Banda dei kalashnikovcoinvolto il pentitoche annunciò il delitto Ceci

Rinviata al 17 febbraio l'udienza per l'assalto al portavalori dell'Ivri del 3 febbraio 2006 a Dragonara. Alla sbarra alcuni degli ex esponenti della banda a cui Ceci (foto) aveva voltato le spalle

PESCARA. Ha i riflettori puntati ancora prima di iniziare il processo alla presunta banda dei kalashnikov accusata dell'assalto al portavalori dell'Ivri del 3 febbraio 2006, a Dragonara. Un processo che doveva iniziare ieri, al Tribunale di Chieti, ma che con un provvedimento fuori udienza è stato rinviato al 17 febbraio per le difficoltà create dalla neve, per le assenze di alcuni testimoni e per la concomitanza di altri processi. Un processo di cui comunque già molto si è parlato soprattutto dopo l'omicidio di Italo Ceci, il pentito della banda Battestini ucciso lo scorso 20 gennaio, mentre chiudeva il negozio di vernici che gestiva in piazza dei Martiri Pennesi.

Tra i dieci imputati chiamati a rispondere dei due milioni di euro rapinati con kalashnikov e molotov a tre guardie giurate dell'Ivri figurano infatti alcuni degli ex esponenti della banda a cui Ceci aveva voltato le spalle, cominciando a collaborare con le forze dell'ordine, già all'inizio degli anni Ottanta.

Stando alle dichiarazioni che Nino Mancinelli (uno dei dieci imputati morto la scorsa estate) fece nel 2006 ai carabinieri che poi arrestarono la banda oggi a processo, proprio per quella collaborazione il gruppo aveva organizzato di uccidere Ceci già sei anni fa. Rivelazioni shock soprattutto alla luce di quello che è poi successo il 20 gennaio e che gli investigatori, tra le varie piste, hanno messo in relazione con il processo che doveva iniziare ieri. Se da una parte c'è la considerazione che, nell'imminenza di un processo, la criminalità non ha nessun interesse ad alzare polveroni, dall'altra c'è anche l'ipotesi che l'omicidio possa essere un messaggio, un avvertimento destinato a chi, in questo processo, è chiamato a testimoniare. (s.d.l.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA