Cento giorni in sella Albore Mascia tra luci e ombre
Dalla riapertura della rampa all’allarme rifiuti ecco i primi tre mesi della giunta di centrodestra.
PESCARA. Nell’album dei primi cento giorni, l’immagine-simbolo è quella scattata il 4 luglio sulla rampa dell’asse attrezzato appena riaperta alla circolazione: Ezio Ardizzi, allora alla guida della Camera di commercio, si inginocchia e bacia la mano a Luigi Albore Mascia. Per il sindaco di centrodestra, eletto il 7 giugno, è il primo atto importante: l’aveva promesso, lo fa. «Così rispettiamo la volontà dei cittadini» commenta soddisfatto. Sono trascorsi poco più di tre mesi dal giorno del suo insediamento a palazzo di città, il 15 giugno, e la luna di miele post-elettorale oggi arriva al termine. Albore Mascia ha impresso alla sua attività una spinta chiara, che va nella direzione di una città con orari e regole più flessibili: auto in sosta sui marciapiedi della riviera nord, locali aperti fino alle 4 nei weekend fino a primavera per una movida no stop, fine dell’era della tolleranza zero sulle strade da parte dei vigili urbani.
Scelte che, come dimostra l’inchino di Ardizzi, piacciono a commercianti, balneatori, ristoratori e automobilisti, ma sollevano la rabbia di chi va a piedi o in bici (le ripetute proteste sulla riviera contro le auto sui marciapiedi) o dei residenti del centro storico che non riescono a dormire. A luglio, formata tardivamente la giunta, l’attività si mette in marcia: quando i posti sul lungomare mancano, vengono finalmente riaperti i parcheggi (130 posti) di ex Fea ed ex Enaip, mentre la gestione dei parcheggi a pagamento torna al Comune. Nel mese di agosto, però, Mascia si trova ad affrontare la grana principale dall’inizio del suo mandato: esplode lo scontento dei cittadini per una città sempre più sporca, una situazione che costringe il Comune a un piano d’emergenza, mentre discariche piccole e grandi vengono segnalate e viene denunciato lo stato di abbandono, in parte ereditato, delle aree verdi.
In questa fase, tuttavia, la presenza del sindaco è intermittente: Albore Mascia infatti lascia palazzo di città e va per qualche giorno in vacanza lasciando le chiavi al vice sindaco Berardino Fiorilli. Ad agosto, tuttavia, si segnala un altro atto importante: ribaltando l’atteggiamento del centrosinistra, viene sbloccato l’iter per la realizzazione della filovia. Il 14 agosto, ecco il sindaco allo stadio con la sciarpa del Milan per la Tim Cup. Lo ha detto: pensa a una città che raccolga al meglio l’eredità dei Giochi del Mediterraneo, e per questo ha candidato Pescara a Città europea dello sport. Promette anche (3 agosto): a settembre vertice con la Regione per rilanciare il trofeo Matteotti.
Il summit però non c’è ancora stato. Così come ancora non è stato messo in piedi il gruppo di opinion leader per progettare il futuro della città annunciato il 26 luglio dopo che il Centro aveva lanciato «venti idee per Pescara». Intanto, Mascia lavora al recupero di opere «strategiche», come il comando provinciale dei carabinieri (ieri un incontro a Roma) e, dopo l’allarme del Pd, cerca di recuperare i 20 milioni persi per la copertura del teatro d’Annunzio.
Scelte che, come dimostra l’inchino di Ardizzi, piacciono a commercianti, balneatori, ristoratori e automobilisti, ma sollevano la rabbia di chi va a piedi o in bici (le ripetute proteste sulla riviera contro le auto sui marciapiedi) o dei residenti del centro storico che non riescono a dormire. A luglio, formata tardivamente la giunta, l’attività si mette in marcia: quando i posti sul lungomare mancano, vengono finalmente riaperti i parcheggi (130 posti) di ex Fea ed ex Enaip, mentre la gestione dei parcheggi a pagamento torna al Comune. Nel mese di agosto, però, Mascia si trova ad affrontare la grana principale dall’inizio del suo mandato: esplode lo scontento dei cittadini per una città sempre più sporca, una situazione che costringe il Comune a un piano d’emergenza, mentre discariche piccole e grandi vengono segnalate e viene denunciato lo stato di abbandono, in parte ereditato, delle aree verdi.
In questa fase, tuttavia, la presenza del sindaco è intermittente: Albore Mascia infatti lascia palazzo di città e va per qualche giorno in vacanza lasciando le chiavi al vice sindaco Berardino Fiorilli. Ad agosto, tuttavia, si segnala un altro atto importante: ribaltando l’atteggiamento del centrosinistra, viene sbloccato l’iter per la realizzazione della filovia. Il 14 agosto, ecco il sindaco allo stadio con la sciarpa del Milan per la Tim Cup. Lo ha detto: pensa a una città che raccolga al meglio l’eredità dei Giochi del Mediterraneo, e per questo ha candidato Pescara a Città europea dello sport. Promette anche (3 agosto): a settembre vertice con la Regione per rilanciare il trofeo Matteotti.
Il summit però non c’è ancora stato. Così come ancora non è stato messo in piedi il gruppo di opinion leader per progettare il futuro della città annunciato il 26 luglio dopo che il Centro aveva lanciato «venti idee per Pescara». Intanto, Mascia lavora al recupero di opere «strategiche», come il comando provinciale dei carabinieri (ieri un incontro a Roma) e, dopo l’allarme del Pd, cerca di recuperare i 20 milioni persi per la copertura del teatro d’Annunzio.