Autista Tua aggredito da padre e figlio
Il conducente della linea 21: il ragazzo mi ha colpito perché non avevo aperto la porta, il giorno dopo due pugni dal genitore
PESCARA. Doppia aggressione in poche ore per un autista della Tua della linea 21. A raccontarla è lui stesso, ancora scosso per quanto avvenuto mercoledì pomeriggio sull’autobus, in zona Sant’Alfonso, a Francavilla, e poi la mattina successiva, nel deposito della Tua di via Aterno a Pescara.
«Mercoledì mi sono fermato per far salire una ragazza e ho aperto solo la porta davanti, visto che nessuno a bordo aveva prenotato la fermata. Dal fondo dento urla e insulti pesanti nei miei confronti da parte di un ragazzetto di 16-17 anni. Gli ho aperto la porta, ma ciononostante lo stesso ragazzo mi ha raggiunto continuando a inveire contro di me. Mi sono alzato, gli ho chiesto che problema avesse e lui mi ha sferrato un pugno al volto. Sono finito per terra, mi hanno soccorso gli altri passeggeri, mentre il ragazzo si allontanava. E poi mi sono rimesso alla guida». Ma il giorno successivo il secondo roun, Ad aspettarlo al depositodella Tua, quando intorno alle 13 è andato a prendere servizio, il padre di quel ragazzo. «Mi ha chiesto se ero l’autista del 21, sosteneva che io avessi aggredito il figlio e subito mi ha dato due pugni in faccia. Sno caduto a terra, è arrivata la polizia, in quelle condizioni non potevo guidare e mi hanno portato al pronto soccorso». La prognosi è di 5 giorni, ma ci vorrà molto di più per ridare tranquillità al lavoratore sottoposto quotidianamente, racconta, come gli altri suoi colleghi, a minacce e insulti. Per questo sull’episodio è intervenuto il segretario regionale di Orsa Trasporti Abruzzo, Alex Orlandi: «L’episodio è nato da un disguido: un giovane, senza aver prenotato la fermata, ha tentato di scendere dalla porta sbagliata. L’autista, accortosi della situazione, ha aperto la porta, ma il ragazzo, già agitato, ha reagito con insulti e urla. E quando il conducente si è avvicinato per comprendere i motivi di una reazione così esagerata, il giovane lo ha aggredito con pugni al volto, facendolo cadere a terra. Solo l’intervento dei passeggeri ha interrotto l’aggressione, mentre il giovane si è dileguato. Il giorno successivo, nonostante il volto tumefatto, l’autista è tornato al lavoro con grande senso di responsabilità. Ma ad attenderlo in deposito, però, c’era il padre del giovane aggressore, che lo ha colpito nuovamente. Si tratta dell’ennesimo atto di violenza nei confronti dei lavoratori di Tua, fenomeno in preoccupante crescita». E Orlandi aggiunge: «Tua è pienamente consapevole dei rischi che i suoi dipendenti affrontano ogni giorno, ma non fa nulla per proteggerli. I lavoratori si sentono in pericolo e abbandonati». Di qui l’appello: «Chiediamo alla Regione, in collaborazione con Tua e le forze dell’ordine, di adottare misure concrete per garantire la sicurezza dei conducenti di mezzi pubblici. Riteniamo che l’installazione a bordo di videocamere a circuito chiuso possa essere un passo utile, ma non è sufficiente da sola».
E per sollecitare un intervento urgente, l’Organizzazione dei sindacati autonomi trasporti si è affidato all’avvocato Alessandro Peca: «Stiamo preparando un esposto per denunciare l’inefficacia delle attuali misure di sicurezza per i conducenti di mezzi pubblici». (s.d.l.)
«Mercoledì mi sono fermato per far salire una ragazza e ho aperto solo la porta davanti, visto che nessuno a bordo aveva prenotato la fermata. Dal fondo dento urla e insulti pesanti nei miei confronti da parte di un ragazzetto di 16-17 anni. Gli ho aperto la porta, ma ciononostante lo stesso ragazzo mi ha raggiunto continuando a inveire contro di me. Mi sono alzato, gli ho chiesto che problema avesse e lui mi ha sferrato un pugno al volto. Sono finito per terra, mi hanno soccorso gli altri passeggeri, mentre il ragazzo si allontanava. E poi mi sono rimesso alla guida». Ma il giorno successivo il secondo roun, Ad aspettarlo al depositodella Tua, quando intorno alle 13 è andato a prendere servizio, il padre di quel ragazzo. «Mi ha chiesto se ero l’autista del 21, sosteneva che io avessi aggredito il figlio e subito mi ha dato due pugni in faccia. Sno caduto a terra, è arrivata la polizia, in quelle condizioni non potevo guidare e mi hanno portato al pronto soccorso». La prognosi è di 5 giorni, ma ci vorrà molto di più per ridare tranquillità al lavoratore sottoposto quotidianamente, racconta, come gli altri suoi colleghi, a minacce e insulti. Per questo sull’episodio è intervenuto il segretario regionale di Orsa Trasporti Abruzzo, Alex Orlandi: «L’episodio è nato da un disguido: un giovane, senza aver prenotato la fermata, ha tentato di scendere dalla porta sbagliata. L’autista, accortosi della situazione, ha aperto la porta, ma il ragazzo, già agitato, ha reagito con insulti e urla. E quando il conducente si è avvicinato per comprendere i motivi di una reazione così esagerata, il giovane lo ha aggredito con pugni al volto, facendolo cadere a terra. Solo l’intervento dei passeggeri ha interrotto l’aggressione, mentre il giovane si è dileguato. Il giorno successivo, nonostante il volto tumefatto, l’autista è tornato al lavoro con grande senso di responsabilità. Ma ad attenderlo in deposito, però, c’era il padre del giovane aggressore, che lo ha colpito nuovamente. Si tratta dell’ennesimo atto di violenza nei confronti dei lavoratori di Tua, fenomeno in preoccupante crescita». E Orlandi aggiunge: «Tua è pienamente consapevole dei rischi che i suoi dipendenti affrontano ogni giorno, ma non fa nulla per proteggerli. I lavoratori si sentono in pericolo e abbandonati». Di qui l’appello: «Chiediamo alla Regione, in collaborazione con Tua e le forze dell’ordine, di adottare misure concrete per garantire la sicurezza dei conducenti di mezzi pubblici. Riteniamo che l’installazione a bordo di videocamere a circuito chiuso possa essere un passo utile, ma non è sufficiente da sola».
E per sollecitare un intervento urgente, l’Organizzazione dei sindacati autonomi trasporti si è affidato all’avvocato Alessandro Peca: «Stiamo preparando un esposto per denunciare l’inefficacia delle attuali misure di sicurezza per i conducenti di mezzi pubblici». (s.d.l.)