Assalto dei pescatori alla direzione marittimaLancio di pietre e Asse attrezzato bloccato
Pescara, la protesta della marineria per il mancato dragaggio: assalto alla sede della direzione marittima lanci di pietre contro le finestre e vetrata di ingresso sfondata a calci e pugni. Occupato l'Asse attrezzato:traffico in tilt
PESCARA. Assalto alla sede della direzione marittima di Pescara da parte di rappresentanti della locale marineria che, esasperata dal problema dragaggio del fiume Pescara, chiede risposte urgenti. A colloquio con il comandante della direzione marittima, capitano di vascello Pietro Verna, gli esponenti della marineria avevano chiesto l'immediata chiusura del porto pescarese e lo sversamento in mare dei fanghi.
Il colloquio però è durato pochissimo: non appena il comandante ha fatto presente l'impossibilità di chiudere lo scalo marittimo fino a quando fosse rimasto agibile, i rappresentanti dei pescatori hanno abbandonato il "tavolo" e dall'esterno è partita una protesta dei marittimi presenti con lanci di pietre contro le finestre e, alla fine, lo sfondamento della vetrata di ingresso a calci e pugni. Ora la protesta si è spostata all'ingresso della vicina sede della Provincia di Pescara. Oltre cento i manifestanti.
Sul posto erano già presenti una cinquantina di agenti di polizia che avevano affrontato i primi momenti di tensione verificatisi stamani all'avvio della protesta, quando cassonetti di rifiuti erano stati rovesciati in terra, bloccando di fatto l'ingresso dell'asse attrezzato Pescara-Chieti all'altezza di piazza Italia. Ora nell'area stanno convergendo altri agenti e carabinieri.
L'ennesima protesta giunge a due anni e mezzo dall'allarme lanciato per lo stato dei fondali del fiume Pescara. I marittimi lamentano il fatto che il dragaggio, così come è fatto oggi, serva "solo a buttare a mare soldi pubblici".
Il colloquio però è durato pochissimo: non appena il comandante ha fatto presente l'impossibilità di chiudere lo scalo marittimo fino a quando fosse rimasto agibile, i rappresentanti dei pescatori hanno abbandonato il "tavolo" e dall'esterno è partita una protesta dei marittimi presenti con lanci di pietre contro le finestre e, alla fine, lo sfondamento della vetrata di ingresso a calci e pugni. Ora la protesta si è spostata all'ingresso della vicina sede della Provincia di Pescara. Oltre cento i manifestanti.
Sul posto erano già presenti una cinquantina di agenti di polizia che avevano affrontato i primi momenti di tensione verificatisi stamani all'avvio della protesta, quando cassonetti di rifiuti erano stati rovesciati in terra, bloccando di fatto l'ingresso dell'asse attrezzato Pescara-Chieti all'altezza di piazza Italia. Ora nell'area stanno convergendo altri agenti e carabinieri.
L'ennesima protesta giunge a due anni e mezzo dall'allarme lanciato per lo stato dei fondali del fiume Pescara. I marittimi lamentano il fatto che il dragaggio, così come è fatto oggi, serva "solo a buttare a mare soldi pubblici".
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