Cazzullo: «Parete, storia straordinaria affidata ai ragazzi» 

Il giornalista ricorda la testimonianza dell’ex finanziere prigioniero a Dachau: «Generoso, raccontò il suo dramma»

PESCARA. Ha impiegato 37 giorni, a piedi dal campo nazista di Dachau, dove era stato imprigionato, per tornare nella sua Abbateggio. Rientrato, pesava appena 29 chili e 700 grammi e sulle spalle aveva un bagaglio di atrocità vissute. Nonostante tutto Ermando Parete è sopravvissuto all’Olocausto e quando è tornato a vivere ha deciso di raccontare quello che gli era accaduto, a beneficio soprattutto dei giovani. A questo eroe della storia, da 8 anni, è intitolato un premio istituto nel 2017, un anno dopo la scomparsa dell’ex sottufficiale abruzzese della guardia di finanza. Per la sua ottava edizione il premio verrà assegnato a Magda Bianco, consulente del presidente della Repubblica per la politica economica e alla guida del dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria della Banca d’Italia. Ad annunciare il conferimento del riconoscimento che verrà consegnato, come da tradizione nell’Aula Magna dell’università Bocconi di Milano in autunno, è stato ieri mattina il giornalista Aldo Cazzullo, giunto in città per l’appuntamento che si è svolto nella caserma della finanza a Pescara, intitolata proprio a Parete.
«Da otto anni portiamo avanti due appuntamenti», ha ricordato Donato Parete, figlio dell’ex finanziere, «qui a Pescara e in Bocconi in autunno quando ci sarà la premiazione. Il momento di oggi (ieri per chi legge, ndc), è sia l’occasione per annunciare il nome del premiato, ma è anche un momento per parlare ai ragazzi. Fare cioè la stessa cosa che mio padre ha fatto nelle scuole e nelle università, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Ai ragazzi dopo averli spaventati con i racconti di dove può arrivare l’abiezione umana, lui diceva di studiare, di crearsi una coscienza critica in modo da decifrare una realtà che è complessa, per non cadere nelle trappole della storia che hanno determinato l’orrore, affinché non accada più. Questo è proprio il senso del premio e della memoria di quello che è accaduto tra il 1938 e il 1945, con la Seconda guerra mondiale».
«La resistenza fu un fenomeno plurale», ha commentato Cazzullo «fatta dai partigiani tra cui c’erano giovani di ogni fede politica, comunisti, socialisti, anarchici, liberali, cattolici, monarchici e ragazzi di 20 anni che non sapevano neanche cosa fosse un partito, ma che non volevano più combattere per Hitler e Mussolini. Il no in antifascismo fu detto da civili, donne, ebrei, sacerdoti e tanti militari, come Ermando Parete, che ha messo la sua storia straordinaria a disposizione degli altri, specie dei giovani. Molto spesso le persone che avevano così tanto sofferto, preferivano non parlare delle sofferenze e delle umiliazioni subite», ha analizzato Cazzullo. «Lui invece, generoso di sé com’era, mise a disposizione questa storia raccontandola ai ragazzi».
L’evento di ieri, alla presenza di autorità e di una rappresentanza del liceo scientifico Galilei, guidato dal preside Carlo Cappello, ha visto l’intervento del comandante regionale della guardia di finanza Germano Caramignoli, del comandante provinciale Antonio Caputo, di Antonio Di Marco, consigliere regionale, ex sindaco di Abbateggio e di Emidio Camplese, consigliere provinciale. «La storia di Parete è un faro di coraggio e resilienza», ha detto Caramignoli. «L’eredità che ci lascia è la forza di superare ogni ostacolo e la determinazione di perseguire sempre la verità e la giustizia». «La storia di Parete è la storia di noi italiani», ha aggiunto Di Marco. «Dopo l’esperienza drammatica di Dachau che disse di aver superato perché provenendo da un paese piccolo come Abbateggio, era abituato a vivere di espedienti, ha dovuto sopportare che in molti lo accusavano di aver inventato tutto. Ecco perché nel 2005 organizzammo una iniziativa che suggellò il riconoscimento di un pezzo di storia».