Casa Ater shock da più di 50 anni senza ristrutturazione

A casa di Gabriele Berardi i muri si sono anneriti, l'intonaco è caduto e lo stesso pavimento si è spaccato e scurito perchè non isolato bene. Identica sorte è toccata ai servizi igienici. Tubature e impianto elettrico risalgono al dopoguerra

PESCARA. Gabriele Berardi ha 63 anni, quando è entrato nella casa Ater di via Rigopiano alle spalle della stazione, di anni ne aveva 6. È passato più di mezzo secolo, Gabriele dopo la morte del padre è diventato assegnatario dell'appartamento, ma quella casa una vera ristrutturazione non l'ha mai vista. Una vita passata nei cantieri come muratore poi la malattia, una bronchite cronica, che lo colpisce nel'98 e che lo rende inabile al lavoro. Per le sue condizioni di salute dovrebbe vivere in un luogo asciutto e invece proprio l'umidità è il primo problema di questa casa. I muri si sono anneriti, la tonaca è caduta e lo stesso pavimento si è spaccato e scurito perchè non isolato bene. Identica sorte è toccata ai servizi igienici. Sia le tubature che l'impianto elettrico risalgono al dopoguerra con conseguenti perdite d'acqua e un elevato rischio di corto circuiti. Da vent'anni ci sono crepe su tutti i muri.

«Qualche anno fa, racconta, sono caduti i calcinacci del bagno. I tecnici dell'Ater sono venuti, ma hanno sistemato solo quel soffitto. Poi sono tornati e hanno messo la caldaia e i termosifoni. Sembrava l'alba di un nuovo giorno, finalmente avevo i riscaldamenti e potevo godermi una doccia calda. Ma dopo quell'intervento non è successo più niente». Nel 2008 Gabriele decide di rivolgersi a un avvocato per chiedere una ristrutturazione straordinaria dell'appartamento. Dopo due lettere all'Ater arrivano i tecnici e fanno delle foto. «Mi dissero "ci risentiremo", ma da allora non li ho più visti nè sentiti».

Gabriele pur vivendo in forti ristrettezze economiche non è moroso e l'affitto, seppur quello base di circa 15 euro, l'ha sempre pagato. La ristrutturazione sarebbe un suo diritto. Sul caso è intervenuto il consigliere comunale del Pd Antonio Blasioli, che nel quartiere è stato per anni segretario dei Ds e quindi conosce bene i problemi della zona. «Capisco le ristrettezze economiche in cui si trovano gli enti pubblici, ha dichiarato, ma una situazione del genere dovrebbe avere massima priorità».

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