Bussi boccia la centrale a biomasse

Chella: rischio per l'ambiente. La Tirino: porteremo occupazione altrove

BUSSI SUL TIRINO. Il consiglio comunale di Bussi esprime parere contrario all'insediamento di centrali a biomasse per la produzione di energia elettrica sul proprio territorio e di fatto boccia il progetto presentato dalla Tirino srl. La proposta era stata inoltrata con una Dia e aveva ricevuto già il diniego del dirigente dell'ufficio tecnico comunale.

La Tirino denuncia «l'ostilità dell'amministrazione» e decide di presentare il progetto in altri centri della Val Pescara. L'argomento ha suscitato non poche polemiche in paese e innescato una disputa fra la società proponente e il sindaco Marcello Chella. La Tirino, di cui è titolare Piero Salvatore, ha ritenuto di proporre la realizzazione della centrale con la procedura della Denuncia di inizio attività, prevista dalle normative. Entro un mese dalla consegna, l'ufficio tecnico deve esprimere il parere di accoglimento o diniego, verificando la compatibilità degli elaborati progettuali con le norme tecniche del Prg. In assenza di risposta, il progetto si ritiene accettato e si può dare inizio ai lavori.

«Con questo progetto», spiega Salvatore, «volevamo riattivare un sito dismesso nell'area artigianale di nostra proprietà, consentendo così anche al paese un rilancio dal punto di vista lavorativo e occupazionale. L'impianto avrebbe impiegato 12 operai e manodopera indiretta con cinque addetti, oltre a una cooperativa che avrebbe dovuto raccogliere il combustile della centrale, come il triturato di legna secca. Dunque non Cdr (Combustibile da rifiuto) e non rifiuti», sottolinea il manager. «Questo consente alla centrale emissioni non pericolose. Il nostro sarebbe stato un investimeno da 5 milioni di euro».

Il sindaco, dal canto suo, avrebbe voluto esaminare la proposta progettuale in sede istituzionale, poiché introdurre una centrale di cogenerazione a biomasse avrebbe comportato possibili rischi per la vocazione turistica e ambientalistica di Bussi, un paese che solo da poco sta uscendo dal generale inquinamento ambientale.

«La procedura Dia ha estromesso il consiglio comunale da ogni decisione in merito», rimarca Chella, «L'ufficio tecnico ha opposto dei rilievi di merito, bocciando il progetto e l'amministrazione, con un consiglio straordinario, ha ribadito la volontà della salvaguardia della vocazione naturalistica del territorio, dichiarando l'indisponibilità a ospitare inceneritori, termovalorizzatori e impianti a biomasse».

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