C’era una volta la pineta costiera Un presente di palazzi e palme

In cinquant’anni spariti gli alberi sul tratto di lungomare tra Stella Maris e Grandi alberghi I palazzi hanno ridotto l’arenile e fanno ombra di pomeriggio. Il Comune sogna un teatro sul curvone

MONTESILVANO. Provate a guardare Montesilvano dall’alto di colle della Vecchia, lo stesso del miracolo (mancato) della Madonna risalente a 25 anni fa: si vede un lembo di collina verde che diventa grigio puntellato dal rosso dei tetti e che poi finisce nel mare. È questo il panorama di Montesilvano nell’anno del signore 2013. Ma la cartolina della città non è stata sempre questa.

Pineta sparita. Se Montesilvano è diventata la città dei palazzi, anche la spiaggia è cambiata. La pineta che arrivava sulla sabbia, da Santa Filomena ai Grandi alberghi, è quasi scomparsa: da via Marinelli agli hotel non ce n’è più traccia. Uno che quegli alberi – quasi una selva, davvero un polmone verde – se li ricorda ancora è Vitaliano Patricelli, appassionato di storia cittadina e tra i fondatori dell’associazione I Montesilvanesi insieme a Savino Maggiore: «Mi ricordo che all’inizio degli anni Cinquanta una ragazza di Montesilvano fu uccisa dentro la pineta che all’epoca, da Pescara, arrivava fino a dopo il curvone dei Grandi Alberghi anche se gli hotel non c’erano ancora. Per ritrovarla, per quanto era fitta la pineta una sessantina di anni fa, ci volle più di un mese, forse un mese e mezzo». Un giallo nostrano che oggi sarebbe risolto in fretta: gli alberi non ci sono più e il curvone dei Grandi alberghi è l’ultima area che può dare la svolta a Montesilvano. Per capire quanti alberi c’erano tra via Marinelli e i Grandi alberghi, basta guardare le foto in alto a destra: ieri e oggi. Trovare le differenze è semplice, a partire dalla pineta.

Teatro sul curvone. Oggi, sul curvone, il Comune sogna un teatro, una piazza e un’area verde proprio davanti ai palazzi in costruzione del gruppo D’Andrea. Un’area da meno di 5 mila metri quadrati decisiva per la politica e per la città: sì perché dopo il rimpasto di giunta a meno di un anno dalle elezioni causa troppe poche opere fatte, il centrosinistra di Di Mattia ha bisogno di nastri da tagliare per mostrare il cambio di passo.

Spiaggia più corta. Negli anni, come raccontano le vecchie foto in bianco e nero, sono spariti gli stabilimenti balneari a capanna, sostituti da strutture in cemento. Oggi di stabilimenti ce ne sono una cinquantina a Montesilvano. Ed è cambiata anche la spiaggia: «Da ragazzi, avevamo a disposizione più di una trentina di metri di pineta, poi una spiaggia lunga un centinaio di metri e soltanto dopo c’era il mare», dice Patricelli. Adesso, il mare è lontano dalla strada appena un pugno di metri: si prende il sole con il rumore delle macchine in sottofondo.

Ombra in spiaggia. E poi a Montesilvano c’è un paradosso: di pomeriggio, nei tratti a ridosso di viale Europa e dei Grandi alberghi, non ci si abbronza perché gli edifici allungano l’ombra fino alla battigia. Chi non vuole scottarsi sa dove andare per ripararsi dal sole d’estate.

Cambiano i costumi. Nelle foto conservate dall’associazione I Montesilvanesi tante riguardano la spiaggia di Montesilvano: spuntano costumi che oggi la moda vieterebbe, le donne hanno i foulard annodati sulla testa e poi tutti sembrano magri e non è un dettaglio da tralasciare. Guardate la foto grande a sinistra risalente agli anni Cinquanta-Sessanta: in mezzo a una cinquantina di persone scampate alla Seconda guerra mondiale che si vedono in primo piano soltanto una sembra in sovrappeso e neanche poi tanto. Oggi la proporzione non è più questa. «Si stava meglio quando si stava peggio», è uno dei proverbi più usati da Patricelli.

Multe per i bikini. E sono cambiate anche le scene in spiaggia: «Negli anni Cinquanta le mode e le abitudini stavano cambiando ma la morale comune a Montesilvano e in Italia e le leggi si adeguavano lentamente tanto che», racconta Patricelli su una pubblicazione dei Montesilvanesi, «ricordo il comandante della stazione dei carabinieri di Montesilvano, Losacco, che quotidianamente elevava contravvenzioni a belle e giovani ragazze in bikini. Tra queste ragazze straordinarie», ricorda Patricelli, «ci capitava spesso una romana “de Roma”, A.B. che era solita prendere il sole in bikini sulla spiaggia davanti alla colonia Stella Maris. E figuriamoci quanti fusti montesilvanesi le passavano e ripassavano davanti in un corteggiamento tutto particolare». Oggi, il maresciallo Losacco di multe ne farebbe a quintali, anche alle ragazze che saltano alle lezioni di samba e zumba fit. Ma poi la romana “de Roma” ha trovato l’amore a Montesilvano? «A.T., classe 1930, fece subito colpo su questa bellissima ragazza», rivela Patricelli, «dopo la conoscenza e la simpatia reciproca ci furono le nozze. E poi si è saputo che lei lasciò il fidanzato per sposarlo. E fu un fatto clamoroso per quegli anni se si pensa che rimorchiare le belle di Montesilvano e le belle turiste non era assolutamente facile. Il controllo, non solo di genitori e parenti, era severo. Si poteva sfuggire solo al largo con il moscone».

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