Centrale Fater, chiesto test sulla salute

Sulpizio (Idv): sull'impianto a biomasse convocare subito un vertice

PESCARA. «Sulla centrale a biomasse Fater, subito la valutazione d'impatto sanitario». Per Adelchi Sulpizio, capogruppo dell'Idv in Comune, è giunto il momento di «fare un tavolo tecnico per valutare i rischi potenziali per la salute di cittadini e lavoratori».

L'impianto in costruzione in via Raiale, accanto allo stabilimento della Fater, continua a sollevare perplessità, anche perché continuano a rimanere senza risposte una serie di domande. «Perché si è venuti a conoscenza della centrale a biomasse, solo dopo che era stato rilasciato il permesso?», chiede Adelchi Sulpizio dell'Idv, «e ora perché si vuole in tutta fretta chiudere i lavori della commissione Ambiente sull'impianto, senza che prima sia stata fatta chiarezza sulle reali emissioni?».

La nuova centrale a biomasse sorgerà in una zona già altamente inquinata, poco distante dall'abitato di Pescara e Spoltore. Di potenza pari a 8,9 megawattore, funzionerà giorno e notte per 330 giorni l'anno, emettendo ogni ora quasi un chilo di polveri da combustione, più altre sostanze dannose per la salute come il carbonio organico totale (circa 30 tonnellate l'anno).

Un impatto importante per un territorio che fa parte della cosiddetta «zona di risanamento», quella in cui la qualità dell'aria è già pessima e nulla si fa per riportarla nella norma. I rappresentanti dell'industria, leader nella produzione di assorbenti e pannolini, parlano di una «compensazione» delle emissioni che usciranno dalla caldaia della centrale, attraverso la diminuzione delle emissioni di polveri di cellulosa dallo stabilimento di produzione. Ma resta da capire quale sia la differenza tra queste tipologie di polveri.

«Ritengo necessario», spiega Sulpizio, «attendere il parere sull'impianto di un organismo terzo, come l'istituto di ricerca Mario Negri Sud. Se è vero infatti che dai dati forniti si parla di emissioni di polveri "inferiori", è anche vero che si passa da polveri sottili di cellulosa a polveri sottili da combustione, senza che nessuno sia stato finora capace di spiegarci il potenziale pericolo di queste emissioni. Nel corso dell'ultima commissione», continua il consigliere, «è emersa chiaramente la volontà di chiudere i lavori, senza che sia ancora stato sentito il parere del Negri Sud, al quale peraltro non sono ancora stati forniti i documenti del progetto per provvedere a una dettagliata analisi».

Sulpizio esprime poi la necessità di un tavolo tecnico in cui esaminare il progetto attraverso le linee guida della Vis, la valutazione d'impatto sulla salute: un'analisi dell'impianto sotto il profilo dell'ambiente, della sanità e socio-economico, le tre componenti che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità concorrono a definire il concetto di salute.

«È giunto il momento di fare un tavolo tecnico, per provvedere alla redazione della valutazione d'impatto sanitario, attraverso la quale capire i rischi potenziali per la salute sia dei cittadini che dei lavoratori che possono derivare da questo impianto», conclude Sulpizio, «il compito del consigliere comunale è quello di porre domande per capire se ci siano pericoli per la salute dei cittadini pescaresi. È questo il primo valore da tutelare».

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