Chieti, Moccia ai ragazzi: vivete la realtà, non siete generazione muta

Lo scrittore e sindaco di Rosello, schivate le domande delle Iene, parla a centinaia di studenti nell’Auditorium della D’Annunzio: “Credete in voi stessi, a dispetto di tutto e tutti”

CHIETI. All'ingresso ha trovato ad aspettarlo Le Iene, appostate per chiedergli come mai frequenti così poco il comune di cui è sindaco, Rosello. Lui, Federico Moccia, non si è scomposto più di tanto, ricordando che non ha mai promesso di essere un sindaco a tempo pieno e di avere rinunciato a qualsiasi compenso, dato che il suo è puro volontriato per un paesino di cui è innamorato. Poi è iniziato l'incontro pubblico nell'Auditorium del rettorato dell'Università D'Annunzio, a Chieti. Sollecitato dalle domande del direttore del 'Centro' Mauro Tedeschini, il popolare scrittore e regista ha parlato un po' di tutto, davanti ad alcune centiniaia di studenti, nel quadro dell'iniziativa 'Generazione Y' voluta da Polis Lab.

«Dovete credere i voi stessi, cercare di capire quali sono i vostri talenti e su quelli puntare, a dispetto di tutto e di tutti», ha detto Moccia, ricordando quando nel 1992 pubblicò a sue spese, pagando 3 milioni di lire, quello che anni più tardi sarebbe diventato il suo primo best-seller, 'Tre metri sopra il cielo'. Quanto alle difficoltà incontrate dai ragazzi di oggi, lo scrittore ha accusato una società che, invece di incoraggiare i giovani, li spaventa: «Ai miei tempi gli esempi positivi erano tanti, oggi sembra che tutti si siano venduti», ha continuato, «ma a chi ha 20 anni oggi dico di non ripetere l'errore che feci io alla loro età: essere distaccati dalla realtà. Ma agli adulti dico: è sbagliato parlare di una generazione muta, semplicemente i giovani oggi comunicano in um modo diversi da chi ha 50 anni come me, il punto sta nel saperli ascoltare».

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