Bilancio Pescara parcheggi, la procura apre un’inchiesta
Al setaccio i conti dell’azienda municipalizzata gestita dall’amministratore unico Core. Il Pd: sotto accusa un milione di perdita e un artificio usato per correggere i dati del 2010
PESCARA. La Finanza passa al setaccio i conti di Pescara parcheggi, la società del Comune che gestisce la sosta a pagamento di tutta la città. Parte dal bilancio del 2010 della società il cui amministratore unico è Roberto Core l’ultima inchiesta che ruota attorno al Comune di Luigi Albore Mascia, la quinta dopo i fascicoli aperti sulle consulenze esterne, sui dirigenti comunali e sulle spese per il titolo sportivo di Pescara 2012. Stavolta, ad aprire l’inchiesta è stato il pm Giampiero Di Florio che, per il momento, non ha iscritto nessuno sul registro degli indagati e non ha ipotizzato il reato ma che sta vagliando, sulla base delle indagini della Guardia di finanza diretta da Mauro Odorisio, i bilanci della società costituita dal Comune nel 2010, a un anno dall’insediamento della giunta di centrodestra guidata da Luigi Albore Mascia.
Bilancio in rosso. Pescara parcheggi, la società gestita al 100% dal Comune, è amministrata da Core, gestisce 4.093 parcheggi a pagamento della città, tra cui quelli dell’area di risulta e delle vie centrali, e ha 37 dipendenti. Eppure i conti della società sono in rosso perché in due anni Pescara parcheggi avrebbe registrato una perdita di 1 milioni di euro. Perché? Gli incassi derivanti dalla gestione dei parcheggi a pagamento non riescono a coprire evidentemente tutte le spese che la società deve sopportare ogni anno tra cui il canone di concessione passato da 1.122.000 euro previsto prima della costituzione della società a 1.922.000 euro da corrispondere al Comune. Al canone vanno aggiunte le tasse, gli stipendi dei dipendenti che costano 912.000 euro e il compenso percepito dall'amministratore unico Core di circa a 30 mila euro.
I conti della società sono stati resi noti recentemente dopo le numerose richieste dell’opposizione che, in questo periodo, ha organizzato incontri per fare luce sulla società arrivando a scrivere alla Corte dei conti evidenziando preoccupazioni sui conti in rosso e, in particolare, soffermandosi sul bilancio del 2010.
«L’artificio». E’ in una delle tante note e diffide dei consiglieri del Pd Enzo Del Vecchio e Gianluca Fusilli arrivate anche sul tavolo del magistrato che i politici hanno usato il termine «artificio» associato al bilancio della società del 2010. «La perdita netta della società consolidata al 31 dicembre 2011 è di circa 1 milione di euro», hanno illustrato i consiglieri per andare poi a ritroso nei conti. «Nel 2011 la società ha incrementato i ricavi di oltre 800 mila euro rispetto all’esercizio precedente e pur avendo provveduto a correggere l’artificio contabile con il quale è stato costituito il bilancio del 2010, ha chiuso con una perdita di esercizio di 476.081 euro che, sommata ai 4.833 euro dell’anno precedente, arriva esattamente 480.914 euro». Quale sarebbe l’artificio? Se per l’amministratore Core il bilancio del 2010 sarebbe stato in perdita di circa 4.800 euro, per il Pd invece il dato reale sarebbe stato di 500 mila euro poi «corretto con un artificio», dicono sempre i politici del centrosinistra.
E’ sul bilancio della società che sta indagando quindi la procura in un momento in cui l’amministrazione Mascia è stata messa in subbuglio da altre inchieste su incarichi e investimenti.
Nei vari filoni, l’unico a essere iscritto sul registro degli indagati è stato il sindaco accusato dal pm Anna Rita Mantini di abuso d’ufficio, uno dei reati classici della pubblica amministrazione. L’iscrizione sul registro degli indagati riguarda le spese di Pescara 2012 che ammontano a circa 118 mila euro e il pm contesta a Mascia una consulenza da 35 mila euro affidata alla professionista Barbara Briolini. Per l’accusa quella consulenza non poteva avvenire in maniera diretta mentre per la difesa l’affidamento non aveva bisogno della gara d’appalto. Il sindaco, che è presidente del comitato promotore di Pescara 2012, si è difeso anche dicendo che firma centinaia di atti.
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