Bocciato il bilancio di previsione 2018/19
Regione Abruzzo, la decisione della Consulta. L’assessore Liris: colpa della giunta di centrosinistra
Un duro colpo per le casse della Regione e per l'iter d'uscita dalla crisi economico finanziaria provocata dal Covid. La Corte costituzionale ha infatti bocciato il bilancio di previsione 2018-2019, dichiarando l'illegittimità costituzionale nella parte in cui si fa riferimento alla norma che consente di spalmare la spesa nel tempo. Il disavanzo complessivo 2014-2015 era stato infatti distribuita in 20 anni, con rate di circa 30 milioni di euro annui . Anche per la Corte dei Conti, che aveva sollevato il problema, questo periodo è stato troppo dilatato e quindi graverebbe sulle future generazioni in modo troppo incisivo.
Ora la Suprema corte, presieduta dal giudice Giancarlo Coraggio, con questa sentenza, la numero 235, ha di fatto imposto una riduzione dei tempi di ammortamento e quindi la quota annua potrebbe raddoppiare, trasformandosi in una maxi rata di 60 milioni di euro all'anno per 10 anni. Non è chiaro però dove saranno trovati, in tal caso, questi fondi. Chiaramente si ipotizzano tagli di servizi oppure un aumento delle imposte per i cittadini abruzzesi.
«Le leggi sul rientro dal debito bocciate portano la firma del centrosinistra», accusa l'assessore regionale al Bilancio, Guido Quintino Liris, «perché risalgono alla precedente legislatura sia il disavanzo (quello registrato negli esercizi 2014 e 2015) sia le norme oggi dichiarate illegittime». Gli uffici della regione, nonostante il giorno di festa, hanno già iniziato ieri a valutare nel dettaglio l’impatto della sentenza sul bilancio regionale, che in ogni caso dovrà essere rivisto poiché non considerava le conseguenze di questa sentenza.
«In ogni caso», spiega l’assessore, «alla luce degli esiti del giudizio, la spesa dell’Ente dovrà necessariamente subire una importante contrazione, con inevitabili riduzioni degli impieghi previsti per la realizzazione dei servizi e degli interventi di competenza». Tutto ciò accadrà, oltretutto, in un momento storico caratterizzato dagli effetti della pandemia sull’intero sistema economico regionale. La Regione ha preso contatti con la Corte dei Conti al fine di studiare in tempi brevissimi una nuova ipotesi di ammortamento dei questo maxi disavanzo di bilancio senza però paralizzare l’attività istituzionale dell’ente.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Ora la Suprema corte, presieduta dal giudice Giancarlo Coraggio, con questa sentenza, la numero 235, ha di fatto imposto una riduzione dei tempi di ammortamento e quindi la quota annua potrebbe raddoppiare, trasformandosi in una maxi rata di 60 milioni di euro all'anno per 10 anni. Non è chiaro però dove saranno trovati, in tal caso, questi fondi. Chiaramente si ipotizzano tagli di servizi oppure un aumento delle imposte per i cittadini abruzzesi.
«Le leggi sul rientro dal debito bocciate portano la firma del centrosinistra», accusa l'assessore regionale al Bilancio, Guido Quintino Liris, «perché risalgono alla precedente legislatura sia il disavanzo (quello registrato negli esercizi 2014 e 2015) sia le norme oggi dichiarate illegittime». Gli uffici della regione, nonostante il giorno di festa, hanno già iniziato ieri a valutare nel dettaglio l’impatto della sentenza sul bilancio regionale, che in ogni caso dovrà essere rivisto poiché non considerava le conseguenze di questa sentenza.
«In ogni caso», spiega l’assessore, «alla luce degli esiti del giudizio, la spesa dell’Ente dovrà necessariamente subire una importante contrazione, con inevitabili riduzioni degli impieghi previsti per la realizzazione dei servizi e degli interventi di competenza». Tutto ciò accadrà, oltretutto, in un momento storico caratterizzato dagli effetti della pandemia sull’intero sistema economico regionale. La Regione ha preso contatti con la Corte dei Conti al fine di studiare in tempi brevissimi una nuova ipotesi di ammortamento dei questo maxi disavanzo di bilancio senza però paralizzare l’attività istituzionale dell’ente.
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