Asl, sul sito il premio a D'Amario non esiste

La difesa di Chiodi: i manager abruzzesi sono tra i meno pagati d'Italia

PESCARA. Non esistono, sul sito della Asl di Pescara, i premi di 34 mila euro al direttore generale Claudio D'Amario, 27 mila al direttore sanitario Fernardo Guarino e altri 27 mila a Tea Di Pietro e Domenico Carano, i due direttori amministrativi che si sono alternati tra 2009 e 2010. In un settore del sito, chiamato «trasparenza», sono pubblicati i compensi di D'Amario (113.620,80 euro) e di Guarino e Carano (90.896,64 a testa). Ma, per tutti e tre, mancano i premi attribuiti con il sì della Regione Abruzzo.

Dal 14 febbraio 2009, giorno della nomina di D'Amario a manager Asl, fino a oggi sono state approvate più di 3.500 delibere: appalti della sanità, assunzioni, licenziamenti, ricorsi su ricorsi e ordinaria amministrazione. Sempre dal 14 febbraio 2009 a oggi sul sito Internet della Asl sono state pubblicate 11 delibere: una nel 2009, cinque nel 2010 e altre cinque quest'anno. Sui siti Internet delle altre tre Asl abruzzesi, Teramo, Chieti e L'Aquila, sono pubblicate tutte le delibere ed è possibile consultare l'archivio. A Pescara, invece, l'albo pretorio è un vicolo cieco: non si può sapere niente di più dei numeri e dei titoli delle delibere.

Tra gli 11 atti pubblicati in tre anni sul sito della Asl di Pescara, nello spazio chiamato «delibere», non c'è la numero 1.325 che, il 13 dicembre dell'anno scorso, ha assegnato i premi di produttività per un conto di 88 mila euro.

Il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi conferma che lo stipendio dei manager della sanità è composto da una parte fissa e dai premi: «I direttori generali delle Asl abruzzesi», spiega il governatore, «percepiscono i compensi più bassi d'Italia, lo ha detto anche un'inchiesta del Sole 24 ore. Con la giunta di centrodestra i compensi dei direttori generali sono stati sensibilmente ridotti. Questi sono numeri su cui non si può fare demagogia. Oggi i nostri manager percepiscono compensi che si compongono di una quota fissa e una variabile. E quest'ultima», afferma Chiodi, «viene elargita solo nel caso in cui la valutazione dell'operato sia giudicata positiva dalla giunta regionale. Non a caso, l'elargizione arriva dopo 18 mesi e quindi dopo l'elaborazione del giudizio. Noi siamo contro i privilegi e a favore del merito. Vorrei però anche ricordare che i primari dei nostri ospedali percepiscono stipendi superiori a quelli dei direttori generali».

Chiodi rivendica «una azione di forte rigore e contenimento dei costi. Non vorrei che tra la gente emergesse la sensazione che la giunta elargisce prebende e privilegi». Quanto alla necessità della trasparenza delle delibere, Chiodi è d'accordo: «Ma l'uso degli atti», dice, «non deve essere strumentale».

Finora la delibera 1.325 è stata negata al Centro per mancanza di un «interesse qualificato»: il 26 settembre scorso abbiamo chiesto la delibera per la seconda volta e la Asl si è presa un mese di tempo per rispondere.

Ma perché le delibere non sono pubblicate su Internet? In un pronunciamento del difensore civico comunale, l'avvocato Giovanni Stramenga, proprio sull'accesso negato alla delibera 1.325 c'è un richiamo al decreto legislativo 150 del 2009 che, all'articolo 11, stabilisce che le pubbliche amministrazioni devono mettersi a nudo per favorire il controllo dei cittadini. Anche su Internet: «La trasparenza è intesa come accessibilità totale, anche attraverso la pubblicazione sui siti istituzionali delle amministrazioni pubbliche, delle informazioni concernenti ogni aspetto dell'organizzazione».

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