Asl, dal 16 aprile part time revocati
I lavoratori devono tornare al tempo pieno. Cobas in agitazione
PESCARA. Dal 16 aprile, quasi tutti i dipendenti della Asl di Pescara con contratto part time precedente al 25 giugno'08 dovranno prestare lavoro a tempo pieno. Lo dispone una comunicazione del dipartimento Affari del personale e legali. In questa situazione si dovrebbero trovare almeno 200 lavoratori tra Pescara, i presidi ospedalieri di Penne e Popoli e i vari distretti territoriali. Gli unici part time esclusi dal provvedimento sono quelli motivati con le patologie tumorali, i figli conviventi di età non superiore ai 13 anni e i portatori di handicap ai sensi della Legge 241 del 1990. Chi si trova in questa situazione, entro giovedì 7 aprile, deve presentare al direttore generale della Asl Claudio D'Amario una domanda di mantenimento del part time, allegando un'autocerficazione e i documenti che attestano il possesso dei requisiti di legge. Il sindacato Cobas sanità è già sul piede di guerra. Il segretario provinciale Marco Di Matteo contesta apertamente il provvedimento. «La motivazione addotta dalla Asl non riveste alcun valore», dice. «La Legge 183 del 2010, citata dalla Asl, prevede che entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge, nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede, si possono sottoporre a nuova valutazione i provvedimenti di concessione della trasformazione dei posti da part time a full time. Dunque, "si possono" e non "si devono". Tra l'altro, la Asl invece di fare una nuova valutazione caso per caso, come sarebbe stato giusto, ha annullato arbitrariamente i contratti part time. Altro che correttezza e buona fede. I dipendenti sono in manifesta agitazione perché le ripercussioni sulle famiglie saranno pesanti. Basta riflettere su un particolare: chi ha strutturato la propria vita su un tipo di impegno, si troverà ad operare su tre turni lavorativi e con un preavviso di pochi giorni». Cobas sanità ha conferito mandato all'avvocato Luca De Felice di fornire un parere legale in merito. A De Felice si sono affidati singolarmente alcuni lavoratori destinatari della raccomandata spedita dalla Asl e, quindi, è già aperta la via legale della vicenda. Non va neppure escluso che altri lavoratori si siano rivolti ad avvocati di fiducia. «La strategia della Asl è macchiata da numerosi errori», dice l'avvocato pescarese. «Tanto per cominciare, siamo di fronte a un contratto di lavoro che solo una delle due parti che l'hanno stipulato vuole cambiare. La cosa non è possibile. Sottolineo un particolare: c'è l'assoluta mancanza di un contraddittorio. La legge è chiarissima, ma qualche funzionario della Asl l'ha interpretata male. "Le amministrazioni possono sottoporre a nuova valutazione i contratti part time", cita l'articolo 16. Nel caso di Pescara, non si valuta nulla: viene imposta una decisione che fa comodo solo all'azienda perché copre i tre turni senza nuove assunzioni».
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