PESCARA

Bimbo di 4 anni del Bangladesh si perde in centro, ritrovato dagli operatori di Ambiente

La brutta avventura si conclude come nelle migliori favole di Natale: il racconto del caposquadra Raffaele D’Angelo e Francesco Padovani

PESCARA. Una brutta avventura conclusa come nelle migliori favole di Natale per un bimbo di 4 anni originario del Bangladesh e residente a Pescara, in via Carducci. Uscito di casa, approfittando di un attimo di distrazione dei genitori, il piccolo si è ritrovato a girovagare nelle vie del centro, dopo aver smarrito il senso dell’orientamento e incapace di tornare indietro. A trovarlo sono stati due operatori di Ambiente Spa, la municipalizzata che si occupa del servizio di raccolta rifiuti a Pescara. Il caposquadra Raffaele D’Angelo e Francesco Padovani, durante l’orario di servizio, si sono accorti della presenza anomala del piccolo, evidentemente confuso e disorientato. Dopo averlo fermato e tranquillizzato hanno chiamato le forze dell’ordine mentre, nello stesso frangente, è arrivato anche il papà del piccolo che, nel frattempo, accortosi di quanto accaduto, lo stava cercando disperato.

A raccontare l’accaduto sono stati i due operatori di Ambiente, D’Angelo e Padovani, emozionati per aver contribuito a garantire la tutela del bimbo: “Intorno alle 11.30 stavamo effettuando il giro di verifica di servizio e in via Carducci, all’incrocio con via Parini, ci siamo accorti della presenza di un bimbo, dell’apparente età di 4, massimo 5 anni, che camminava da solo, seguendo, a breve distanza, un ragazzino di poco più grande. Ma lo sguardo del piccolo tradiva uno smarrimento, a quel punto siamo scesi dall’auto di servizio, abbiamo fermato sia il bambino che l’adolescente il quale ci ha confermato di non conoscere il bimbo, il quale però lo stava seguendo da un po’, quasi fosse alla ricerca di un punto di riferimento. Abbiamo allora preso in consegna il piccolo che tra l’altro indossava solo una maglietta e un pantalone, un abbigliamento poco adatto viste le temperature di dicembre, lo abbiamo rifocillato, riscaldato, ma, ponendogli semplici domande, ad esempio di dirci il nome del papà o della mamma, o dove abitava, ci siamo resi conto che il bimbo non capiva la nostra lingua, né tantomeno la parlava. Abbiamo allertato la polizia di Stato e, mentre attendevamo l’arrivo della pattuglia, il bambino ha voluto essere preso in braccio, proprio alla ricerca di rassicurazioni, nel frattempo è partito il tam tam tra i commercianti della zona per capire se qualcuno conoscesse il piccolo e sotto i portici di via Carducci sono venuti anche degli esercenti di piazza Salotto originari del Bangladesh che hanno rimbalzato la foto del piccolo tra i propri conoscenti per tentare di rintracciare la famiglia. E dopo pochi minuti sul posto sono sopraggiunti contemporaneamente la polizia e il papà del bambino: l’uomo in lacrime si è precipitato a riabbracciare il figlio che a quel punto ha iniziato a chiamare il papà, felice evidentemente della conclusione della sua avventura”.

A quel punto gli operatori di Ambiente Spa hanno lasciato il papà e il bambino nelle mani delle forze dell’ordine per le formalità di rito, soddisfatti per la conclusione positiva della vicenda.