Attentati di Boston, la testimonianza di un'abruzzese "Ho superato il traguardo poi è scoppiato l’inferno"

Debora Nanni, 39 anni, di Chieti, ripercorre i momenti della tragedia e rassicura gli amici su facebook: "Solo tanta paura"

CHIETI. «Debora è un vulcano, di quelli che non si fermano mai». Nelle parole della signora Nuccia tutto l’orgoglio di una madre che ha visto la figlia crescere nello sport, e che lunedì sera ha vissuto attimi di paura alla notizia dell’attentato a Boston. Già, perché Debora Nanni a Boston c’era quando sono scoppiati i due ordigni dell’attentato terroristico. La ragazza, trentanovenne, è ancora negli Stati Uniti e rientrerà domani in Italia. Originaria di Chieti, Debora è una sportiva vera. A Boston ha corso la sua quinta maratona internazionale dopo quelle di New York, Berlino, Londra e Chicago. «Poco prima di avere la notizia dell’attentato», racconta la mamma, «noi eravamo collegati su internet ed avevamo visto che Debora il traguardo l’aveva già superato, aveva terminato la gara». La famiglia attraverso l’accesso ad un sito web con apposite credenziali era riuscita a vedere le tappe superate dalla maratoneta ed i tempi di gara.

«Poi abbiamo saputo che erano scoppiate le bombe, e siamo stati in pena. Abbiamo atteso con ansia una chiamata, che è arrivata quando in Italia erano da poco passate le 21», prosegue il racconto la signora Nuccia, «e abbiamo tirato un sospiro di sollievo». La ragazza non aveva il cellulare con sé, gli atleti in corsa non lo portano mai, e comunque le linee telefoniche erano fuori uso, quindi nell’immediato non avrebbe potuto chiamare casa. Così, appena possibile, avrebbe chiesto in prestito il cellulare ad un passante, giusto per chiamare in Italia e tranquillizzare la sua famiglia. «Ci ha chiamati singhiozzando», ha proseguito la madre, «e ci ha riferito che l’esplosione era avvenuta a pochi metri da lei e una manciata di minuti dopo che aveva tagliato il traguardo. Ci ha detto che lì dove si trovava sembrava fosse scoppiato l’inferno».

Attorno a mezzanotte, poi, la ragazza aveva tranquillizzato anche gli amici che su Facebook le chiedevano come stesse. «Non posso telefonare ma grazie a Dio sto bene, anche se sono abbastanza scioccata, grazie per il sostegno», aveva risposto in inglese ad un’amica che si era interessata. «Poi», ha proseguito la signora, «siamo stati in pena per il suo compagno, che era alla maratona con lei ma che dopo l’attentato non si trovava. Solo in tarda serata abbiamo scoperto il lieto fine: anche lui era sano e salvo». Il ragazzo, atleta anche lui, non è abruzzese.

La famiglia Nanni ha preso un grande spavento. Appassionata di viaggi e di sport, la maratoneta ha girato il mondo, anche grazie alla sua approfondita conoscenza della lingua inglese. «Mia figlia è un vulcano è sempre in giro», fa sapere ancora la mamma. Secondo quanto riscontrato dalla famiglia della ragazza, Debora sarebbe l’unica abruzzese iscritta alla maratona di Boston. Nella giornata di domani rientrerà in Italia, forse orgogliosa di aver tagliato un altro traguardo, ma rattristata e sconvolta per aver visto l’esplosione davanti ai suoi occhi.

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