«Appalti pilotati con preventivi di comodo»
L’accusa ad Alderighi per i lavori di ristrutturazione del distretto
PESCARA. Una gara simulata con preventivi di comodo «privi di qualsiasi parvenza di ufficialità e persino del protocollo» per coprire «l’inesistenza di qualunque procedura di effettiva gara». Per la procura di Pescara, è il meccanismo grazie al quale Riccardo Alderighi, direttore del distretto sanitario di Scafa, avrebbe favorito un imprenditore amico per fargli ottenere l’appalto per la ristrutturazione della sede.
È questo il sistema che fa scattare l’accusa di turbativa d’asta nel lungo elenco di accuse mosse dai magistrati di Pescara al dirigente Asl, finito agli arresti domiciliari giovedì assieme alla moglie Fabrizia Di Domenico, alla segretaria Nadia Nubile e al medico Fulvio De Arcangelis, presidente della 13ª commissione di invalidità con accuse gravissime che vanno dall’associazione per delinquere, alla corruzione, fino alla truffa e al falso.
Sono due gli appalti finiti nel mirino degli investigatori della squadra Mobile guidati da Nicola Zupo: il primo riguarda i lavori di ristrutturazione della sede del distretto (valore, 263 mila euro), il secondo l’acquisto di una apparecchiatura elettromedicale da 47 mila euro. Due casi nei quali sarebbero stati usati meccanismi diversi, ma con la stessa finalità: assegnare l’appalto a una impresa amica.
Per il pm Gennaro Varone, Riccardo Alderighi avrebbe turbato l’aggiudicazione dei lavori per la sistemazione del distretto «che Alderighi attribuiva di fatto direttamente alla ditta Demer srl, dando la mera parvenza di una gara informale (trattativa privata) con il predisporre preventivi di comodo che venivano sottoposti per la sottoscrizione ad altre ditte non effettivamente interessate».
È la conclusione a cui arrivano gli inquirenti ascoltando gli imprenditori che avrebbero partecipato alla selezione: uno di questi, si legge nell’ordinanza, «ha ammesso tranquillamente di avere sottoscritto un’offerta di comodo su richiesta dell’imprenditore, il quale gliela aveva anche predisposta: dichiarazione che getta una luce sinistra anche sugli altri preventivi occultamente presentati e gestiti da Alderighi».
Nel corso delle perquisizioni, gli uomini della Mobile scoprono che per l’esecuzione dei lavori del primo lotto (valore 44 mila euro), nel periodo ottobre-novembre 2007, il distretto riceve sei offerte. Questi preventivi, però, «presentano tutti una medesima veste grafica, che suggerisce la provenienza da una medesima fonte». Non solo, in un paio di casi «le manoscritture appaiono riconducibili a una medesima mano». Tra le proposte, poi, c’è anche quella di una ditta di vivai e facchinaggio che, rileva la procura, «non pare potesse avere attitudine a realizzare opere edili e impiantistiche». Il 14 novembre 2007, quindi, in base a questi preventivi, Alderighi affida i lavori alla Demer srl. Di questi pagamenti, la polizia avrebbe trovato riscontro. È ancora da accertare, invece, l’avvenuto pagamento dei lavori del secondo lotto, fino al totale di 263 mila euro.
Di certo, si legge nell’ordinanza, c’è che le opere vengono nuovamente affidate alla Demer. In relazione al secondo lotto, gli investigatori avrebbero rinvenuto cinque richieste di preventivo, tutte datate 9 giugno 1998, che presentano caratteristiche analoghe alle precedenti. E anche in questo caso, un titolare di azienda avrebbe ammesso «di avere sottoscritto una offerta di comodo», ancora una volta su richiesta dell’imprenditore, e «di averla firmata mentre si trovava di passaggio presso la sua ditta».
Secondo il gip Luca De Ninis, «dallo stato confusionario dei documenti pubblici acquisiti, di per sè indicativo dell’inesistenza sostanziale di qualunque procedura di selezione, sembra comprendersi che siano state esperite, apparentemente, due trattative private, mentre per il resto vi sono stati affidamenti diretti».
Diverso il caso dell’acquisto dell’apparecchiatura elettromedicale, uno spirometro di 2º livello, per il quale sarebbe stato utilizzato il criterio dell’infungibilità, che permette al committente di scegliere un solo prodotto perché è l’unico sul mercato con determinate caratteristiche: secondo l’accusa, sarebbe stato prima individuato il prodotto della ditta da preferire, per poi motivare la scelta e «consentire a una ditta determinata di presentare l’offerta vincente». Questa «blindatura» avrebbe sollevato la protesta scritta di una delle ditte partecipanti, ma la gara, alla fine, venne aggiudicata alla Sensor Medics srl il 31 marzo 2008.
È questo il sistema che fa scattare l’accusa di turbativa d’asta nel lungo elenco di accuse mosse dai magistrati di Pescara al dirigente Asl, finito agli arresti domiciliari giovedì assieme alla moglie Fabrizia Di Domenico, alla segretaria Nadia Nubile e al medico Fulvio De Arcangelis, presidente della 13ª commissione di invalidità con accuse gravissime che vanno dall’associazione per delinquere, alla corruzione, fino alla truffa e al falso.
Sono due gli appalti finiti nel mirino degli investigatori della squadra Mobile guidati da Nicola Zupo: il primo riguarda i lavori di ristrutturazione della sede del distretto (valore, 263 mila euro), il secondo l’acquisto di una apparecchiatura elettromedicale da 47 mila euro. Due casi nei quali sarebbero stati usati meccanismi diversi, ma con la stessa finalità: assegnare l’appalto a una impresa amica.
Per il pm Gennaro Varone, Riccardo Alderighi avrebbe turbato l’aggiudicazione dei lavori per la sistemazione del distretto «che Alderighi attribuiva di fatto direttamente alla ditta Demer srl, dando la mera parvenza di una gara informale (trattativa privata) con il predisporre preventivi di comodo che venivano sottoposti per la sottoscrizione ad altre ditte non effettivamente interessate».
È la conclusione a cui arrivano gli inquirenti ascoltando gli imprenditori che avrebbero partecipato alla selezione: uno di questi, si legge nell’ordinanza, «ha ammesso tranquillamente di avere sottoscritto un’offerta di comodo su richiesta dell’imprenditore, il quale gliela aveva anche predisposta: dichiarazione che getta una luce sinistra anche sugli altri preventivi occultamente presentati e gestiti da Alderighi».
Nel corso delle perquisizioni, gli uomini della Mobile scoprono che per l’esecuzione dei lavori del primo lotto (valore 44 mila euro), nel periodo ottobre-novembre 2007, il distretto riceve sei offerte. Questi preventivi, però, «presentano tutti una medesima veste grafica, che suggerisce la provenienza da una medesima fonte». Non solo, in un paio di casi «le manoscritture appaiono riconducibili a una medesima mano». Tra le proposte, poi, c’è anche quella di una ditta di vivai e facchinaggio che, rileva la procura, «non pare potesse avere attitudine a realizzare opere edili e impiantistiche». Il 14 novembre 2007, quindi, in base a questi preventivi, Alderighi affida i lavori alla Demer srl. Di questi pagamenti, la polizia avrebbe trovato riscontro. È ancora da accertare, invece, l’avvenuto pagamento dei lavori del secondo lotto, fino al totale di 263 mila euro.
Di certo, si legge nell’ordinanza, c’è che le opere vengono nuovamente affidate alla Demer. In relazione al secondo lotto, gli investigatori avrebbero rinvenuto cinque richieste di preventivo, tutte datate 9 giugno 1998, che presentano caratteristiche analoghe alle precedenti. E anche in questo caso, un titolare di azienda avrebbe ammesso «di avere sottoscritto una offerta di comodo», ancora una volta su richiesta dell’imprenditore, e «di averla firmata mentre si trovava di passaggio presso la sua ditta».
Secondo il gip Luca De Ninis, «dallo stato confusionario dei documenti pubblici acquisiti, di per sè indicativo dell’inesistenza sostanziale di qualunque procedura di selezione, sembra comprendersi che siano state esperite, apparentemente, due trattative private, mentre per il resto vi sono stati affidamenti diretti».
Diverso il caso dell’acquisto dell’apparecchiatura elettromedicale, uno spirometro di 2º livello, per il quale sarebbe stato utilizzato il criterio dell’infungibilità, che permette al committente di scegliere un solo prodotto perché è l’unico sul mercato con determinate caratteristiche: secondo l’accusa, sarebbe stato prima individuato il prodotto della ditta da preferire, per poi motivare la scelta e «consentire a una ditta determinata di presentare l’offerta vincente». Questa «blindatura» avrebbe sollevato la protesta scritta di una delle ditte partecipanti, ma la gara, alla fine, venne aggiudicata alla Sensor Medics srl il 31 marzo 2008.