Case popolari, si riapre il bando ma in 400 sono in lista da due anni

L’amministrazione comunale ha deciso di integrare la graduatoria degli assegnatari ferma dal 2011 Per le domande c’è tempo fino al 29 agosto, alle donne incinta è richiesto il certificato del ginecologo

PESCARA. Sono oltre 400 le famiglie pescaresi che attendono da anni l’assegnazione di una casa popolare. Ma ora questo numero rischia di aumentare ancora. L’amministrazione comunale ha deciso di riaprire il bando per integrare la vecchia graduatoria rimasta bloccata al 2011.

Lavoratori, pensionati e disoccupati avranno tempo per presentare la domanda fino al prossimo 29 agosto. La scadenza è prorogata al 28 ottobre per coloro che risiedono in altri Paesi europei e al 27 novembre per i cittadini residenti al di fuori dell’Unione europea. Sono tante le novità, rispetto al precedente bando del 2011. Ad esempio, alle donne in stato di gravidanza viene richiesto di allegare alla domanda anche il certificato medico del proprio ginecologo.

A chi interessa. Potranno presentare domanda sia nuovi aspiranti all’assegnazione, sia coloro che sono già in graduatoria ma hanno interesse a far valere condizioni più favorevoli per ottenere un maggior punteggio. «Si tratta di un evento importante», spiega l’assessore alle politiche della casa Isabella Del Trecco, «considerato che l’ultimo bando risale al 2011 e la graduatoria definitiva è entrata in vigore nel 2012. Sono circa 400 i cittadini in classifica, grazie alle nuove norme che hanno circoscritto la possibilità di avere un’assegnazione a chi vive realmente un’emergenza comprovata dai documenti». La legge prevede che i bandi vengano aggiornati mediante concorsi integrativi che vanno pubblicati con cadenza biennale.

Le regole. Le famiglie che hanno già partecipato al bando Erp del 2011 e sono stati ammesse in graduatoria, non sono tenute a presentare una nuova domanda, a meno che non vogliano aggiornare quella preesistente con ulteriori requisiti per far aumentare il punteggio assegnato.

I requisiti di base per essere ammessi sono la cittadinanza italiana o europea, oppure il permesso di soggiorno per gli extracomunitari; il possesso della residenza anagrafica o dell’attività lavorativa prevalentemente nel Comune di Pescara; non essere titolari di diritti di proprietà, usufrutto, uso o abitazione di un alloggio; l’assenza di precedenti assegnazioni di appartamenti realizzati con contributi pubblici; il reddito annuo complessivo del nucleo familiare non superiore al limite, pari a 15.853,63 euro per una famiglia con due componenti, ridotto di 516,46 euro per ogni altro componente oltre i primi due; non aver ceduto alloggi eventualmente assegnati in precedenza.

I certificati richiesti. Nel nuovo bando vengono richiesti anche documenti e certificati da allegare alle domande. Curioso il caso delle donne incinta che per avere un punteggio maggiore dovranno presentare il certificato del proprio ginecologo che attesti il loro stato di gravidanza.

Per il coniuge non convivente, invece, si dovrà allegare la dichiarazione dei redditi e, in caso di separazione legale, anche l’omologa di separazione. Gli aspiranti assegnatari, inoltre, dovranno presentare, in caso di invalidità grave, il certificato della commissione medica no scaduto.

In caso di disagio abitativo, o coabitazione, si dovrà allegare apposita certificazione della Asl. Infine, nel caso di un precedente sfratto, si dovrà allegare copia del provvedimento esecutivo di sgombero con tanto di motivazioni.

La nuova graduatoria. La classifica degli aventi diritto ad un alloggio verrà redatta tenendo conto delle condizioni familiari, dello stato di salute dei richiedenti e il loro reddito. Chi vive in baracche o dormitori pubblici non avrà più diritto a 5 punti, come in passato, ma a soli 2 punti. «Questo non significa che vogliamo togliere la precedenza ai senzatetto», fa presente l’assessore, «ma spesso, in passato, tra i cosiddetti senza fissa dimora abbiamo trovato nuclei familiari numerosi, privi di redditi, abituati a vivere nei camper, in possesso però di auto costose. Il nostro obiettivo è ora quello di favorire la famiglia media».

©RIPRODUZIONE RISERVATA