L'EDITORIALE
Chiaro e forte: nessuna ombra sulle istituzioni
Ambiguità intorno alla vicenda Pescaraporto non sono ammissibili: ci aspettiamo una immediata spiegazione dal presidente D'Alfonso
Stentiamo a credere, ma questo sembra il sospetto degli investigatori, che gli atti politico-amministrativi della Regione Abruzzo possano arrivare ad essere formati, invece che nelle sedi istituzionali - Consiglio, giunta, commissioni - negli uffici di privatissimi professionisti e cittadini. Stentiamo a credere, come pure si ipotizza, che in Abruzzo una cabina di regia messa in piedi dal presidente Luciano D'Alfonso, possa aver favorito il suo legale di fiducia, Giuliano Milia, titolare di una partecipazione nella società Pescaraporto interessata ad una importante operazione immobiliare in città.
Eppure è un fatto che almeno una riunione per decidere passaggi cruciali di questa pratica si sia svolta proprio negli uffici dello stesso Milia. Presenti uomini di fiducia del presidente della giunta regionale come Guido Dezio e, soprattutto, Claudio Ruffini, suo capo segreteria, quest'ultimo intervenuto su sollecitazione diretta dello stesso governatore D'Alfonso. A certificare questi accadimenti ci sarebbero importanti passaggi investigativi, tra cui intercettazioni telefoniche e testimonianze di partecipanti al meeting. Circostanze di cui diamo conto nelle pagine che seguono con l'inchiesta di Lorenzo Colantonio e Pietro Lambertini.
Il nostro giornale continuerà a ricostruire per quanto possibile tutti i passaggi di questa vicenda. Che tira in ballo la condotta di personaggi illustri e, soprattutto, il prestigio, il rispetto e l'onore delle nostre istituzioni. Ecco, soprattutto questo è il punto: il prestigio, il rispetto e l'onore delle istituzioni. Su tutto ciò vogliamo essere chiari. Se i fatti stanno come gli inquirenti sospettano, ci troviamo di fronte a comportamenti singolari e gravi. Di fronte ai quali ci aspettiamo una immediata spiegazione dal presidente D'Alfonso. Ambiguità intorno alla vicenda non sono ammissibili. Sugli aspetti penali non ci pronunciamo e saranno gli organi di giustizia a decidere. Ma su quelli politico-amministrativi, dovessero stare così le cose, limiti invalicabili sembrerebbero essere stati superati. Per questo il presidente D'Alfonso deve ai cittadini una parola precisa e netta su quell'incontro e su quegli atti. Perché tutto sia chiaro e nessuna ombra resti sulle istituzioni.