Architetto muore in moto dopo la festa del figlio
Luciano Di Giamberardino, 48 anni, abitava a Montesilvano Si è scontrato con un’auto di ritorno da Castellana, dove abitano i genitori
CEPAGATTI. La festa di compleanno per il figlio di quattro anni e poi la morte, in sella a quel potente scooterone Yamaha Tmax 500 comprato appena una settimana fa. Luciano Di Giamberardino, architetto e arredatore residente a Montesilvano che il 24 agosto avrebbe compiuto 49 anni, è morto pochi minuti dopo la mezzanotte di ieri lungo la regionale 602 che da Villanova porta a Pescara.
Tornava da Castellana di Pianella a Montesilvano, Luciano, preceduto dalla moglie Patrizia che in auto con i due figli di 4 e 20 anni rincasava dopo il compleanno del più piccolo festeggiato a casa dei nonni paterni, a Castellana appunto, in via dei Pini. Ma la fine è arrivata all’altezza della discoteca «Il dollaro», a causa di un violento frontale tra la Yamaha di Di Giamberardino e la Toyota Yaris condotta da un pensionato di Pianella di 66 anni, C.D.L., da ieri indagato per omicidio colposo.
Secondo la ricostruzione della polizia stradale di Pescara diretta da Silvia Conti, infatti, l’automobilista che viaggiava in direzione Pescara-Villanova avrebbe tagliato la strada al motociclista durante la manovra di svolta a sinistra avviata, presumibilmente, per raggiungere uno dei locali che si trovano sul lato della strada su cui viaggiava Di Giamberardino. Complice un dosso che l’auto percorreva in discesa, e la moto in salita, il frontale è stato inevitabile. A pagarlo con la vita, purtroppo, è stato il professionista originario di Castellana che in quello scontro è stato disarcionato dalla moto finendo a terra pochi metri più in là. La caduta violenta, che gli ha provocato gravi lesioni interne, lo ha portato alla morte quasi subito, tanto che all’arrivo dei sanitari del 118 non c’era già più nulla da fare. Una tragedia in cui la velocità c’entrerebbe ben poco, come attesta la caduta a pochi metri dalla moto, ma di cui i famigliari sono venuti a conoscenza solo ieri mattina: solo alle sette, infatti, gli agenti della polizia stradale sono riusciti a identificare il professionista che non aveva i documenti con sè: perfino la moglie, che si era avviata a casa poco prima di lui, indisposta da un lieve malore, era stata indotta a credere, dal rumore di una moto, che anche il marito fosse arrivato. E invece no. «Bastava che mio fratello rimanesse un minuto in più al bar Sorriso, dove era andato a salutare gli amici prima di ripartire, perché si salvasse», dice addolorata la sorella Valentina a cui è toccato il triste rito del riconoscimento. Primo di quattro fratelli, Luisa, Valentina e Giancarlo, Luciano Di Giamberardino abitava in via Colle Fiorito, a Montesilvano, dove con un socio aveva messo su la Geniuslab, una piccola società che si occupa di fabbricazioni di parti e accessori per mobili. «Adesso si stava aprendo uno studio da solo, come arredatore» riferisce ancora la sorella, «perché la sua passione è sempre stata quella di creare, di costruire». Dopo le scuole a Pianella e a Chieti, Di Giamberardino si era laureato in Architettura a Pescara, facendo di quel titolo la sua professione. Abitava a Montesilvano con la moglie, la figlia di 20 anni e il piccolo di 4, ma non aveva mai interrotto i contatti con la sua Castellana, dove abitano i genitori Dante ed Evalda. «È sempre stato il punto di riferimento», va avanti Valentina, «ha sempre aiutato tutti, a cominciare da me. Perché era buono». Quasi certamente domani i funerali a Castellana, nella chiesa di Santa Maria Lauretana.
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