Castiglione, ecco i fondi per ristrutturare la chiesa 

Santa Maria dell’Assunta, chiusa da 21 anni per dissesti, verrà messa in sicurezza Il sindaco Petrilli vuole riaprirla ai fedeli: in arrivo un milione e mezzo di euro

CASTIGLIONE A CASAURIA. Sarà ristrutturata e riaperta ai fedeli la chiesa di Santa Maria dell’Assunta di Castiglione a Casauria chiusa 21 anni fa a causa di dissesti strutturali e conseguentemente danneggiata dai terremoti del 2009 e 2016. Il riconfermato sindaco Biagio Petrilli annuncia l’arrivo di un finanziamento Pnrr di un milione e 430mila euro per avviare, entro l’anno, i lavori alla chiesa madre (per 37 anni guidata dallo scomparso e indimenticato parroco, don Dino Golo) che si trova nel borgo storico del paese di 800 abitanti, nello stesso territorio che vanta la presenza dell’abbazia di San Clemente a Casauria.
«C’è un progetto redatto dall’architetto Massimo D’Aprile», spiega il sindaco, «l’appalto sarà consegnato entro l’anno e finalmente, dopo una serie di richieste avanzate da questa amministrazione, siamo riusciti a ottenere questi fondi con i quali potremo mettere in sicurezza la chiesa e riaprirla ai fedeli, un giorno non troppo lontano». Il tempo indicato dal sindaco per ristrutturare l'edificio è di circa «un anno, dovranno essere effettuati i lavori di consolidamento della facciata» da anni sorretta da cantieri, «e all’interno sistemare le volte, le pavimentazioni, gli archi, le decorazioni danneggiate dai vari terremoti che si sono susseguiti dal 2009».
Lo storico castiglionese Antonio Alfredo Varrasso, dipendente comunale molto legato al territorio, ripercorre: «Le prime memorie della chiesa di Santa Maria dell’Assunta (altrimenti conosciuta anche come Assunzione della Beata Vergine, ndc) risalgono all'alto medioevo e completamente ristrutturata dopo il terremoto del 1706». Sul sito delle chiese delle diocesi italiane si legge che fu «l’abate Oldrio di San Clemente a Casauria a farla riconsacrare dopo il terremoto del 1706».
Nel 2003 la chiesa fu chiusa a causa di forti dissesti. Per la ristrutturazione si battè don Dino Golo che si accorse delle prime crepe e chiese aiuto. Furono avviati dei primi lavori di consolidamento nella parte nord e nel frattempo le messe si svolsero, come ancora oggi, nella trecentesca chiesa di San Francesco sempre nel borgo storico. La situazione all’interno è disastrosa: «Le preziose tele del ’600-’700 sono rovinate, così come le volte e i pavimenti e il portale del 1400 e la facciata di tufo e pietrame misto all’esterno» cantierata da anni. Ora tocca alla neo amministrazione Petrilli, insediata dopo la festa alle Puteche di venerdì scorso, riportarla agli antichi splendori.
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