Case affittate gratis buco di 100 mila euro per la Provincia

Gli appartamenti di via Foscolo e via Caboto, partono diffide Il verbale: «Contratti abbandonati». Ma i muri sono a pezzi

PESCARA. Abitano a 30 passi dal mare, in via Foscolo, ma non pagano l’affitto alla Provincia di Pescara da «tempo immemore». Gli altri sono residenti in via Caboto: 300 metri dal mare e a un passo da Pescara vecchia, e come quelli di via Foscolo non pagano l’affitto. Ammonta a più di 102 mila euro la cifra non pagata dal 2001 al 2010. E con i residenti che non pagano, i palazzi cadono a pezzi: succede in via Foscolo con i mattoni a vista dai balconi, le inferriate delle finestre arrugginite, le tapparelle rotte. In via Caboto, dalla strada, si vedono buchi nei muri.

I 2 palazzi – in via Foscolo ai numeri 47 e 49 c’è anche la sede di 5 associazioni – sono in vendita e si trovano nel piano di alienazioni della Provincia. È quanto emerge da una relazione della dirigente del settore Patrimonio Nicoletta Bucco: dal 2010, con la giunta del presidente Pdl Guerino Testa, è partito un controllo sugli immobili dell’ente. «Sono state evidenziate», rivela il documento, «13 morosità per oltre 102 mila euro accumulati dal 2001 al 2010 e sono partite le diffide nel 2011 e a giugno di quest’anno: 3 creditori hanno pagato e 2 hanno chiesto un accordo transattivo e un piano di rientro. Per i plessi di via Foscolo e via Caboto, per un totale di 4 famiglie», dice la Provincia, «stante la situazione di totale abbandono dei contratti da tempo immemore, è in corso una ricostruzione giuridica delle posizioni dei conduttori, dei contratti e dell’esatto ammontare dei canoni».

Sulla determina 1.662, però, la voce di entrata è 0: «La mancata previsione di entrata», spiega la Provincia, «è legata al fatto che non è stato ancora definito l’esatto ammontare dei canoni anche in relazione alle rivendicazioni degli occupanti circa la compensazione dei costi sostenuti per migliorie. Tra l’altro queste posizioni vanno chiarite anche per consentire agli inquilini di esercitare, eventualmente, il diritto di prelazione per l’acquisto. Nessuna rinuncia a pretendere somme che dovute».

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