Bollette, il bluff del risparmio
Energy service, dalle offerte allettanti alla batosta su gas ed energia
PESCARA. Tariffe agevolate e risparmi sulle bollette dell'energia elettrica e del gas, la garanzia di trasparenza e il pagamento mensile delle utenze. Le offerte allettanti del gruppo Gea, l'Energy service con sede legale a Spoltore, attirano centinaia di clienti.
Ma ai prezzi ridotti sulle prime fatture subentrano aumenti progressivi. La stangata finale arriva nel mese di giugno, quando alcuni clienti si vedono recapitare a casa richieste di pagamento stratosferiche con importi che, in qualche caso, sfiorano i mille euro.
La comunicazione dell'azienda pescarese, accompagnata dal riepilogo delle letture dei mesi precedenti, è chiara: dopo ben due anni dalla sottoscrizione del contratto, la compagnia rende noto di aver effettuato il conguaglio relativo al biennio 2008-2009.
Una batosta che pesa fortemente sulle tasche dei pensionati, degli statali e dei residenti nelle case popolari che di fronte a cifre di tale portata scelgono in massa di rescindere il contratto.
Sette famiglie pescaresi, a cui si aggiunge la segnalazione di un gruppo di persone di una palazzina di Ortona, cercano di vederci chiaro e si rivolgono all'Adiconsum, l'associazione in difesa dei consumatori.
«Sono arrivate quattro segnalazioni in soli tre giorni e altre in momenti successivi», riferisce Alberto Corraro dello sportello regionale antiusura, «quasi tutti confermano di aver fornito regolarmente la lettura del contatore tramite telefono o e-mail. Ho provato personalmente a contattare l'azienda al numero verde, alla sede legale e con l'invio di due messaggi di posta elettronica, ma nessuno risponde ai solleciti». Il dubbio, che in queste ore si insinua tra le famiglie che hanno sottoscritto un contratto per la fornitura di energia elettrica e gas metano, è che si tratti dell'ennesima «presa in giro».
«Il venditore che ha bussato alla mia porta», dice Paola Di Labio, «mi aveva assicurato un risparmio del 10%. E in effetti nei primi tempi l'importo delle bollette è stato bassissimo: ho pagato persino 12 o 22 euro. Successivamente le fatture sono aumentate fino ad arrivare alla richiesta di conguaglio di 728,14 euro». Il gruppo Gea, forse per cercare di venire incontro ai clienti, ha ammesso il pagamento differito in cinque rate, che si sommano alle bollette mensili regolarmente emesse dalla compagnia con sede legale in via Basilea, a Spoltore.
Giammarino Ernani, un pensionato che dovrà versare alla Gea 998,64 euro di conguaglio, dice: «Dopo ore di attesa inutile al telefono, io e mia moglie siamo andati di persona alla sede per parlare con un responsabile, ma nessuno ci ha ricevuto». Una rapida indagine tra le persone che hanno chiesto aiuto all'Adiconsum conferma che tutti siano stati allettati dalla garanzia di trasparenza, determinata dalla lettura mensile dei contatori e dal pagamento dell'importo esatto in bolletta. La clausola, regolarmente indicata sul contratto, a distanza di due anni è stata invece violata.
Per una signora, che preferisce non rivelare il proprio nome, il salasso è di 913,68 euro. Due fratelli si sono visti addebitare 757,42 euro e 441,62 euro dopo la conclusione del contratto; 424,53 euro è l'importo per una donna che conteggiava regolarmente i consumi, mentre 533,40 euro li dovrà versare un pescarese.
Ma ai prezzi ridotti sulle prime fatture subentrano aumenti progressivi. La stangata finale arriva nel mese di giugno, quando alcuni clienti si vedono recapitare a casa richieste di pagamento stratosferiche con importi che, in qualche caso, sfiorano i mille euro.
La comunicazione dell'azienda pescarese, accompagnata dal riepilogo delle letture dei mesi precedenti, è chiara: dopo ben due anni dalla sottoscrizione del contratto, la compagnia rende noto di aver effettuato il conguaglio relativo al biennio 2008-2009.
Una batosta che pesa fortemente sulle tasche dei pensionati, degli statali e dei residenti nelle case popolari che di fronte a cifre di tale portata scelgono in massa di rescindere il contratto.
Sette famiglie pescaresi, a cui si aggiunge la segnalazione di un gruppo di persone di una palazzina di Ortona, cercano di vederci chiaro e si rivolgono all'Adiconsum, l'associazione in difesa dei consumatori.
«Sono arrivate quattro segnalazioni in soli tre giorni e altre in momenti successivi», riferisce Alberto Corraro dello sportello regionale antiusura, «quasi tutti confermano di aver fornito regolarmente la lettura del contatore tramite telefono o e-mail. Ho provato personalmente a contattare l'azienda al numero verde, alla sede legale e con l'invio di due messaggi di posta elettronica, ma nessuno risponde ai solleciti». Il dubbio, che in queste ore si insinua tra le famiglie che hanno sottoscritto un contratto per la fornitura di energia elettrica e gas metano, è che si tratti dell'ennesima «presa in giro».
«Il venditore che ha bussato alla mia porta», dice Paola Di Labio, «mi aveva assicurato un risparmio del 10%. E in effetti nei primi tempi l'importo delle bollette è stato bassissimo: ho pagato persino 12 o 22 euro. Successivamente le fatture sono aumentate fino ad arrivare alla richiesta di conguaglio di 728,14 euro». Il gruppo Gea, forse per cercare di venire incontro ai clienti, ha ammesso il pagamento differito in cinque rate, che si sommano alle bollette mensili regolarmente emesse dalla compagnia con sede legale in via Basilea, a Spoltore.
Giammarino Ernani, un pensionato che dovrà versare alla Gea 998,64 euro di conguaglio, dice: «Dopo ore di attesa inutile al telefono, io e mia moglie siamo andati di persona alla sede per parlare con un responsabile, ma nessuno ci ha ricevuto». Una rapida indagine tra le persone che hanno chiesto aiuto all'Adiconsum conferma che tutti siano stati allettati dalla garanzia di trasparenza, determinata dalla lettura mensile dei contatori e dal pagamento dell'importo esatto in bolletta. La clausola, regolarmente indicata sul contratto, a distanza di due anni è stata invece violata.
Per una signora, che preferisce non rivelare il proprio nome, il salasso è di 913,68 euro. Due fratelli si sono visti addebitare 757,42 euro e 441,62 euro dopo la conclusione del contratto; 424,53 euro è l'importo per una donna che conteggiava regolarmente i consumi, mentre 533,40 euro li dovrà versare un pescarese.
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