PESCARA
Bancarotta e riciclaggio, l’indagine partita da una gelateria
Gli agenti della polizia locale controllano i permessi ma scoprono i prestanomi
PESCARA. L’indagine condotta dalla Municipale di Pescara sulla bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio in una società di ristorazione, prende le mosse nell’aprile del 2023 nel corso di un accertamento della polizia locale in un laboratorio di pasticceria, gastronomia e gelateria in via Sicilia della ditta Bar Basso.
E quando la Municipale ha iniziato a capire chi effettivamente ci fosse dietro quelle attività che coinvolgevano anche altre società è arrivata al contabile, Enzo Mazzocchetti, che aveva un "buco" di ufficio proprio dentro il laboratorio di via Sicilia, comune denominatore, in quanto contabile anche di un altro imprenditore da anni operante a Pescara (con bar e panifici) che sarebbe stato il primo contatto di Paquale Garofalo a Pescara.
Da qui l’iscrizione nel registro degli indagati di una lunga serie di personaggi: veri titolari e prestanomi di alcune conosciute attività commerciali di Pescara, nonché di altri personaggi legati alle attività milanesi del napoletano Garofalo. E ascoltando le utenze di questi soggetti, dove due figure di secondo piano chiacchieravano sui ruoli di prestanome che avevano assunto per conto del loro titolare di Pescara, sarebbe emersa per analogia la figura di Pasquale Garofalo e del suo prestanome che era appunto Anna Paola Cavaliere, moglie di Adamo Di Natale che gestiva fittiziamente Le Terrazze roof garden
Emergeva anche che il napoletano «si avvaleva del principale uomo di fiducia del gestore del laboratorio, Enzo Mazzocchetti, per gli aspetti contabili - come si legge nella misura cautelare - delle attività riferibili alle società Floor Six e Mika Production, anche quest’ultima certamente riferibile in maniera occulta a Garofalo». Quest’ultimo, pur essendo «soggetto sconosciuto alle banche dati e al Fisco, movimenta ogni anno ingenti capitali monetari e gestisce attività economiche ricorrendo sistematicamente a prestanome o teste di legno», sia a Milano che qui a Pescara. «Si sostituisce ai prestanome nei colloqui telefonici», aggiunge il giudice, «mantenendo personalmente e direttamente i contatti sulle linee aziendali dietro falso nome. Falsifica firme, gestisce smartcard intestate agli amministratori fittizi (anche per mezzo di Mazzocchetti) e interviene sistematicamente sulle manovre sociali con finanziamenti del debito o altro».
Nelle carte si parla molto dell’Ambrosiana Distribuzione srl di Milano, una delle tante scatole vuote gestite indirettamente da Garofalo, che ha comunque avuto rapporti anche con la Floor Six. Le indagini avrebbero inoltre accertato che Garofalo «era già coinvolto nella gestione del ristorante Le Terrazze, insieme alla famiglia Di Natale, quando la conduzione era appannaggio della Stellari Group e segnatamente a partire dal 2021, ossia quasi un anno prima che, con la costituzione della Floor Six, il Garofalo rilevasse dai Di Natale la gestione esclusiva del ristorante». (m.cir.)