Asse attrezzato Chieti-Pescara, l’Anas paga gli espropri dopo 40 anni

15 Novembre 2015

Il liquidatore del consorzio industriale Sutti: "Sbloccati 11 milioni di euro, ora possiamo risarcire i proprietari dei terreni"

PESCARA. I proprietari dei terreni, espropriati nel 1975 per realizzare l’Asse attrezzato, riceveranno finalmente i soldi che gli spettavano di diritto. Ieri Antonio Sutti, presidente del collegio dei liquidatori del Consorzio industriale Chieti-Pescara, proprietario della tangenziale, ha annunciato lo sblocco di 11 milioni di euro necessari per procedere ai risarcimenti. Sarà l’Anas, ossia il gestore dell’Asse attrezzato, ad occuparsi dell’intera procedura che è in dirittura d’arrivo. Devono ancora essere completati alcuni passaggi tecnici, poi l’azienda nazionale per le strade e autostrade italiane provvederà ai rimborsi. «Già nei primi mesi dell’anno prossimo potrebbe cominciare l’erogazione delle somme dovute», ha ipotizzato Sutti.

Gli espropriati attendono da 40 anni quei risarcimenti e ora sembra che i problemi, che non consentivano di procedere alla liquidazione delle somme stabilite, siano stati superati. Sutti, appena insediatosi alla presidenza del collegio, si è messo al lavoro per sbloccare la situazione dei risarcimenti. «Tutto ciò è stato possibile grazie alle capacità del presidente della Regione Luciano D’Alfonso», ha affermato il presidente del collegio dei liquidatori. Per la verità, il problema dei rimborsi ha seguito di pari passo il destino infausto del consorzio industriale, immerso in un mare di debiti. Gli espropri dei terreni, tra Pescara e Chieti, sono avvenuti nel 1975, quando è stato realizzato il primo tratto di 13,7 chilometri dell’Asse attrezzato. Il consorzio industriale era intenzionato a risarcire i proprietari, ma alcuni di questi hanno fatto causa all’ente richiedendo somme maggiori di quelle offerte. Le sentenze hanno dato ragione ai privati, ma nel frattempo il consorzio non aveva più la liquidità necessaria per pagare i proprietari. A lavori ultimati dell’Asse, sempre per mancanza di fondi, il consorzio è stato costretto, nel 1983, ad assegnare all’Anas la gestione dell’intero percorso.

Ora, il consorzio industriale è ancora pieno di debiti, cresciuti dal 2011 ad oggi, cioè da quando è stato messo in liquidazione, da 27 a circa 30 milioni di euro, di cui ben 11 riguardano i rimborsi degli espropri.

Ma ora il futuro dell’ente è a una svolta. I 9 dipendenti passeranno all’Arap, l’azienda regionale nata dalla fusione di sei consorzi industriali abruzzesi. Quello di Chieti-Pescara, per ridurre l’enorme debito, provvederà a vendere all’asta alcuni beni alienabili. Nel patrimonio ci sono anche strade e fogne, ma queste non possono essere cedute. Il consorzio spera in un aiuto dalla Regione per pagare il resto dei debiti.

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