Bellini, la truffa si allarga fuori regione
Un artigiano delle Marche e il genero di Atri le nuove vittime del falso commercialista
PESCARA. Per colpa di Bellini non solo avrebbe perso 15mila euro, ma avrebbe messo nei guai anche i suoceri. Il passaparola sulla disponibilità ed efficienza del consulente fiscale pescarese che finora, invece, avrebbe truffato artigiani e piccoli imprenditori per quasi un milione di euro, ha fatto vittime anche fuori regione. Lo raccontano le due nuove denunce presentate ieri in via Conte di Ruvo, al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza.
Sono le denunce di un commerciante e del titolare di un calzaturificio che estendono il raggio di azione del falso commercialista (indagato per truffa e appropriazione indebita) alla zona del Teramano e nelle Marche.
Secondo quanto ricostruito dai finanzieri coordinati dal comandante provinciale Maurizio Favìa, tutto sarebbe iniziato nel 2004. A questa data risale il primo contatto tra il giovane di Atri (che ieri ha presentato denuncia) e Giacomo Bellini tramite amici pescaresi che glielo presentano come il loro commercialista. È dunque allo stesso Bellini che il giovane si rivolge quando, qualche tempo dopo, prende in gestione un negozio di vendita e assistenza di prodotti informatici. Il rapporto che il consulente fiscale instaura con il commerciante conferma i pregi decantati sul suo conto dagli altri clienti: disponibile nel dilazionare parcelle e pagamenti e gentile al punto da andare lui stesso a recuperare a domicilio il denaro, pur di agevolare i clienti con attività in proprio. Risulta talmente gentile e risolutivo Bellini che quando, nel 2008, i suoceri del giovane hanno bisogno di un commercialista per il piccolo calzaturificio di cui sono titolari in provincia di Ancona, il genero gli fa subito il nome di Bellini. Un altro passaparola, un altro cliente, un nuovo bancomat da spremere per il consulente. Fino a quando, è storia di questi giorni, genero e suoceri vedono la foto di Bellini sul Centro e vanno a denunciare alla Finanza ciascuno un danno di 15mila euro, pari al denaro affidato a Bellini per tasse e contabilità di fatto mai saldate.
I due casi si vanno ad aggiungere alle nove denunce raccolte dal 12 gennaio a ieri (cinque solo lunedì) per una presunta truffa di quasi mezzo milione di euro. Cifra che raddoppia, se a questi undici nuovi casi si aggiungono, come riportato nella tabella, le cinque denunce del primo filone di indagine.
E l'elenco sembra destinato a crescere. Perché la Finanza continua a ricevere telefonate da parte di cittadini che chiedono quale documentazione portare per denunciare Bellini. Tra questi c'è anche chi ha segnalato di avergli affidato il pagamento della Tarsu, precipitandosi a verificarne l'effettivo saldo.
Stessa musica allo sportello del Comune dove ieri una madre si è rivolta per conto dei figli, ex gestori di una pizzeria. E intanto l'avvocato Giovanni Stramenga fa sapere «di non aver accettato alcun incarico da parte di Giacomo Bellini».
Sono le denunce di un commerciante e del titolare di un calzaturificio che estendono il raggio di azione del falso commercialista (indagato per truffa e appropriazione indebita) alla zona del Teramano e nelle Marche.
Secondo quanto ricostruito dai finanzieri coordinati dal comandante provinciale Maurizio Favìa, tutto sarebbe iniziato nel 2004. A questa data risale il primo contatto tra il giovane di Atri (che ieri ha presentato denuncia) e Giacomo Bellini tramite amici pescaresi che glielo presentano come il loro commercialista. È dunque allo stesso Bellini che il giovane si rivolge quando, qualche tempo dopo, prende in gestione un negozio di vendita e assistenza di prodotti informatici. Il rapporto che il consulente fiscale instaura con il commerciante conferma i pregi decantati sul suo conto dagli altri clienti: disponibile nel dilazionare parcelle e pagamenti e gentile al punto da andare lui stesso a recuperare a domicilio il denaro, pur di agevolare i clienti con attività in proprio. Risulta talmente gentile e risolutivo Bellini che quando, nel 2008, i suoceri del giovane hanno bisogno di un commercialista per il piccolo calzaturificio di cui sono titolari in provincia di Ancona, il genero gli fa subito il nome di Bellini. Un altro passaparola, un altro cliente, un nuovo bancomat da spremere per il consulente. Fino a quando, è storia di questi giorni, genero e suoceri vedono la foto di Bellini sul Centro e vanno a denunciare alla Finanza ciascuno un danno di 15mila euro, pari al denaro affidato a Bellini per tasse e contabilità di fatto mai saldate.
I due casi si vanno ad aggiungere alle nove denunce raccolte dal 12 gennaio a ieri (cinque solo lunedì) per una presunta truffa di quasi mezzo milione di euro. Cifra che raddoppia, se a questi undici nuovi casi si aggiungono, come riportato nella tabella, le cinque denunce del primo filone di indagine.
E l'elenco sembra destinato a crescere. Perché la Finanza continua a ricevere telefonate da parte di cittadini che chiedono quale documentazione portare per denunciare Bellini. Tra questi c'è anche chi ha segnalato di avergli affidato il pagamento della Tarsu, precipitandosi a verificarne l'effettivo saldo.
Stessa musica allo sportello del Comune dove ieri una madre si è rivolta per conto dei figli, ex gestori di una pizzeria. E intanto l'avvocato Giovanni Stramenga fa sapere «di non aver accettato alcun incarico da parte di Giacomo Bellini».
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