Cemento, incombe la norma-truffa
Fa aumentare le cubature: sospesa nel 2007, rischia di tornare in vigore
MONTESILVANO. La norma-truffa capace di moltiplicare il cemento rischia di tornare in vigore regalando ai costruttori il venti per cento di cubatura in più. L'amministrazione Cordoma, il 28 novembre 2007, ha sospeso, ma senza abrogarlo, l'articolo 26 comma 14 del Prg che aumenta la volumetria dei palazzi.
Una sospensione con la promessa della cancellazione per aprire, secondo il sindaco Pasquale Cordoma, «una nuova era». Però, nei successivi due anni e dieci mesi, la stessa amministrazione non ha portato a termine l'abrogazione della norma e ora la bufera politica che ha investito il Comune rende quasi impossibile rispettare l'impegno. Un impegno che parte da lontano: «E' stata una promessa fatta in campagna elettorale, anzi ancora prima, quando eravamo opposizione: da quei banchi ci siamo battuti con forza per abrogare questo comma», disse Cordoma il 28 novembre 2007 come riportato sul verbale del consiglio comunale.
Nella stessa seduta anche Benito Olivieri, capogruppo di An prima della nascita del Pdl, spiegò che «la norma truffa che ha consentito di regalare, favorire, accordare, privilegiare cubatuta ai soliti furbi da oggi non esisterà più. Nessuno potrà più pensare di fare il furbo privilegiando quella o questa impresa e poggiare sulla città ancora colate di cemento senza regole». E invece, quasi tre anni dopo, l'articolo 26 comma 14, sospeso da Cordoma ma mai abrogato, rischia di tornare in vigore come è successo dal 1999, anno della sua istituzione, fino al 2007.
Ma cosa prevede la norma-truffa? Per i comparti da più di 10mila metri quadrati è possibile «una volumetria residenziale aggiuntiva» del 20 per cento, a patto che questa quota di appartamenti in più sia venduta a condizioni agevolate ad «anziani, portatori di handicap, separati, immigrati, giovani coppie». Una norma giusta in principio, che ha avuto un effetto perverso: dare la possibilità di costruire palazzi sempre più grandi ma senza agevolazioni per i cittadini. L'articolo 26 comma 14 è salito sul banco degli imputati dal 2006: tutti pronti a cancellarlo una volta per sempre, ma nessuno lo ha fatto.
Da consigliere di opposizione, nel 2006, Ernesto De Vincentiis ne ha parlato così: «Io non so se Mandrake riuscisse a mettere tanto volume». Una frase che fa capire l'uso sballato della norma utilizzata dai big dell'edilizia per gli interventi più grandi della città. Un'altra dichiarazione del 2006, quella di Valter Cozzi, fotografa le conseguenze dell'uso distorto della norma: «Credo che possiamo trovare molti costruttori che hanno ricevuto sì dei vantaggi in cambio di niente», ha assicurato Cozzi. Passati tutti in maggioranza dopo le elezioni dell'11 giugno 2007, l'abrogazione del comma 14 dell'articolo 26, lungo appena cinque righe, non è stata portata ancora a termine.
All'ufficio Urbanistica sono arrivate soltanto otto osservazioni contrarie alla cancellazione della norma: il Comune non ha ancora risposto. Inoltre, è necessario un altro passaggio in consiglio per ratificare l'abrogazione: è proprio questa parte politica che rischia di saltare. Con le dimissioni di Cordoma, sfiduciato dal centrodestra, ci sono solo altre due settimane per approvare l'abrogazione della norma-truffa.
Ma la politica vuole andare fino in fondo a questa storia? Il capogruppo del Pdl Luigi Marchegiani assicura di sì: «Fin dal nostro insediamento», afferma, «abbiamo dato un segnale forte abolendo un comma che per troppo tempo ha permesso a certe persone di compiere scelleratezze sul territorio. Come presidente della commissione Urbanistica, anche se in questo momento l'attività è ferma, cercherò di convocare una seduta per terminare un lavoro portato avanti da tre anni e per fare in modo che arrivi in consiglio in queste due settimane che restano alla fine della consiliatura». (p.l.)
Una sospensione con la promessa della cancellazione per aprire, secondo il sindaco Pasquale Cordoma, «una nuova era». Però, nei successivi due anni e dieci mesi, la stessa amministrazione non ha portato a termine l'abrogazione della norma e ora la bufera politica che ha investito il Comune rende quasi impossibile rispettare l'impegno. Un impegno che parte da lontano: «E' stata una promessa fatta in campagna elettorale, anzi ancora prima, quando eravamo opposizione: da quei banchi ci siamo battuti con forza per abrogare questo comma», disse Cordoma il 28 novembre 2007 come riportato sul verbale del consiglio comunale.
Nella stessa seduta anche Benito Olivieri, capogruppo di An prima della nascita del Pdl, spiegò che «la norma truffa che ha consentito di regalare, favorire, accordare, privilegiare cubatuta ai soliti furbi da oggi non esisterà più. Nessuno potrà più pensare di fare il furbo privilegiando quella o questa impresa e poggiare sulla città ancora colate di cemento senza regole». E invece, quasi tre anni dopo, l'articolo 26 comma 14, sospeso da Cordoma ma mai abrogato, rischia di tornare in vigore come è successo dal 1999, anno della sua istituzione, fino al 2007.
Ma cosa prevede la norma-truffa? Per i comparti da più di 10mila metri quadrati è possibile «una volumetria residenziale aggiuntiva» del 20 per cento, a patto che questa quota di appartamenti in più sia venduta a condizioni agevolate ad «anziani, portatori di handicap, separati, immigrati, giovani coppie». Una norma giusta in principio, che ha avuto un effetto perverso: dare la possibilità di costruire palazzi sempre più grandi ma senza agevolazioni per i cittadini. L'articolo 26 comma 14 è salito sul banco degli imputati dal 2006: tutti pronti a cancellarlo una volta per sempre, ma nessuno lo ha fatto.
Da consigliere di opposizione, nel 2006, Ernesto De Vincentiis ne ha parlato così: «Io non so se Mandrake riuscisse a mettere tanto volume». Una frase che fa capire l'uso sballato della norma utilizzata dai big dell'edilizia per gli interventi più grandi della città. Un'altra dichiarazione del 2006, quella di Valter Cozzi, fotografa le conseguenze dell'uso distorto della norma: «Credo che possiamo trovare molti costruttori che hanno ricevuto sì dei vantaggi in cambio di niente», ha assicurato Cozzi. Passati tutti in maggioranza dopo le elezioni dell'11 giugno 2007, l'abrogazione del comma 14 dell'articolo 26, lungo appena cinque righe, non è stata portata ancora a termine.
All'ufficio Urbanistica sono arrivate soltanto otto osservazioni contrarie alla cancellazione della norma: il Comune non ha ancora risposto. Inoltre, è necessario un altro passaggio in consiglio per ratificare l'abrogazione: è proprio questa parte politica che rischia di saltare. Con le dimissioni di Cordoma, sfiduciato dal centrodestra, ci sono solo altre due settimane per approvare l'abrogazione della norma-truffa.
Ma la politica vuole andare fino in fondo a questa storia? Il capogruppo del Pdl Luigi Marchegiani assicura di sì: «Fin dal nostro insediamento», afferma, «abbiamo dato un segnale forte abolendo un comma che per troppo tempo ha permesso a certe persone di compiere scelleratezze sul territorio. Come presidente della commissione Urbanistica, anche se in questo momento l'attività è ferma, cercherò di convocare una seduta per terminare un lavoro portato avanti da tre anni e per fare in modo che arrivi in consiglio in queste due settimane che restano alla fine della consiliatura». (p.l.)
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