Appalto Canadair, vittoria da 50 milioni per Spadaccini
La Protezione Civile condannata a risarcire la Sorem: così i giudici riabilitano l’imprenditore abruzzese cui era stato revocato unilateralmente il contratto
PESCARA . Non c’era alcun presupposto per annullare il contratto con la Sorem, la società di Giuseppe Spadaccini, il “Re dei Canadair”, che nel frattempo è fallita, schiacciata dai debiti. Una società, la Sorem, che disponeva della flotta più grande d’Europa, finita in liquidazione perché a un certo punto la pubblica amministrazione ha smesso di pagare.
A ripristinare legalità una sentenza della seconda sezione civile del tribunale di Roma, che ha condannato la Presidenza del Consiglio dei ministri, e il Dipartimento di Protezione civile, a versare alla società quasi sette milioni di euro per le prestazioni effettuate (e non pagate), e altri 45 milioni a titolo di risarcimento del danno.
Ora, dice l’avvocato Sabatino Ciprietti, legale di Spadaccini, la società potrebbe addirittura «tornare in bonis e riprendere a volare».
Era il 7 dicembre del 2005, quando la Protezione civile nazionale, allora diretta da Guido Bertolaso, aveva affidato alla Sorem di Spadaccini un appalto della durata di 9 anni, a decorrere dal 22 gennaio 2006, per il servizio anticendio boschivo, da svolgere con 16 Canadair. Il corrispettivo presunto era stato fissato in 352 milioni di euro, ma già dopo pochi mesi la Protezione civile, nonostante avesse più volte manifestato piena fiducia nei confronti della società, aveva iniziato a ritardare i pagamenti, fino a sospendere, nell’agosto del 2010, ogni versamento. A novembre dello stesso anno la decisione, da parte della Protezione civile, di risolvere unilateralmente in contratto.
A causa dei mancati pagamento la Sorem si era trovata in uno stato di profondo rosso, culminato con la messa in liquidazione della società.
Nel frattempo, Giuseppe Spadaccini, imprenditore originario della provincia di Chieti e nipote di Felice Spadaccini, esponente di spicco della Dc degli Anni ’80 ed ex presidente della Regione (1983-1985), aveva avuto guai di altro genere. Finito in un’inchiesta su una presunta frode milionaria, era stato arrestato assieme ad altre persone. Il giudizio penale a carico dell’imprenditore, a sette anni dall’arresto, è ancora in corso in attesa che si concluda il primo grado.
Nel 2011 il curatore fallimentare della Sorem ha però presentato un ricorso dinanzi al tribunale civile di Roma, nel quale ripercorre tutte le tappe della vicenda che hanno portato alla rescissione del contratto da parte della Protezione civile, chiedendo 70 milioni di euro a titolo il risarcimento dei danni. La Protezione civile si è costituita nel procedimento chiedendo essa stessa il risarcimento dei danni, esponendo una serie di motivi alla base della risoluzione del contratto, tra i quali presunte inadempienze, irregolarità amministrative e contabili, mancata riparazione di aeromobili incidentati, nonché le vicende penali riguardanti Spadaccini, all’epoca legale rappresentante della Sorem.
Tutte circostanze, scrive il giudice delegato Assunta Canonaco, «che non hanno trovato adeguato riscontro. Al contrario, risulta documentato che solo qualche mese prima dell’intervenuta risoluzione, la Protezione civile aveva certificato che la Sorem aveva adempiuto con regolarità alle prescrizioni contrattuali. alla luce di quanto sopra detto», si legge nella sentenza, «nessuna situazione di grave inadempienza alle obbligazioni contrattuali risulta provata in capo alla Sorem. Inoltre, la situazione di grave illiquidità e di conseguente disorganizzazione, in cui si è trovata a operare la Sorem deve attribuirsi al comportamento della pubblica amministrazione, che pure avendo dato atto del corretto adempimento alle prescrizioni contrattuali, ha poi omesso il pagamento delle prestazioni dovute».
E sul nuovo bando di gara per l’affidamento del servizio antincendio (il termine per la presentazione delle domande scadeva lo scorso 11 dicembre, mentre l’apertura delle offerte c’è stata due giorni dopo), già ci sono due esposti presentati tra il primo e il 9 dicembre, alla Procura della Repubblica del tribunale di Roma.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
A ripristinare legalità una sentenza della seconda sezione civile del tribunale di Roma, che ha condannato la Presidenza del Consiglio dei ministri, e il Dipartimento di Protezione civile, a versare alla società quasi sette milioni di euro per le prestazioni effettuate (e non pagate), e altri 45 milioni a titolo di risarcimento del danno.
Ora, dice l’avvocato Sabatino Ciprietti, legale di Spadaccini, la società potrebbe addirittura «tornare in bonis e riprendere a volare».
Era il 7 dicembre del 2005, quando la Protezione civile nazionale, allora diretta da Guido Bertolaso, aveva affidato alla Sorem di Spadaccini un appalto della durata di 9 anni, a decorrere dal 22 gennaio 2006, per il servizio anticendio boschivo, da svolgere con 16 Canadair. Il corrispettivo presunto era stato fissato in 352 milioni di euro, ma già dopo pochi mesi la Protezione civile, nonostante avesse più volte manifestato piena fiducia nei confronti della società, aveva iniziato a ritardare i pagamenti, fino a sospendere, nell’agosto del 2010, ogni versamento. A novembre dello stesso anno la decisione, da parte della Protezione civile, di risolvere unilateralmente in contratto.
A causa dei mancati pagamento la Sorem si era trovata in uno stato di profondo rosso, culminato con la messa in liquidazione della società.
Nel frattempo, Giuseppe Spadaccini, imprenditore originario della provincia di Chieti e nipote di Felice Spadaccini, esponente di spicco della Dc degli Anni ’80 ed ex presidente della Regione (1983-1985), aveva avuto guai di altro genere. Finito in un’inchiesta su una presunta frode milionaria, era stato arrestato assieme ad altre persone. Il giudizio penale a carico dell’imprenditore, a sette anni dall’arresto, è ancora in corso in attesa che si concluda il primo grado.
Nel 2011 il curatore fallimentare della Sorem ha però presentato un ricorso dinanzi al tribunale civile di Roma, nel quale ripercorre tutte le tappe della vicenda che hanno portato alla rescissione del contratto da parte della Protezione civile, chiedendo 70 milioni di euro a titolo il risarcimento dei danni. La Protezione civile si è costituita nel procedimento chiedendo essa stessa il risarcimento dei danni, esponendo una serie di motivi alla base della risoluzione del contratto, tra i quali presunte inadempienze, irregolarità amministrative e contabili, mancata riparazione di aeromobili incidentati, nonché le vicende penali riguardanti Spadaccini, all’epoca legale rappresentante della Sorem.
Tutte circostanze, scrive il giudice delegato Assunta Canonaco, «che non hanno trovato adeguato riscontro. Al contrario, risulta documentato che solo qualche mese prima dell’intervenuta risoluzione, la Protezione civile aveva certificato che la Sorem aveva adempiuto con regolarità alle prescrizioni contrattuali. alla luce di quanto sopra detto», si legge nella sentenza, «nessuna situazione di grave inadempienza alle obbligazioni contrattuali risulta provata in capo alla Sorem. Inoltre, la situazione di grave illiquidità e di conseguente disorganizzazione, in cui si è trovata a operare la Sorem deve attribuirsi al comportamento della pubblica amministrazione, che pure avendo dato atto del corretto adempimento alle prescrizioni contrattuali, ha poi omesso il pagamento delle prestazioni dovute».
E sul nuovo bando di gara per l’affidamento del servizio antincendio (il termine per la presentazione delle domande scadeva lo scorso 11 dicembre, mentre l’apertura delle offerte c’è stata due giorni dopo), già ci sono due esposti presentati tra il primo e il 9 dicembre, alla Procura della Repubblica del tribunale di Roma.
©RIPRODUZIONE RISERVATA