma non avremmo potuto fare nulla per impedire la tragedia».
I carabinieri del nucleo operativo di Montesilvano e di Città Sant’Angelo sono sulle tracce di tre banditi, probabilmente dell’Europa dell’Est, che hanno fatto irruzione nella casetta gialla in aperta campagna, disposta su due livelli, dopo aver forzato una finestra con un arnese da scasso. Cercavano soldi e oggetti di valore, ma nel loro muoversi furtivamente hanno fatto rumore e svegliato il proprietario dell’immobile, un anziano di 84 anni che abita da solo ed è andato a controllare cosa stesse accadendo. L’uomo si è ritrovato faccia a faccia con i banditi. È stato allora che è scattata la reazione violenta e i ladri si sono trasformati in rapinatori: uno di loro ha scagliato un pugno in pieno volto contro il pensionato che è caduto a terra e ha perso conoscenza. Quello che è successo dopo, fino all’arrivo del figlio Fabrizio che abita a circa 500 metri di distanza dal padre, il pensionato non riesce a ricordarlo. Ai militari che si occupano delle indagini è riuscito a raccontare a fatica di essersi svegliato e ritrovato immobilizzato, legato con delle fascette da elettricista dopo non si sa quanto tempo. Ma allo stesso tempo di essere riuscito a trovare dentro di sé la forza per liberarsi, prendere il cellulare e chiamare il figlio, il quale ha immediatamente allertato forze dell’ordine e soccorritori mentre si precipitava sul posto con il cuore a mille. Ora, con il padre in ospedale ricoverato con la mascella fratturata nel reparto di chirurgia maxillo-facciale dell’ospedale civile, l’uomo ripete ai militari di essere arrabbiato e dispiaciuto per una violenza così brutale commessa per un bottino di circa 500 euro.
«È una tragedia, è successa una cosa orribile e inaspettata, in paese siamo tutti sconvolti per una tale ferocia», rimarca il sindaco De Massis, «se la sono presa con una persona anziana, fragile, con problemi di salute in parte legati all’età. Non aveva fatto del male a nessuno, non meritava questo trattamento. Questo povero vecchietto è ora ricoverato, in attesa di essere operato, non riesce nemmeno a parlare e non è in condizioni di ricevere visite. Mi sono sentito con il figlio fino a poco fa. Mi ha confermato il coraggio e la forza enorme che ha avuto il padre, che è riuscito a prendere il telefonino e a premere il pulsante per chiamarlo tra sofferenze immani».
La speranza è adesso riposta nel lavoro delle forze dell’ordine, che sono sulle tracce dei tre rapinatori, probabilmente improvvisati, fuggiti nella notte tra le colline di Elice. «Spero che li prendano e li mandino in galera, devono pagare per il male che hanno fatto», insiste De Massis.
Il discorso si sposta poi sul tema della sicurezza. La villetta gialla di Lupinetti, in contrada Colle D’Odio, è isolata e in aperta campagna, come tantissime abitazioni a Elice: un territorio vastissimo che si snoda da Castilenti, nella provincia di Teramo, a Montesilvano Marina, in provincia di Pescara. «Certo che c’è un problema di sicurezza», conferma il sindaco, «ma non è colpa delle forze dell’ordine, loro fanno quello che possono. Ma con una sola pattuglia incaricata di sorvegliare tutto il territorio cosa potrebbero fare di più? Tra l’altro il sabato sera, quando i carabinieri sono impegnati anche nei controlli sulle strade all’uscita dei locali. Su un territorio così ampio ci vorrebbe non una, ma dieci pattuglie. Noi come amministrazione segnaliamo i problemi, possiamo chiedere l’installazione di più telecamere, ma non avremmo potuto fare nulla per impedire la tragedia».