Chiusura Italcementi Scafa, sindacati e lavoratori a Roma
Protesta nella capitale, davanti al ministero per lo sviluppo economico, contro la chiusura dello stabilimento in Val Pescara
ROMA. La protesta dei lavoratori della Italcementi di Scafa si è spostata questa mattina a Roma, davanti al ministero dello Sviluppo economico, in via Molise. Nei locali del ministero è infatti in programma una riunione con i rappresentanti dell’azienda e i sindacati per discutere dello stabilimento di Vibo Valentia. All’incontro partecipano, oltre ai sindacalisti nazionali, anche quelli abruzzesi che questa mattina sono arrivati a Roma insieme a oltre 60 lavoratori dello stabilimento della Val Pescara per il quale l’azienda ha annunciato di punto in bianco la chiusura, contravvenendo all’accordo sottoscritto a gennaio di quest’anno sulla ristrutturazione (con cassa integrazione).
A Roma, a fianco alle maestranze, è anche il sindaco di Scafa Maurizio Giancola che sta portando avanti la battaglia per mantenere aperto lo stabilimento. «Useremo questa occasione - dice Luigi Panza della Feneal Uil - per manifestare il nostro disprezzo nei confronti della società per gli annunci fatti e per il mancato rispetto degli accordi presi in passato. Nel corso della riunione saremo vigili, per evitare che la Italcementi cerchi di svicolare e di arrivare, attraverso la riunione di oggi, ad altre situazioni», cioè per evitare che si affronti il tema dello stabilimento di Scafa pur non essendo all’ordine del giorno. Si teme infatti che la Italcementi si adoperi, in questa fase, per una modifica della cassa integrazione passando da Cig per ristrutturazione a Cig per cessazione dell’attività.
Il caso della Italcementi di Scafa è stato al centro di un incontro che si è svolto la settimana scorsa a Roma tra le istituzioni locali (Comuni, Provincia di Pescara, Regione Abruzzo), i sindacati, il ministro Gaetano Quagliariello e il sottosegretario Giovanni Legnini, eletti in Abruzzo, che hanno assicurato il proprio interessamento a questa vertenza.
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