Cantagallo e l'ex giunta a processo per abuso

Terreno regalato a un condominio, a giudizio anche il capogruppo Pdl Marchegiani

MONTESILVANO. Cantagallo e la sua giunta rinviati a giudizio per un terreno regalato a un condominio lungo la strada parco. Alle 17,20 di ieri, il giudice Luca De Ninis ha deciso che l'ex sindaco e sette ex assessori non possono essere prosciolti dal reato di abuso d'ufficio: devono essere processati. Per Enzo Cantagallo, eletto sindaco nel 2004 con il 69,5 per cento dei voti, si apre il quarto processo.

Montesilvano città di inchieste e di giudizi: nelle passate due settimane, in tribunale a Pescara sono state celebrate sei udienze sui presunti scandali del Comune, sia di centrosinistra che di centrodestra. Così, per l'ex sindaco Enzo Cantagallo, dopo i processi Ciclone sulle presunte tangenti negli appalti del Comune, sulle assunzioni pilotate all'Azienda speciale e sugli abusi edilizi dei palazzi Di Properzio, è arrivato il rinvio a giudizio anche per il caso di un terreno lungo la strada parco grande più di mille metri quadrati ceduto da un'impresa al Comune e, poi, ceduto un'altra volta e gratis dal Comune al condominio realizzato dalla stessa impresa.

Nell'udienza preliminare di ieri, rinviato a giudizio anche Luigi Marchegiani, ex assessore nel centrosinistra con la lista Teodoro e oggi capogruppo Pdl con l'amministrazione Cordoma (Marchegiani è indagato, con il sindaco Pasquale Cordoma e con il consigliere regionale Lorenzo Sospiri, anche in un'inchiesta sui presunti concorsi truccati del Comune): un processo che tiene insieme passato e presente dell'amministrazione di Montesilvano. A giudizio, poi, tutta l'ex giunta Cantagallo per il sì alla delibera 297 del 5 settembre 2006: Guglielmo Di Febo, Attilio Vallescura, Cristiano Tomei (tutti e quattro imputati nel processo Ciclone), Evenio Girosante e Gianni Bratti, consigliere in carica del Pd e coinvolto nel processo sull'Azienda speciale.

Ieri, in aula, il pm Anna Rita Mantini non ha arretrato dalla sua posizione: secondo l'accusa, cedendo il terreno pubblico gratis al condominio, Cantagallo e gli ex assessori di centrosinistra hanno assicurato un presunto «ingiusto vantaggio patrimoniale» - così c'è scritto sulla richiesta di rinvio a giudizio - a favore della Cms house, la ditta che nel 2004 ha costruito il palazzo lungo la strada parco, e dei proprietari degli appartamenti. Il vantaggio, per la procura, è «consistito nella fruizione dell'area pubblica attrezzata che peraltro è stata delimitata all'accesso al pubblico mediante una sbarra». Fino al 4 settembre 2008, la Cms è stata amministrata da Claudio Di Emanuele, già consigliere Pdl e presidente della commissione Urbanistica nominato, poi, da Cordoma assessore all'Ambiente: Di Emanuele è estraneo all'inchiesta.

Gli avvocati difensori - Ugo Di Silvestre, Sergio Della Rocca, Gianluigi Tucci, Sabatino Ciprietti, Giuliano Milia, Giulio Cerceo e Fabio Corradini - hanno tentato di fermare il procedimento all'udienza preliminare chiedendo otto proscioglimenti e spiegando che la delibera 297 è stata approvata soltanto per «un interesse pubblico» e cioè «salvaguardare l'incolumità degli alunni della scuola media di Villa Verrocchio». La difesa ha contestato anche l'inchiesta partita da un esposto dell'associazione Codici e basata «soltanto» sull'analisi della delibera 297. Ma il gup Luca De Ninis ha rinviato tutti a giudizio: prima udienza il prossimo 6 marzo alle 9,30.

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