EMERGENZA PORTO
Barche incagliate anche al Marina / VIDEO
Saltata la regata di domenica. I diportisti: un intervento d’urgenza
PESCARA. Ci sono volute due ore di manovra, sabato mattina, con gli operatori del Marina di Pescara a bordo dei gommoni a cercare di aiutare gli skipper, per permettere alle barche a vela di uscire dal porto turistico e partecipare alla regata. Domenica, poi, è andata ancora peggio: le imbarcazioni sono rimaste bloccate nella secca e non c’è stato verso di liberarle. La competizione, organizzata dal circolo velico “La Scuffia”, è stata annullata e non è stato possibile proseguire con il campionato invernale che vede coinvolte le città di Pescara, Vasto e Giulianova.
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L’insabbiamento, come raccontano gli addetti ai lavori e i responsabili del Marina di Pescara, si è verificato a causa di tre fattori: una forte mareggiata avvenuta circa un mese fa che ha spostato cumuli di sabbia verso l’imboccatura del porto, la bassa marea del weekend determinata dall’alta pressione e, infine, un ritardo nelle operazioni di dragaggio dello scalo. «Non è possibile che un porto di queste dimensioni e di questa importanza resti impraticabile», sbotta Luigi Noviello, uno dei diportisti coinvolti negli incidenti del weekend, «dovrebbe essere un gioiello e invece la situazione peggiora giorno dopo giorno. Sappiamo tutti che l’Adriatico soffre per il pescaggio basso, ma questa problematica era nota da tempo poiché noi stessi lo avevamo segnalato nelle scorse settimane all’Autorità portuale, alla Regione e al Marina. Bisognava intervenire».
In base alle ultime misurazioni, la profondità dei fondali del porto turistico si assesta tra 1,60 e 1,70 a fronte dei 3 metri che il Marina di Pescara dovrebbe garantire da contratto ai diportisti. «Gli operatori del Marina sabato hanno fatto di tutto per riuscire a liberare le nostre barche», aggiunge Noviello, «le hanno inclinate a un lato e la regata è riuscita a partire in netto ritardo. Domenica, invece non c’è stato niente da fare e la gara è stata annullata. Per fortuna, non abbiamo avuto alcun danno perché andavamo piano. Adesso, però, bisogna dragare con urgenza visto che fra tre settimane, dopo due tappe che disputeremo a Giulianova, ci attende un’altra regata qui a Pescara. Il problema si deve risolvere».
«La nostra preoccupazione», rimarca, invece, il presidente del Marina di Pescara Bruno Santori, «è rivolta agli utenti che oggi vivono situazioni di difficoltà. La tempistica degli interventi di dragaggio non dipende da noi, ma dalla natura visto che è inutile dragare nei mesi di febbraio, marzo o aprile. Generalmente gli interventi si fanno a maggio, compatibilmente con le autorizzazioni degli enti competenti, quando i rischi di grosse mareggiate sono decisamente ridotti». «Lo scorso weekend», aggiunge Santori, «abbiamo avvisato tutti i diportisti delle condizioni meteo e abbiamo messo a disposizione le batimetrie aggiornate. Le basse maree di quest’ultimo mese sono state eccezionali: sono emersi massi di sostegno a una banchina che erano anni che non venivano fuori. Poi sta al buon senso dell’armatore capire se esistano le condizioni per uscire oppure no. Magari non tutti hanno fatto correttamente queste valutazioni. Oggi subiamo gli effetti di situazioni esterne al porto, quali le opere realizzate a mare negli ultimi anni. Sono anni che stiamo notificando ai Comuni e agli enti pubblici che la nostra imboccatura è ostruita da una duna di sabbia che abbiamo fatto analizzare a nostre spese. I dati analitici ci hanno confermato la buona qualità della sabbia e la compatibilità per il ripascimento, ma nonostante questo nessuno si è mai interessato a rimuoverla».
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