Il Centrino
Australia mon amour: viaggi ed esperienze all'estero
Utilità linguistica, vacanza e crescita personale: ecco uno degli argomenti che trovate oggi sul giornale dei ragazzi
PESCARA. A diciassette anni ti chiedi spesso quanti piercing vorresti farti, di che colore tingerti i capelli, dove vorresti andare in vacanza e magari anche che tatuaggio inciderti sulla pelle. Una volta, senza rendercene conto, abbiamo risposto contemporaneamente "l'Australia". Non c'è un motivo per cui ti senti particolarmente legato a qualcosa, ma dal momento in cui sei disposto a tatuartelo sulla pelle, per sempre, significa che quel qualcosa è davvero importante per te. Tre mesi per un "exchange student" sono apparentemente pochi e molti potrebbero pensare che riducendo il tempo le emozioni provate diminuiscano a loro volta, ma in realtà le provi tutte molto più intensamente in un periodo di tempo così breve che ti sembra di aver vissuto in un sogno. Se qualcuno ci chiedesse perché abbiamo deciso di partire non potremmo dare una risposta unica. Entrambe avevamo come obiettivo principale quello linguistico, ma volevamo vivere anche in una realtà a 360 gradi diversa dalla nostra, quindi abbiamo scelto l'Australia. Una di noi perché sognava di studiare biologia marina nell'oceano, l'altra perché aveva visto su Instagram la foto di un albero sotto un cielo stellato, innamorandosene. E dato che i desideri, se realmente voluti, si avverano, la barriera corallina è stata un ottimo manuale di fauna ittica, e per puro caso quello stesso albero è stato visto, ma sfortunatamente con la pioggia.
Durante il viaggio di ritorno, un ragazzo seduto accanto a noi, anche lui di rientro a casa dopo un trimestre in Australia, ha ci detto: "Adesso, tornando alla quotidianità, ci renderemo conto che tutto ciò che abbiamo vissuto lo conosciamo solo e soltanto noi, perché un'esperienza simile non può essere raccontata, né tanto meno compresa". Descrivere quest'esperienza a parole adesso ci sembra un po' riduttivo, ma eravamo state ben avvertite di questa possibile sensazione dall'organizzazione che ci ha accompagnato nel nostro viaggio, la Wep. Entrambe abbiamo vissuto questa esperienza in maniera simile, perché vivevamo nella stessa città del Queensland, Gold Coast, ma allo stesso tempo completamente diversa. Una di noi ha convissuto in una casetta con una signora sulla sessantina sempre allegra e sorridente, ma completamente negata in cucina. L'altra in un bell'appartamento con una coppia di giovani insegnanti apparentemente normali, che però le hanno fatto trascorrere giornate "da incubo". Per fortuna però in casa con lei c'era una "host sister" brasiliana, Maria, ossia un'altra ragazza che aveva scelto di fare questa esperienza, e che ha rappresentato la sua intera e unica famiglia lì.
Entrambe abbiamo frequentato High Schools, con tanto di divisa e squadre di football australiano al seguito, vivendo una full-immersion nella loro realtà che giorno dopo giorno è diventata anche la nostra. Un grande timore prima della partenza erano le amicizie: riuscirò a conoscere qualcuno? E se nessuno volesse uscire con me? Ma in poco tempo tutte le paure sono volate via. Anzi, abbiamo scoperto un lato del nostro carattere che non immaginavamo di possedere. Ci siamo "rimboccate le maniche" e abbiamo cucito rapporti che, con il senno di poi, possiamo dire si sono trasformati in "vere amicizie". In Australia ti rendi conto, in effetti, di non essere mai solo. Certo, sei dall'altra parte del mondo, ma accanto a te ci sono ragazzi che provengono da ogni Paese e che vivono la tua stessa esperienza. Ci si sente internazionali, senza confini, tutto appare più a portata di mano e possibile. Rapporti veri, altro che Internet. I legami che si instaurano con loro hanno un'intensità particolare, difficile da rivivere a casa. Nonostante qui a Pescara dove viviamo ci siano persone, amici, che con il tempo sono diventate "le nostre persone", con quelle conosciute lì c'è un feeling talmente forte che l'unico aggettivo da potergli accostare è "magico". Ovviamente prima di partire avevamo delle aspettative e, nonostante non tutte si siano realizzate, abbiamo capito che il bello di un'esperienza sta proprio in questo, nelle cose che non ti aspetti. Tutti parlano di girare il mondo, vedere posti nuovi, conoscere persone tanto diverse da noi, tutti parlano di andar via. Ma poi come si torna a casa? Una parte dell'Australia sarà per sempre dentro di noi, perché forse lì è l'unico posto dove abbiamo conosciuto davvero noi stesse.