Calice rotto, manca il sì della Caripe per spostarlo

La Banca proprietaria con il Comune dell’opera non ha dato l’autorizzazione Convocato un vertice per il 15. Mascia scrive al MuMi: buona l’idea del museo

PESCARA. Manca l’autorizzazione della Caripe per trasferire da piazza Salotto il Calice rotto di Toyo Ito. La banca, proprietaria dell’opera, insieme al Comune, con una quota del 20 per cento, non ha ancora espresso un parere sulla scelta di un altro sito. Un dettaglio non indifferente che verrà discusso sicuramente il 15 febbraio prossimo, nella riunione convocata da Mascia, cui dovrebbero prendere parte anche i rappresentanti della Clax Italia, la ditta che ha realizzato l’opera e l’artista, l’architetto giapponese Toyo Ito.

Il sindaco ha confermato che la nuova collocazione della scultura, chiamata Huge wine glass, verrà decisa dai cittadini tramite un referendum. Verranno presentate tre ipotesi e tra queste ci sarà sicuramente il museo Michetti, di Francavilla. Nei giorni scorsi, il presidente della fondazione Michetti Vincenzo Centorame si è fatto avanti dicendosi disponibile ad ospitare il Calice rotto nel MuMI. E ieri Mascia gli ha risposto con una lettera.

«Desidero ringraziarla», ha scritto il sindaco, «per la sua proposta di accogliere nelle strutture del MuMi l’opera dell’artista Toyo Ito, lo Huge wine glass. L’iniziativa della fondazione Michetti ci perviene proprio nel momento in cui il dibattito sulla futura collocazione dell’opera è entrato nel vivo, tanto che abbiamo previsto già un incontro in Comune per valutare il percorso giuridico-amministrativo in primis e subito dopo quello tecnico, al fine di addivenire in tempi possibilmente brevi alla delocalizzazione dello Huge wine glass».

«Si tenga conto del fatto», prosegue la lettera, «che parliamo di un’opera industriale del peso di oltre 23 tonnellate per il cui trasporto sarà necessario organizzare un delicato procedimento di messa in sicurezza che ne garantisca l’incolumità e la cui collocazione imporrà approfondimenti tecnici preventivi, sia per la valutazione geologica del sito che per la realizzazione del basamento destinato ad accogliere la struttura». «Al di là di queste dovute riflessioni», fa presente il sindaco, riteniamo molto interessante la sua proposta e ne condividiamo le motivazioni culturali, anche per il profondo rispetto che nutriamo nei confronti dell’autore e perché riteniamo che la nuova collocazione restituirebbe al Calice la sua dignità artistica, inserendolo in un contesto di elevata valenza architettonica e culturale come il Museo Michetti».

«A questo proposito», spiega la lettera, «sarà nostra premura fornirle a breve un riscontro in ordine alla possibilità di dare seguito alla sua cortese proposta, tenendo conto del fatto che comunque è intenzione dell’amministrazione comunale sottoporre la decisione della nuova localizzazione al vaglio della cittadinanza, stimolando eventuali suggerimenti per la migliore valorizzazione dell’opera che senz’altro riguarderanno anche la soluzione prospettata dalla fondazione. È dunque evidente l’interesse che tale proposta ha suscitato nell’amministrazione».

Mascia ha poi affrontato la questione delle spese per il trasloco. «Operazione che l’amministrazione comunale dovrà concordare con la Clax Italia e con lo stesso architetto Toyo Ito», dice. «Ad effettuare materialmente la delocalizzazione dovrà essere la Clax Italia, a spese degli attori, ossia delle parti convenute nel procedimento civile in quanto proprietarie del Calice. Dunque, il Comune, proprietario dell’80 per cento del manufatto e la Caripe, proprietaria del 20». «E le stesse operazioni di trasferimento», ha concluso Mascia, «dovranno avvenire sotto la vigilanza di un consulente tecnico del tribunale che dovrà anche effettuare rilievi circa lo stato dell’opera, sia prima, che al momento dello spostamento. Questo perché, a quattro anni di distanza dall’implosione e dall’installazione della gabbia di ferro tutt’attorno alla struttura, non sappiamo cosa accadrà quando andremo a rimuovere il parallelepipedo».

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