Ma Orlando (Confcommercio) lo difende: «Attenzione, il voto nasconde sempre sorprese»
«Ardizzi deve dimettersi»
Camera di Commercio, imprese contro il presidente
PESCARA. «Per questi motivi, chiedo che Ardizzi si dimetta». Per sette volte, ieri mattina, nella sede dell’Unione degli industriali in via Raiale a Pescara, è stata ripetuta la frase che invitava Ezio Ardizzi a congedarsi dalla presidenza della Camera di Commercio di Pescara. Sette, come il numero dei rappresentati provinciali delle organizzazioni d’impresa di tutti i settori produttivi, che sedevano al tavolo dell’incontro: Mauro Angelucci, presidente di Confindustria Pescara, Bruno Santori di Confesercenti, Gianni Panza in rappresentanza dei sindacati, Samuele Lupidii dei consumatori, Claudio Sarmiento della Cia, Daniele Becci, presidente designato della Camera di Commercio e Carmine Salce della Cna. Un incontro organizzato per esprimere le posizioni dei 13 organismi presenti in sala sull’interruzione, chiesta da Ardizzi, dell’iter per il rinnovo del consiglio della Camera di Commercio di Pescara. Consiglio che, proprio ieri, si sarebbe dovuto riunire per eleggere il nuovo vertice scelto tra il presidente uscente, Ezio Ardizzi, in corsa per il terzo mandato, e il costruttore pescarese Daniele Becci. «Da chi governa ci aspettiamo interventi sostanziosi e non un accanimento alla poltrona prolungando di un anno la vita della Camera di Commercio. Per questo, chiedo che Ardizzi si dimetta», inizia Mauro Angelucci. «Com’è possibile che due ricorsi con lo stesso oggetto siano stati respinti dal Tar di Pescara e accolti dal Tar dell’Aquila?», si domanda Gianni Panza, alludendo al doppio intervento di Ardizzi a distanza di 24 ore. «Ardizzi sta paralizzando la Camera di Commercio e mi aspetto che si dimetta», prosegue il candidato ufficiale Daniele Becci. Le perplessità sul doppio ricorso al Tar di Ardizzi respinto dalla sede di Pescara e accolto dalle sede dell’Aquila, la richiesta di dar vita a una gestione più trasparente degli organismi camerali e l’isolamento del presidente che, dalla sua, potrebbe contare solo su sei componenti del consiglio camerale: sono stati questi i temi toccati ieri e culminati nell’invito alle dimissioni. «Ma l’urna nasconde sempre delle sorprese», ricorda Ernesto Orlando, direttore della Confcommercio Pescara, l’organizzazione schierata con Ardizzi e, assente, ieri mattina alla riunione. «Anche il passaggio tra il primo e il secondo mandato del presidente fu turbolento, ma poi è stato rieletto», prosegue Orlando. «Le dimissioni? No, sarebbero un errore. Ardizzi sta rispettando le regole e le norme; nella Camera di Commercio sta conducendo la sua partita, sta portando a termine il suo lavoro e nessuno può permettersi di bruciare le tappe». «Ma queste persone sanno cosa ha fatto il presidente nel corso di quasi dieci anni?», si domanda Orlando, per poi elencare: «Ardizzi ha riportato la Camera di Commercio ai vertici italiani, posizionandola tra le prime d’Italia. Ha rinnovato la sede dell’ente e, lui, è componente del comitato di presidenza nazionale di Unioncamere. L’ultima vittoria? Casa Italia, la sede del Coni al marina di Pescara durante i Giochi del Mediterraneo. E’ stata realizzata in due mesi». Orlando assicura che il clima nella Camera di Commercio di via Conte di Ruvo è sereno. Non si lascia impressionare dalla prova di forza e di coesione di ieri mattina, anzi, come conclude: «Potrebbe sembrare Davide contro Golia ma, ripeto, aspetto l’urna». |