Bimba morta, tre gli indagati: ci sono parroco e vicesindaco
Nei guai anche un dirigente del Comune di Avezzano, la Procura contesta l’omicidio colposo
AVEZZANO. Parroco, vicesindaco e dirigente comunale sono stati iscritti nel registro degli indagati per la morte di Alessia Prendi, la bambina di 11 anni travolta da una trave in legno mentre giocava con l’altalena nell’oratorio di San Pelino, frazione di Avezzano. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo e riguarda Domenico Di Berardino, vicesindaco facente funzione di sindaco per la sospensione di Gianni Di Pangrazio (per effetto della legge Severino, in seguito a una condanna per un uso improprio delle auto blu, ndr), il parroco di San Pelino, don Antonio Allegritti, e il dirigente comunale Antonio Ferretti. Atto dovuto a tutela degli stessi indagati. Il procuratore Maurizio Maria Cerrato ha valutato, alla luce dei primissimi documenti analizzati e dell’informativa dei carabinieri, di procedere all’iscrizione dei tre nel registro degli indagati e, allo stesso tempo, ha disposto accertamenti medico-legali sul corpo della bambina. Incarico che verrà affidato oggi all’anatomopatologo di Chieti, Cristian D’Ovidio. Al momento i funerali della piccola restano bloccati.
ACQUISIZIONI DI ATTI
Ieri mattina si è tenuto l’annunciato vertice negli uffici della Procura in via Corradini per fare il punto sulle indagini, alla presenza del comandante di stazione dei carabinieri di Avezzano, Pasquale Avella. I militari dell’Arma hanno acquisito documenti ritenuti utili alle indagini sia nella parrocchia di San Pelino che negli uffici del municipio ad Avezzano. L’area dell’incidente è sotto sequestro da mercoledì sera. L’ex scuola materna di San Pelino è chiusa. C’è un rimpallo di responsabilità tra Comune e parrocchia riguardo alla gestione della struttura. Posizioni che la Procura mira a chiarire per arrivare a quella verità chiesta dai familiari di Alessia Prendi, il papà Petrit e la mamma Eda Nikolli, di origini albanesi, da anni in città.
LA RICOSTRUZIONE
La tragedia è avvenuta intorno alle 18 di mercoledì. La piccola Alessia, che il prossimo novembre avrebbe compiuto 12 anni e che frequentava la scuola media Corradini di Avezzano, è stata colpita sulla testa da una pesante trave in legno che reggeva l’altalena e alcune corde per dondolarsi. Una ventina i bimbi presenti in tutta l’area. Il procuratore deciderà se procedere al loro ascolto in modalità protetta. Nessun adulto ha assistito a quanto accaduto. Secondo una prima ricostruzione, la bimba vittima dell’incidente si stava dondolando con una corda quando la struttura, non a norma (poggiava su due vecchi tronchi di pino, ormai fradici), ha ceduto di schianto. Ma nel corso delle ore è avanzata un’altra ipotesi. Ovvero che qualche altro bambino stesse giocando quando l’altalena si è spezzata: l’11enne sarebbe stata centrata in pieno sulla testa perché sulla traiettoria della trave caduta. Quasi certamente il procuratore Cerrato nominerà un perito per ricostruire la dinamica e analizzare la struttura realizzata in modalità molto artigianale.
GLI INDAGATI
Don Antonio Allegritti, che al momento della tragedia si trovava in Albania per una visita pastorale, è indagato in quanto parroco della chiesa di San Michele Arcangelo. Gli altri indagati sono il vicesindaco di Avezzano, Domenico Di Berardino, e Antonio Ferretti, architetto, dirigente del Comune di Avezzano (settore IV, cioè Lavori pubblici, edilizia pubblica, urbanistica). Nessuna accusa viene mossa a una donna che avrebbe avuto il compito di gestire alcune attività parrocchiali e che era nell’area. Ma non è escluso che l’elenco degli indagati possa essere ampliato in fasi successive dell’indagine.
I DUBBI
A chi appartiene l’area dov’è avvenuta la tragedia? E i bimbi potevano avervi accesso? Chi aveva il compito di controllare? Le domande alle quali la Procura deve dare una risposta. Le posizioni tra le parti sono divergenti. Secondo il legale del parroco, l’avvocato Alfredo Iacone, «la parrocchia ha dato in comodato al Comune l’edificio, con annesse pertinenze. Al riguardo», sottolinea ancora Iacone, «c’è una delibera dell’aprile scorso, quindi molto recente. Si tratta di un contratto di comodato d’uso gratuito a cui è seguito un provvedimento di affidamento a una cooperativa esterna. Il Comune», conclude l’avvocato Iacone, «ha la custodia, la gestione e la manutenzione dell’immobile». Dalla delibera, però, emergerebbe che la parte affidata è solo quella al terzo piano dell’immobile – un’ex scuola materna – e quindi non il parco giochi. La delibera in questione è quella del 12 aprile 2022. A spiegarne il contenuto è il vicesindaco Di Berardino. «Nella delibera è spiegato chiaramente», afferma, «che la parrocchia cede in comodato d’uso il terzo piano dell’edificio. Per quanto riguarda il parco giochi, noi non abbiamo alcuna competenza». E aggiunge: «Abbiamo ricevuto circa mezzo milione di euro per un progetto riservato all’inserimento nel mondo del lavoro di persone che percepiscono il reddito di cittadinanza e con un avviso pubblico abbiamo chiesto a Enti pubblici o soggetti privati di essere soggetto ospitante per queste persone. Nello specifico, c’è stata la richiesta della parrocchia di San Pelino per ospitare una tirocinante che oltre al reddito di cittadinanza percepisce, grazie al progetto, anche altre 600 euro. Persona che può essere impiegata in diverse attività parrocchiali dal tutor di turno – in questo caso il parroco, che è amministratore della parrocchia di San Pelino – ma che nulla hanno a che vedere con l’ente comunale o con il parco giochi su cui non abbiamo alcuna competenza». Tutta questa documentazione è ora al vaglio della magistratura che mira ad accertare le eventuali responsabilità.
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ACQUISIZIONI DI ATTI
Ieri mattina si è tenuto l’annunciato vertice negli uffici della Procura in via Corradini per fare il punto sulle indagini, alla presenza del comandante di stazione dei carabinieri di Avezzano, Pasquale Avella. I militari dell’Arma hanno acquisito documenti ritenuti utili alle indagini sia nella parrocchia di San Pelino che negli uffici del municipio ad Avezzano. L’area dell’incidente è sotto sequestro da mercoledì sera. L’ex scuola materna di San Pelino è chiusa. C’è un rimpallo di responsabilità tra Comune e parrocchia riguardo alla gestione della struttura. Posizioni che la Procura mira a chiarire per arrivare a quella verità chiesta dai familiari di Alessia Prendi, il papà Petrit e la mamma Eda Nikolli, di origini albanesi, da anni in città.
LA RICOSTRUZIONE
La tragedia è avvenuta intorno alle 18 di mercoledì. La piccola Alessia, che il prossimo novembre avrebbe compiuto 12 anni e che frequentava la scuola media Corradini di Avezzano, è stata colpita sulla testa da una pesante trave in legno che reggeva l’altalena e alcune corde per dondolarsi. Una ventina i bimbi presenti in tutta l’area. Il procuratore deciderà se procedere al loro ascolto in modalità protetta. Nessun adulto ha assistito a quanto accaduto. Secondo una prima ricostruzione, la bimba vittima dell’incidente si stava dondolando con una corda quando la struttura, non a norma (poggiava su due vecchi tronchi di pino, ormai fradici), ha ceduto di schianto. Ma nel corso delle ore è avanzata un’altra ipotesi. Ovvero che qualche altro bambino stesse giocando quando l’altalena si è spezzata: l’11enne sarebbe stata centrata in pieno sulla testa perché sulla traiettoria della trave caduta. Quasi certamente il procuratore Cerrato nominerà un perito per ricostruire la dinamica e analizzare la struttura realizzata in modalità molto artigianale.
GLI INDAGATI
Don Antonio Allegritti, che al momento della tragedia si trovava in Albania per una visita pastorale, è indagato in quanto parroco della chiesa di San Michele Arcangelo. Gli altri indagati sono il vicesindaco di Avezzano, Domenico Di Berardino, e Antonio Ferretti, architetto, dirigente del Comune di Avezzano (settore IV, cioè Lavori pubblici, edilizia pubblica, urbanistica). Nessuna accusa viene mossa a una donna che avrebbe avuto il compito di gestire alcune attività parrocchiali e che era nell’area. Ma non è escluso che l’elenco degli indagati possa essere ampliato in fasi successive dell’indagine.
I DUBBI
A chi appartiene l’area dov’è avvenuta la tragedia? E i bimbi potevano avervi accesso? Chi aveva il compito di controllare? Le domande alle quali la Procura deve dare una risposta. Le posizioni tra le parti sono divergenti. Secondo il legale del parroco, l’avvocato Alfredo Iacone, «la parrocchia ha dato in comodato al Comune l’edificio, con annesse pertinenze. Al riguardo», sottolinea ancora Iacone, «c’è una delibera dell’aprile scorso, quindi molto recente. Si tratta di un contratto di comodato d’uso gratuito a cui è seguito un provvedimento di affidamento a una cooperativa esterna. Il Comune», conclude l’avvocato Iacone, «ha la custodia, la gestione e la manutenzione dell’immobile». Dalla delibera, però, emergerebbe che la parte affidata è solo quella al terzo piano dell’immobile – un’ex scuola materna – e quindi non il parco giochi. La delibera in questione è quella del 12 aprile 2022. A spiegarne il contenuto è il vicesindaco Di Berardino. «Nella delibera è spiegato chiaramente», afferma, «che la parrocchia cede in comodato d’uso il terzo piano dell’edificio. Per quanto riguarda il parco giochi, noi non abbiamo alcuna competenza». E aggiunge: «Abbiamo ricevuto circa mezzo milione di euro per un progetto riservato all’inserimento nel mondo del lavoro di persone che percepiscono il reddito di cittadinanza e con un avviso pubblico abbiamo chiesto a Enti pubblici o soggetti privati di essere soggetto ospitante per queste persone. Nello specifico, c’è stata la richiesta della parrocchia di San Pelino per ospitare una tirocinante che oltre al reddito di cittadinanza percepisce, grazie al progetto, anche altre 600 euro. Persona che può essere impiegata in diverse attività parrocchiali dal tutor di turno – in questo caso il parroco, che è amministratore della parrocchia di San Pelino – ma che nulla hanno a che vedere con l’ente comunale o con il parco giochi su cui non abbiamo alcuna competenza». Tutta questa documentazione è ora al vaglio della magistratura che mira ad accertare le eventuali responsabilità.
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