LE ACCUSE / INTERCETTAZIONI E VIDEO
Arresto ex senatore Piccone, spuntano anche «favori sessuali»
L’ex segretario comunale Attili (ora ad Avezzano) lo definì «un imperatore»
CELANO. «Fare del bene è reato? Mi arrestassero». Si esprimeva così il senatore Filippo Piccone nell’ottobre 2018 in risposta a un articolo del Centro sull’inchiesta che riguardava appunto il Comune di Celano (chiusa con le 25 misure cautelari e altri 31 denunce). Secondo Piccone «si buttava fango sull’amministrazione». Due anni e quattro mesi dopo, Piccone è finito in carcere con una serie di accuse, ovviamente tutte da dimostrare.
FAVORI SESSUALI. Piccone, tra l’altro, è accusato anche di corruzione e istigazione alla corruzione: quale consigliere del Comune, con abuso della sua qualità di pubblico ufficiale e dei correlati poteri, prospettando a una donna la possibilità di conseguire un vantaggio indebito – ovvero l’aumento, non dovuto, da 15 a 30 delle ore settimanali di lavoro che la stessa, quale dipendente di una cooperativa, prestava al Comune di Celano – la induceva a prestazioni sessuali in suo favore. In un’altra occasione, sempre secondo le accuse (ci sono alcuni video), sollecitava la donna a promettergli favori sessuali dietro l’impegno di farle vincere un concorso pubblico per l’assunzione di personale al Comune di Celano.
«L’IMPERATORE». Piccone, secondo le accuse, era un vero e proprio dominus all’interno dell’amministrazione celanese, forte degli incarichi politici ricoperti in precedenza. Incarichi che nel tempo non solo gli avevano consentito di acquisire un notevole consenso elettorale ma anche una rete capillare di relazioni. Un potere gestito secondo logiche clientelari, sottolinea il gip, favorendo persone a lui conosciute o comunque vicine all’amministrazione. Posizione apertamente riconosciuta da Giampiero Attili che lo aveva addirittura definito «il padrone di Celano» o «l’imperatore».
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