Cantagallo, il giallo degli orologi rapinati
Nuova intercettazione al processo Ciclone, a Di Pentima rivelò: me li hanno fregati con la pistola. Ma poi non denunciò
PESCARA. Un bandito con la pistola in mano e un casco in testa: «Quello mi ha fregato 2 orologi con una pistola puntata qua, alla coccia». Non può dimenticare Enzo Cantagallo, 50 anni, ex sindaco Pd di Montesilvano: «Ma tu mi credi che me lo sogno, che io la mattina quando esco e la sera quando vado a dormire c’ho quello con il casco con la pistola puntata». Entra al processo Ciclone anche questa intercettazione sul giallo di una presunta rapina mai denunciata: oggi ultima udienza istruttoria per i 32 imputati.
Mancano 7 giorni soltanto e poi saranno passati 6 anni da quel 15 novembre del 2006 quando Cantagallo, eletto sindaco appena 2 anni prima con il 69,5 per cento dei voti, fu arrestato con l’accusa di tangenti in cambio di appalti pubblici. Montesilvano sprofondò in una bufera giudiziaria senza precedenti che avviò le grandi inchieste della procura di Pescara sulla pubblica amministrazione: ecco perché la sentenza su Cantagallo – in programma prima di Natale – è attesa come uno spartiacque.
Sei anni che non bastati a svelare il mistero degli orologi di Cantagallo: 3 orologi _ un Panerai Martina da quasi 10 mila euro, un Rolex Oister e un Seiko in oro _ furono sequestrati nel 2006 mentre di un altro pezzo forte da collezione, un Patek Philippe Nautilus dal valore di 11 mila euro, fu trovato soltanto il certificato intestato a un cittadino tedesco di Francoforte. Questa mattina in aula, dalle 9,30, gli ultimi 2 testimoni proprio sugli orologi di Cantagallo: Antonella Marsiglia, comandante della polizia municipale di Montesilvano e moglie dell’ex capo della squadra mobile Nicola Zupo che guidò le indagini, e l’orologiaio pescarese di Tempo e tempi Antonio Angelucci. Deposizioni decisive e richieste dal presidente del collegio giudicante Carmelo De Santis: nel processo, Cantagallo ha rivelato di aver avuto una relazione extraconiugale con Marsiglia e di aver avuto proprio da lei in regalo il Patek Philippe, e il suo ex capo di gabinetto Lamberto Di Pentima ha confermato questa versione; un orologio comprato da Di Pentima tramite Angelucci. Un caso intricato perché, già all’epoca delle indagini, Angelucci disse alla polizia che lui a Di Pentima non diede alcun orologio: «Escludo di aver venduto un orologio marca Patek Philippe all’avvocato Di Pentima», queste le sue parole a verbale.
E altri 2 orologi rimbalzano nell’intercettazione ambientale tra Cantagallo e Di Pentima del 6 giugno 2006: «Quello mi ha riaperto una ferita che io l’avevo cancellata», così parlò l’ex sindaco della rapina. Per l’accusa, l’intercettazione dimostrerebbe l’alto tenore di vita di Cantagallo e una provenienza sospetta degli orologi: nessuna denuncia fu presentata sulla rapina.
Un’altra carta giocata all’ultimo dalla procura è un’intercettazione di Di Pentima nella quale si dice che Cantagallo sarebbe «andato a chiedere un anticipo» a un ingegnere, collaboratore esterno del Comune.
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