Centrosinistra, Di Mattia vince le primarie a Montesilvano

L'esponente dell'Idv sostenuto da D'Alfonso batte Volpe candidato del Pd

MONTESILVANO. Attilio Di Mattia, dell'Idv, sarà il candidato sindaco del centrosinistra alle amministrative di primavera. A deciderlo sono stati gli oltre tremila cittadini che ieri, con il loro voto, hanno partecipato alle primarie. Il consigliere provinciale l'ha spuntata sugli altri 5 candidati di coalizione. Buon il risultato di Marco Volpe, ma la vera sorpresa è Paolo Di Girolamo del Sel. Con 1.465 voti, Di Mattia, sostenuto da Luciano D'Alfonso, si aggiudica le primarie staccando di molte lunghezze gli altri candidati. Per il Pd è Volpe ad ottenere il più alto numero di voti con 948, seguito da Nino D'Annunzio (793), Di Girolamo (374) Candeloro Forestieri (94) e Pino Costa (35).

AFFLUENZA. Sono 3.725 i cittadini che hanno partecipato alle primarie per scegliere il candidato sindaco che guiderà la coalizione di centrosinistra alle elezioni di primavera. Al primo conteggio, alle 13,30 circa, erano più di 1.300 gli elettori che avevano varcato le soglie dei seggi per esprimere la loro preferenza tra i sei candidati in lizza. «Ci auguriamo di superare i 4.000 voti», aveva dichiarato il senatore dell'Idv Alfonso Mascitelli, in serata. Anche se non si è centrato l'obiettivo, «l'affluenza alle urne è stata più alta di quella registrata alle primarie del 2009, quando si recarono a votare poco più di mille elettori», ha riferito il consigliere comunale Gianni Bratti (Pd). Smorza gli entusiasmi Corrado Di Sante segretario provinciale di Rifondazione: «Ortona ha la metà degli elettori di Montesilvano, ma alle primarie hanno partecipato 3.844 cittadini». A guardare i seggi, l'affluenza più alta c'è stata in via Togliatti dove hanno votato 897 persone, a seguire il seggio dell'ex Prenatal di via D'Annunzio (861) quello allestito al civico 453 di corso Umberto (848), il seggio di via Verrotti (735), il seggio speciale per under 18 e stranieri (211) e Montesilvano Colli (173).

POLEMICHE. Non sono mancate le polemiche. Molti cittadini non hanno potuto partecipare alle primarie perché sprovvisti della tessera elettorale. «Si tratta soprattutto di persone che hanno cambiato residenza da poco e che sono in attesa di ricevere tutti i documenti dal Comune», spiega l'ex sindaco Massimiliano Pavone che ha criticato la «mancanza di elasticità dei presidenti dei seggi». Gli scrutatori hanno seguito alla lettera le indicazioni del comitato organizzativo delle primarie «per scongiurare», dicono, «il rischio del doppio voto». C'è stato qualche tafferuglio davanti al seggio di via Verrotti, all'altezza del supermercato Oasi, dove una votante ha protestato per la presenza di una sagoma in cartone del candidato dell'Idv Attilio Di Mattia e ha cercato di rimuoverla. La donna ha minacciato di chiamare i vigili sostenendo che non fosse corretto lasciare un manifesto elettorale a pochi metri dall'ingresso del seggio.

I caschi blu dell'Onu. Ogni seggio è stato presidiato dai militanti di Rifondazione comunista che, non partecipando alle primarie, si sono improvvisati «osservatori Onu» con tanto di casco blu in testa e pettorina delle Nazioni Unite. Una provocazione per sottolineare l'atmosfera bellicosa che si respira nel centrosinistra e in particolare nel Partito democratico. Le primarie si sono trasformate in una faida interna tra correnti ed esponenti del Partito democratico divisi a sostegno dell'uno o dell'altro candidato. Il senatore Giovanni Legnini, il segretario regionale Silvio Paolucci, quello provinciale Antonio Castricone, il circolo e il gruppo consiliare cittadino, guidato da Adriano Chiulli, si sono schierati con l'architetto Volpe. Il Pd pescarese ha sponsorizzato D'Annunzio, mentre i dalfonsiani, compreso il segretario provinciale aggiunto Antonio Di Marco, hanno mostrato una malcelata «simpatia» per Di Mattia (Idv). Divisioni covate sotto la cenere in una forza politica che per mesi ha tentato invano di trovare la quadra su un unico candidato. In un primo momento il partito si era espresso a favore dell'ex Margherita Vincenzo Fidanza a cui si è affiancato D'Annunzio. Entrambi si erano detti pronti a farsi da parte se il partito avesse trovato un candidato condiviso da tutti. Forte di queste dichiarazioni, a pochi giorni dall'inizio della campagna per le primarie, il segretario cittadino dei democratici Luigi Beccia ha lanciato la candidatura di Volpe invitando gli altri due esponenti del Pd a ritirarsi. Se un Fidanza molto amareggiato ha gettato la spugna e lasciato il partito, D'Annunzio ha deciso di restare in gara. Incidenti di percorso, a cui si è aggiunta l'esclusione dalla competizione pre-elettorale del consigliere comunale Gabriele Di Stefano, l'ex Margherita espulso dal gruppo Pd. Una storia travagliata dunque, quella delle primarie, cominciata con l'accesa battaglia dell'estrema sinistra che chiedeva agli alleati di escludere dalle liste indagati e politici di lungo corso. Un braccio di ferro che ha portato alla fuoriuscita dalla coalizione di Rifondazione e alla secessione dell'ala più oltranzista del Sel.

CAMPAGNA ELETTORALE. Al duro scontro tra tifoserie si contrappone una campagna elettorale vissuta come un'amichevole. Una campagna che, oltre ai programmi, si è giocata anche sulla creatività. Volpe ha dato vita al suo «Diario di un candidato», un resoconto online dei suoi appuntamenti e incontri. Se i volti dell'architetto Candeloro svettavano sui trotter, i cartelloni di Di Mattia spuntavano per le vie del centro trainati da biciclette, il candidato del Sel Paolo Di Girolamo, ha optato per una più verace Ape cross. Non sono mancate le provocazioni, come quella di D'Annunzio che, con la collaborazione di un gruppo di designer, ha realizzato i volantini riciclando quelli degli avversari.

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