Ieri in campo 16 mila doppiette abruzzesi. Critico il capogruppo dei Verdi in Regione. Il Wwf: un danno alla fauna
Caccia, apertura tra le polemiche
Caporale: un via libera senza criterio, bene il Tar che ha salvato la quaglia
PESCARA. Si è inaugurata tra le polemiche la preapertura della caccia ieri in Abruzzo. Per il Verde Walter Capotale si è trattata di una «drammatica apertura», con «migliaia di merli, cornacchie, tortore e gazze sterminate da 16mila cacciatori, l’1% della popolazione regionale». Tutto questo, dice il consigliere regionale «senza che vi sia stata una analisi scientifica delle popolazioni cacciabili, della loro consistenza e numero, delle loro zone di criticità» Dalle doppiette si sono salvate al momento solo le quaglie, «grazie all’encomiabile sentenza del Tar che ha accolto il ricorso del Wwf Abruzzo» (la sentenza, contro la quale l’assessore all’Agricoltura Mauro Febbo ha annunciato ricorso al Consiglio di Stato, cancella anche il posticipo della caccia alla beccaccia). Caporale critica infine la Regione per la concessione della preapertura della caccia perché «il calendario venatorio abruzzese è stato approvato il 3 agosto 2009, senza la preventiva predisposizione di adeguati piani faunistico-venatori, come previsto dalla Legge quadro nazionale sulla caccia (157/92): in Abruzzo invece i piani faunistici provinciali sono tutti scaduti». Alla preapertura della caccia è contrario tutto il mondo ambientalista. Nei giorni scorsi il Wwf nazionale aveva lanciato un appello alle Regioni: «Le preaperture all’attività venatoria non tutelano la biodiversità, le regioni ci ripensino». L’associazione ambientalista ha ricordato che il periodo tra fine agosto e i primi di settembre è un momento molto delicato per gli animali selvatici perché corrisponde al termine della stagione riproduttiva quando gli animali sono molto vulnerabili. Per questo motivo la legge nazionale stabilisce l’apertura della caccia alla terza domenica di settembre. Intanto Febbo ha annunciato che presto verrà redatto il nuovo piano faunistico regionale scaduto da quattro anni. |