Asterope, settecento firme per non perdere il cinema

Francavilla, la petizione avviata da un gruppo di donne appassionate di film La famiglia Di Fabio: è ancora possibile salvare la sala, ma bisogna fare in fretta

FRANCAVILLA. Il cinema si può salvare, e ci sono 700 cittadini oltre a diverse associazioni disposte a farlo. Il problema sono i tempi. Bisogna fare in fretta, e soprattutto occorre concretezza, raccomanda Andrea Di Fabio, figlio e fratello degli storici proprietari del cinema Asterope di Francavilla.

Da quando Benito e Vitale non ci sono più, scomparsi uno a pochi mesi di distanza dall'altro, non c'è più nessuno della famiglia che possa occuparsi della storica sala di Francavilla, l'ultima rimasta nella cittadina, dotata di proiettore digitale e appartenente al circuito delle prime visioni cinematografiche.

Da quando il cinema è chiuso, il 26 gennaio scorso, è partita l'iniziativa del consigliere comunale Roberto Angelucci per provare a salvare il cinema, affinché Francavilla non perda la sua sala Asterope. La voce si è diffusa, e proprio due giorni fa un gruppo di privati cittadini, capitanato da donne appassionate di film, ha depositato in municipio circa 700 firme per chiedere attenzione sul problema. Subito si è svolto un incontro col consigliere Angelucci e con alcune associazioni che potrebbero assumere la gestione della sala una volta acquistata, e sembra che anche l'amministrazione comunale di Antonio Luciani voglia dedicarsi alla causa, tanto che è stato fissato un incontro in Comune il 9 aprile per discuterne.

Ma intanto il proprietario del cinema Asterope, contattato ribadisce: «Ho saputo dal giornale dell'incontro che si è svolto e da Angelucci, che ringrazio, della prossima riunione in municipio. Tutte le iniziative sono buone per salvare il locale, ma tengo a precisare che la famiglia Di Fabio non riapre il cinema non perché non ne abbia le possibilità economiche, ma perché i sognatori del cinema, mio padre e mio fratello, non ci sono più. Mia madre è anziana e non può proseguire l'attività e io stesso ho preso un'altra strada. Con la morte di Vitale e Benito il cinema per noi è un discorso chiuso. Aspettiamo proposte serie, ma soprattutto aspettiamo concretezza» .

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