Arrivano i rifornimenti idrici Il Comune chiede aiuto all’Aca
Dopo le infezioni gastrointestinali in paese, attivati quattro serbatoi, utilizzati da allevamenti e attività E si punta ad attingere dall’Azienda acquedottistica. Codici: sì alla class action. Scafa limita i consumi
SAN VALENTINO. Affrontare e superare l’emergenza legata all’acqua, scoperta dopo i moltissimi casi di infezioni gastrointestinali dei giorni scorsi, che ora sono in parte rientrati. Questo l’obiettivo del comune di San Valentino che ieri ha attivato i serbatoi per la distribuzione dell’acqua in paese (8000 litri) in quattro punti diversi, considerato che l’uso dell’acqua a scopo alimentare è stato vietato con una ordinanza del sindaco dopo le analisi di Asl e Arta che hanno fatto emergere la presenza di un batterio (Clostridium Perfringens, oltre a batteri coliformi) che rende non potabile l’acqua stessa.
Intanto ieri la Asl ha reso noti i primi risultati degli accertamenti sulle feci di alcuni dei pazienti colpiti dalla gastroenterite, effettuati per risalire alla causa di tutto, ed è emersa (su 6 dei 9 campioni analizzati) la presenza di Escherichia coli Entero-Patogeno (un germe che vive nelle feci umane), ma gli esami microbiologici e virologici dell’Unità operativa di Microbiologia e Virologia Clinica (diretta da Paolo Fazii) sono ancora in corso e sarà coinvolto l’Istituto zooprofilattico di Teramo.
Una emergenza, quella dell’acqua, che si è riversata anche a Scafa, dove arriva in minima parte l’acqua della sorgente Orfento, finita sotto accusa. E per Scafa l’Azienda consortile acquedottistica ha fissato dei paletti: dopo le analisi effettuate in questo comune è stato stabilito che l’acqua potrà essere usata solo per scopi non alimentari in quattro abitazioni che si trovano sulla strada provinciale San Valentino mentre va bollita, e solo dopo può essere usata per scopi alimentari, nelle utenze di Colli superiori, colli inferiori, contrada Decontra (nella zona a monte della chiesa). Nella parte restante del territorio di Scafa non ci sono, invece, limitazioni.
Il comune di San Valentino, che gestisce in proprio il servizio idrico, ha chiesto all’Aca di poter utilizzare temporaneamente l’acqua che arriva dall’acquedotto La Morgia, la cui gestione è proprio di competenza dell’Aca, per farla convogliare alla rete comunale, in modo da ripristinare il servizio. Nel frattempo il Comune si sta occupando della pulizia delle condotte, della estensione e ripetizione delle analisi chimiche su tutta la rete, dalla fonte di approvvigionamento al punto di erogazione, in modo da localizzare l’eventuale punto in cui è partita la contaminazione. E anche la Asl sta proseguendo le analisi sull’acqua.
Sul fronte del rifornimento ai cittadini, il Comune annuncia che oltre a posizionare i serbatoi a piazza Porta Grande, località San Giovanni, località Trovigliano e località Cerrone, sono stati distribuiti 3500 litri di acqua ad attività economiche e allevatori: in campo, con la protezione civile locale, quella di Mosciano Sant’Angelo.
Dall’associazione Codici, contattata da una coppia di cittadini di San Valentino, c’è la disponibilità a valutare le condizioni per una class action: «Va accertato», dice Gianni D’Andrea, «se esistono delle responsabilità da parte dei gestori, se sono stati creati danni, dopodiché potremmo costituirci parte civile». A Scafa il comune intende «porre in essere tutte le iniziative finalizzate alla tutela della salute degli scafesi, palesemente violata. Quanto accaduto è gravissimo», per il Comune, e vanno «individuati gli eventuali responsabili di questa endemia».
Intanto ieri la Asl ha reso noti i primi risultati degli accertamenti sulle feci di alcuni dei pazienti colpiti dalla gastroenterite, effettuati per risalire alla causa di tutto, ed è emersa (su 6 dei 9 campioni analizzati) la presenza di Escherichia coli Entero-Patogeno (un germe che vive nelle feci umane), ma gli esami microbiologici e virologici dell’Unità operativa di Microbiologia e Virologia Clinica (diretta da Paolo Fazii) sono ancora in corso e sarà coinvolto l’Istituto zooprofilattico di Teramo.
Una emergenza, quella dell’acqua, che si è riversata anche a Scafa, dove arriva in minima parte l’acqua della sorgente Orfento, finita sotto accusa. E per Scafa l’Azienda consortile acquedottistica ha fissato dei paletti: dopo le analisi effettuate in questo comune è stato stabilito che l’acqua potrà essere usata solo per scopi non alimentari in quattro abitazioni che si trovano sulla strada provinciale San Valentino mentre va bollita, e solo dopo può essere usata per scopi alimentari, nelle utenze di Colli superiori, colli inferiori, contrada Decontra (nella zona a monte della chiesa). Nella parte restante del territorio di Scafa non ci sono, invece, limitazioni.
Il comune di San Valentino, che gestisce in proprio il servizio idrico, ha chiesto all’Aca di poter utilizzare temporaneamente l’acqua che arriva dall’acquedotto La Morgia, la cui gestione è proprio di competenza dell’Aca, per farla convogliare alla rete comunale, in modo da ripristinare il servizio. Nel frattempo il Comune si sta occupando della pulizia delle condotte, della estensione e ripetizione delle analisi chimiche su tutta la rete, dalla fonte di approvvigionamento al punto di erogazione, in modo da localizzare l’eventuale punto in cui è partita la contaminazione. E anche la Asl sta proseguendo le analisi sull’acqua.
Sul fronte del rifornimento ai cittadini, il Comune annuncia che oltre a posizionare i serbatoi a piazza Porta Grande, località San Giovanni, località Trovigliano e località Cerrone, sono stati distribuiti 3500 litri di acqua ad attività economiche e allevatori: in campo, con la protezione civile locale, quella di Mosciano Sant’Angelo.
Dall’associazione Codici, contattata da una coppia di cittadini di San Valentino, c’è la disponibilità a valutare le condizioni per una class action: «Va accertato», dice Gianni D’Andrea, «se esistono delle responsabilità da parte dei gestori, se sono stati creati danni, dopodiché potremmo costituirci parte civile». A Scafa il comune intende «porre in essere tutte le iniziative finalizzate alla tutela della salute degli scafesi, palesemente violata. Quanto accaduto è gravissimo», per il Comune, e vanno «individuati gli eventuali responsabili di questa endemia».